Australian Open 2011, ricordando Marat Safin, Goran Ivanisevic e Henry Leconte..
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Australian Open 2011, ricordando Marat Safin, Goran Ivanisevic e Henry Leconte..

Riparte la sfida al Grande Slam da parte di Roger Federer, Nadal permettendo..

Australian Open 2011, ricordando Marat Safin, Goran Ivanisevic e Henry Leconte..

L’inizio degli Australian Open di Tennis mi offre lo spunto per parlare di tennis, una mia vecchia passione che è andata un po’ spegnendosi nel tempo anche per effetto degli eventi trasmessi a pagamento sul Sky et similia mentre in chiaro potevi vedere solo (forse) il torneo di San Vincent.
Come in alcuni casi che ho trattato per il calcio anche adesso voglio parlare del talento sprecato, di giocatori che avrebbero potuto essere e non sono stati, a riprova, una volta di più che il talento non è niente né basta senza sudore o applicazione.
E questo vale anche in ambito scientifico e non solo in una arena sportiva.
Tutti conoscono tre grandissimi tennisti, sicuramente nei top 10 all time, sto parlando di: John McEnroe, Pete Sampras e Roger Federer.

Ma se dico Henry Leconte? O Goran Ivanisevic? O Marat Safin?

 

Ebbene, mi sento di affermare che i secondi avevano un talento comparabile, quando non uguale, ai grandissimi. A mancare è stata la disciplina, la testa che, in uno sport come il tennis non è tanto: è tutto. Per la verittà pure a John McEnroe mancava qualche rotella, ma per essere un grande gli bastava una grattatina al suo talento.

Il nostro John era un giocatore di volo impressionante, un artista della volèe, della demi volèe smorzata a irridere il suo avversario. Fu a lungo numero uno del rankin e Bjorn Borg si ritirò dopo un paio di brutte sconfitte con il caustico americano.

I due, Borg e McEnroe, diedero vita ad un tie-break entrato nella leggenda durante la finale di Wimbledon 1980: John vinse quel tie-break al quarto set, ma perse il quinto set e il titolo. Ebbene Henry Leconte aveva in dotazione gran parte dell’arsenale serve and volley dell’americano, ma un fisico pingue ed una scarsa capacità di applicarsi e concentrarsi non gli valsero neanche uno slam.

Henry Leconte fu al massimo 5° nella classifica Atp. Voi dite che 5° non è poco? Per uno con i mezzi di Henry Leconte essere quinto era una sconfitta.

Il gennaio del 1989 rivelò al mondo un lungagnone jugoslavo, un 17enne con un servizio micidiale: Goran Ivanisevic che arrivò ai quarti dell’Australian Open, prima di essere stoppato da Gattone Mecir. Pete Sampras, suo coetaneo, l’anno dopo vinse gli US Open.

I due avrebbero dovuto essere i dominatori dei novanta, così non fu, perlomeno non per Goran Ivanisevic che brillò qualche anno sì e molti no, arrivando a vincere molto meno, perlomeno in relazione al suo immenso talento. L’unico Slam che vinse, Wimbledon mica bau bau micio micio, fu nel 2001, quando era sul viale del tramonto e gli organizzatori gli diedero una wild card.

In tal modo Goran Ivanisevic è il primo ed unico tennista ad aver vinto un torneo dello Slam con una wild card.  

Della carriera di Pete Sampras invece si sa tutto. Come si sa tutto anche della carriera e dei record, peraltro tutti ancora in divenire ed essere, dello svizzero Roger Federer, uno che ha i numeri per tentare il Grande Slam, l’uomo che ha battuto il record di Slam di Sampras e l’unico essere umano ad aver vinto 5 Wimbledon e 5 US Open consecutivi. Una impresa che di umano ha ben poco. Eppure Roger Federer vinse il suo primo Slam (Wimbledon 2003) a 22 anni, 3 anni prima un ventenne russo si aggiudicò l’Australian Open 2000.

Il nome? Marat Safin.

Marat Safin ha sprecato il suo talento in eccessi, alcool e droghe, lui, più di tutti, può essere considerato il George Best del Tennis. Le sue donne, tutte con fisico da urlo, sono universalmente conosciute come Safinettes; una delle queste, Dasha Zhukova, è l’attuale fidanzata di Roman Abramovich.

Marat Safin ha smesso di giocare formalmente da un annetto, ma possiamo dire che con la testa era già via nel 2006.

Pensate che una volta non si accorse neanche che aveva vinto la partita, lui si stava posizionando per servire quando gli dissero che la partita era terminata. A che stava pensando?

Due Slam soli per quello che avrebbe dovuto essere l’anti Federer. McEnroe, Sampras e Federer da un lato contro Leconte, Ivanisevic e Safin, due modi diversi di usare o abusare del talento e dei doni di Madre Natura.

Massimo Bencivenga  

 
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