Il destino dell'Eroe - Age of Heracles. Quarta e ultima parte
sulla notizia

 
Arte e Cultura  »  
Segnala su:     segnala su OKNOtizie    Segnala su Del.icio.us     sagnala su facebook

Il destino dell'Eroe - Age of Heracles. Quarta e ultima parte

Laddove il semidio capisce che la sua missione è intimamente connessa con l'indagine di Sandra. Affronta l'orrore che si cela nelle sentine dello Yacht e trova l'amore. Ma si può sfuggire al Fato?

Il destino dell'Eroe - Age of Heracles. Quarta e ultima parte

Eracle fece strada verso un capanno poco distante e, dopo aver armeggiato con la serratura, mostrò a Sandra un mezzo subacqueo avveniristico.
«La ditta per la quale lavoro mi offre il meglio del meglio», esordì Eracle, ringraziando mentalmente le Rouvas Industries per avergli dato in dotazione un veicolo veloce, silenzioso e armato di tutto punto.
«Stanotte andremo a caccia », disse guardando negli occhi Sandra. Per un attimo gli parve di scorgere della paura in lei, ma fu solo un attimo, perché fu poi lui ad essere sorpreso dal delicato tocco delle sue labbra.
Eracle si ritrasse e lei si scusò.
L’incanto s’era rotto.
Verso le ventidue, il silenzioso veicolo subacqueo, che Eracle guidava stando bocconi e attraverso un collegamento neurale, entrò nel raggio d’azione dello yacht.
Eracle lo portò sul pelo dell’acqua.
«Sganciamoci. Da qui in poi andremo a nuoto» , disse Eracle passando a Sandra una bombola rebreather. I due raggiunsero la parte posteriore dello yacht che troneggiava per solo mezzo metro sul livello dell’oceano.

Christian Baroni chiacchierava rilassato con Gonzalo Chavez e Roland LaForge, gli altri due veterani delle forze speciali, sul ponte dello yacht Sherapo, di proprietà di Panagiotis Gekas, l’uomo che, sventolando dollaroni, li aveva assoldati come contractor.
Erano militari addestrati e letali, non certo patrioti.
Davanti ai soldi del greco, i tre non impiegarono molto a fare qualche conto, e a voltare le spalle alla bandiera a stelle e strisce per abbracciare quella liberiana che campeggiava sullo yacht.
Molti soldi, pochi onore.
Come se avesse bisogno di protezione, si ritrovò a pensare Baroni, ex Navy Seal.
A proteggere Gekas ci sono anche quelle cose.
Un brivido attraversò il mercenario.
Se l’avesse saputo prima non avrebbe accettato.
Il loro lavoro di contractor consisteva nel proteggere, nel chiudere gli occhi su traffici, umani e non, che non avrebbero tollerato da militari, e nell’avere pelo sullo stomaco per qualche operazione bagnata. Come quella compiuta qualche ora prima.
I sensi addestrati di Baroni udirono uno sciabordio sospetto, con un gesto zittì i compagni e si diresse verso la poppa dello yacht.
Eracle fece un cenno come a dire rimani qui a Sandra, quindi si aggrappò alla dropping line che caratterizzava la poppa del panfilo. Mentre si avvicinavano all’imbarcazione, l’Eroe aveva avvertito come una morsa allo stomaco. C’era davvero qualcosa di malvagio su quel gioiello del mare. Stava pensando a questa sensazione quando si ritrovò davanti un uomo.
Anzi tre.

Sandra ignorò il suggerimento di Eracle e cominciò ad issarsi a sua volta. Ciò che vide la lasciò senza parole. Con gli occhi sgranati dalla paura, e con la bocca aperta dallo stupore, Sandra vide la differenza tra soldati addestrati e qualcosa che… non poteva essere di questo mondo.
Sandra vide Eracle in azione.
Lo vide schivare i colpi d’arma e saltare.
Colpire e stritolare.
Squartare e dilaniare.
Poi la sua paura aumentò e credette d’impazzire.
«Eracle!», urlò.
«Sandra, ti avevo detto che… »
«Eracle… guarda… guarda là.» E fu sul punto di svenire.

Eracle seguì con lo sguardo la direzione indicata dal dito di Sandra e si trovò davanti un abominio.
«E tu da dove salti fuori?», chiese il figlio di Zeus alla creatura.
«Ti presento Dagon, l’uomo-pesce», disse una voce nuova.
Eracle si voltò e vide un uomo e una donna placidamente appoggiati al montante della porta d’ingresso degli alloggi. Gekas era basso e di mezza età, la donna era bionda e bellissima. In mano avevano due calici di champagne, il sangue e la morte degli uomini sembravano non tangerli affatto.
Una illuminazione colse il semidio.

Sherapo.
La sintesi di Hera e Poseidone.

Dagon appartiene a un altro universo, ma evidentemente l’hanno ingaggiato.
«Tu sei il servo umano di Hera e Poseidone», affermò Eracle rivolto a Gekas, ben consapevole che la guerra privata di Sandra era diventata anche parte della sua missione.
«Dagon, fallo a pezzi», sibilò la donna.
Con Dagon era un’altra storia, non sarebbe stato facile come con i soldati.
Eracle afferrò l’uomo pesce, ma le mani scivolarono sulle scaglie.
Dagon contrattaccò, abbracciò Eracle e cercò di buttarlo in mare.
Se cado in mare sono finito. Quello è l’elemento di Dagon.
Solo allora, Eracle di accorse che Dagon indossava una strana imbracatura, con due propaggini infilate nella gola.
Ma certo, ci sono!
Lottando per non farsi sbalzare, Eracle riuscì a infilare una mano dietro il braccio di Dagon.
Afferrò il filo e tirò.
Sentì Dagon urlare.
«L’aria è mortale per te, eh?», sghignazzò Eracle.
Dagon cercò di sgusciare via e di entrare in acqua, ma Eracle non si fece sorprendere. Lo agguantò e lo strinse tra sé e il parapetto per evitare che potesse scivolargli via.
Le creatura lanciava urla agghiaccianti mentre cercava di liberarsi dalla stretta d’acciaio di Eracle. L’eroe teneva duro, e a ogni secondo sentiva la creatura meno forte, meno furiosa.
Meno viva.
La sentì afflosciarsi tra le braccia, ma per sicurezza le staccò la testa e la scagliò ai piedi della coppia. «Adesso faremo una bella chiacchierata», sibilò Eracle.
«Non credo proprio.»
L’Eroe sentì di nuovo una strana morsa allo stomaco.
Qualcosa saliva dalle viscere dello yacht.
Se Dagon era un abominio, adesso aveva davanti l’orrore puro.
Un enorme serpente era sbucato dagli alloggi.
Aveva nove teste.
«Hera e Poseidone devono volerti bene, Gekas, se ti hanno dato come scorta anche l’Hydra », ruggì Eracle all’indirizzo della coppia.
«Hahaha! Paura?», chiese divertita la donna.
«Sandra, entra in acqua e vattene.» Quando si voltò, Eracle la vide a poppa, pietrificata dalla paura. Il serpente si sollevò sulle spire e attaccò. Eracle fu morso al braccio, ma la sua forza gli permise di tranciare la testa del serpente e di scagliarla in mare.
Davanti agli occhi di Eracle, la testa ricrebbe.
«Hahahaha.»
Ancora quella risata.
Il serpente attaccò ancora.
Per un interminabile minuto, Eracle, pur azzannato ripetutamente, era sempre riuscito a liberarsi e a dilaniare il serpente. Inutilmente però, dal momento che le teste e le membra ricrescevano.
Ansimante e scoraggiato, Eracle si lasciò cadere in ginocchio.
Inutile.

Questa è la fine.

Conosco questa creatura, anche se non so spiegarmi il perché.

Poi ricordò.
«Hahaha.» La risata tonante di Eracle risuonò sullo yacht.
«Ridi perché sei impazzito, eroe?», lo sbeffeggiò la donna.
Eracle sfilò in un attimo la bombola dalle spalle di una intontita Sandra, poi cercò nelle tasche a tenuta stagna della muta della donna ciò gli occorreva.
Lo trovò.
Armato della bombola e di un accendino, Eracle lanciò un urlo e si avventò sull’Hydra. Lasciò uscire l’ossigeno dall’ugello della bombola e lo incendiò con la scintilla dell’accendino.
Adesso aveva un’arma mortale.
Eracle fu una furia.
Troncò e cauterizzò con il fuoco otto teste.
Poi schiacciò l’ultima testa dell’Hydra usando la bombola come un maglio.
Sporco di sangue e fuori di sé, Eracle si avventò sulla coppia, la cinse con le braccia possenti e spezzò simultaneamente la spina dorsale di entrambi.
Li lasciò cadere. I due s’afflosciarono, come spinnaker senza vento, ai piedi dell’Eroe, formando un’unica, grottesca figura.
«Uniti per sempre. Si dice così, o no?» ringhiò Eracle, prima di girarsi verso una spaventatissima Sandra.
Le doveva tante spiegazioni.
Si prospettava una lunga nottata.

Isla de Coco, Settembre 2015

Emersero dal tornante.
Due centauri, uno dietro l’altro.
Ruggivano affrontando la leggera salita.
Eracle era davanti, in sella alla sua MV Agusta Brutale; Sandra Poll, la sua fidanzata, lo seguiva a ruota montando la Ducati Monster.
La striscia d’asfalto segnava il limite tra il verde del parco e il blu sottostante del mare.
Eracle guardò nello specchietto: stava distanziando la sua donna.
All’uscita dall’ennesimo tornante vide un camion che sbandava paurosamente, ora a destra, ora a sinistra.
«Non hanno trovato il corpo, forse c’è ancora speranza», cominciò a dire Zeus ad Apollo.
«No, possente Zeus. Stavolta no», rispose una voce rotta dalle lacrime.
Zeus e Apollo Rouvas si voltarono e si trovarono dinanzi Atropo.
In mano aveva un filo reciso.
«E anche la profezia dell’Oracolo è rispettata. Eracle è stato ucciso da un uomo morto: il camionista ha avuto in infarto», aggiunse Apollo.
«Ti sei servito di lui», gli sibilò contro, indignato, Zeus.
«Siamo in guerra, Zeus. E in guerra la prima vittima è la verità, lo sapevamo tutti che…»
Un grido salì dalla spiaggia.
Al Padre degli Dèi giunsero dolorosi e nitidi i singhiozzi della donna di Eracle, alla quale era rimasto come unico ricordo un ciondolo con la testa di Leone.
Le guance di Zeus si rigarono.
Atropo si affiancò al capo dell’Olimpo, lo abbracciò e piansero.
Insieme.

Alla fine, si unì anche Apollo.

E tutti piansero l’Eroe.

Massimo Bencivenga.
Sono nato nel 1976 a Piedimonte Matese (CE), lavoro come blogger e web content manager per una web agency napoletana. Sono un appassionato di sport, libri, politica, storia della scienza e delle religioni.

Un mio racconto, Melatal, è presente nell’antologia Le mele avvelenate curata da Alexia Bianchini per l’associazione culturale La Mela Avvelenata www.lamelavvelenata.com  .
Due miei racconti, Giuramento Comanche e Oro Antiquo, sono stati inseriti nelle antologie di racconti western curate da www.farwest.it 
Con il racconto Un monito dal passato mi son classificato al secondo posto nel Concorso letterario “Fantàsya a Palazzo” II edizione a Formello.
Ho partecipato, con il Capitolo numero 5, al progetto collettivo Due minuti a mezzanotte http://2minutiamezzanotte.blogspot.it  la round robin fantascientifica a carattere supereroistico composta da capitoli consequenziali scritti da autori sempre diversi ideata dal blogger e scrittore Alessandro Girola. 
Ho vinto il concorso La Torre di narrativa a Ruviano e il concorso #bicistorie organizzato dal social di scrittura Penne Matte 

 
Tag Clouds

Ercole

ARTE E CULTURA
 
ARTE E CULTURA
TURISMO ACCESSIBILE: COSA C’È DA SAPERE
I VISTI PER ACCEDERE IN AUSTRALIA
LE PROPRIETÀ BENEFICHE DEL FORMAGGIO
FESTEGGIARE IL CAPODANNO: LE MIGLIORI OFFERTE PER UNA LUNGA NOTTE DI DIVERTIMENTO
SIETE A CORTO DI IDEE PER L'ANIMAZIONE DEL MATRIMONIO? PROVATE I PHOTO BOOTH!
AMPLIAMENTI CASA: UNO SGUARDO A COSTI E LEGGI
 
 
contatti

SullaNotizia - Giornale Online