In un precedente post ho parlato delle prime, sia pure timide, candidature dei Repubblicani per la corsa alla Casa Bianca del 2016. Jeb Bush, figlio e fratello di ex Presidenti, ha fatto sapere di essere disponibile. Anche Mitt Romney vorrebbe provarci di nuovo, c’è anche Mike Huckabee, forse anche Rick Santorum, magari anche Paul Ryan.
E sin qui si tratta di persone già grosso modo note, per aver partecipato o perché sarebbero stati dei vicepresidenti, come nel caso di Paul Ryan, designato come vice, qualora avesse vinto Romney.
Ma ci sono due volti relativamente nuovi, perlomeno per gli italiani: Ted Cruz e Marco Rubio.
Hanno un certo appeal perché, com’è ben evidente, non sono WASP, ma hanno avi e genitori cubani. Siccome, come ho già detto, credo che alla fine il frontman democrats sarà Julian Castro, l’Old Party farebbe bene a cercare qualche candidato che sappia incarnare lo storytelling dell’American Dream, del Sogno Americano.
Se i democratici, dopo Obama, punteranno su Julian Castro, nipote di una messicana entrata illegalmente negli Usa, allora l’Old Party sarà, a parer mio, svantaggiato se dovesse ripresentare l’ennesimo Bush, anche considerando la cattiva gestione del fratello.
Insomma, lo storytelling che racconterà Julian Castro dovrà essere contrastato da un’altra Storia, altrettanto potente.
Come quella di Marco Rubio, per esempio. Figlio di anticastristi scappati dall'isola e approdati a Miami. Rubio, classe 1971, è attualmente senatore della Florida. Non è allineato alle posizioni del Tea Party, ma appena può strizza loro l’occhiolino. E’ stato molto critico, a dir poco, con l’apertura di Obama a Cuba, definendolo il peggior accordo della Storia, ha iniziato già da un po’ a pensare alla Casa Bianca. Negli ultimi anni, tra i wanna be president è stato quello che ha raccolto più soldi, anche per gli altri durante l’ultima tornata elettorale, e non manca occasioni di far presente che bisogna fare di più per “rafforzare e rilanciare il Sogno Americano”. Cubano, anticastrista, pienamente integrato con una laurea in legge e una borsa di studio universitaria ottenuta anche grazie alle ottime prestazioni come giocatore di football. È giovane, telegenico, sembra avere la mascella e il fisico giusto per piacere ai repubblicani, ha però uno svantaggio. E si chiama Jeb Bush. O lui o Jeb Bush.
Problema analogo ha anche Ted Cruz, senatore del Texas, ben più vicino di Rubio alla linea del Tea Party, ha l’ingombrante ombra di Rick Perry, che partecipò alle ultime primarie, e che vorrebbe correre di nuovo.
Ted Cruz ha sangue italiano nelle vene per parte di madre. Il padre era un giovane cubano che, dopo aver appoggiato Castro, ne rimase disgustato ed emigrò nel Texas, dove si laureò in matematica lavorando come lavapiatti. Il padre di Ted Cruz, nato nel dicembre del 1970, ha instillato nel figlio la repulsione per Castro, reo di aver torturato anche la zia di Ted Cruz. I genitori di Ted sono matematici, Ted è stato un sorta di bambino prodigio, sempre il primo della classe, dalle elementari alle superiori (dove fu Valedictorian in qualità di migliore del suo college) sino a Princeton e Harvard. Mentre stava a Princeton, nel 1992, vinse anche il Top speaker award at both the 1992 U.S. National Debating Championship, e sempre nel1992il North American Debating Championship, venendo nominato anche U.S. National Speaker of the Year.
Primo latino a diventare assistente di un giudice della Corte Suprema, primo senatore del Texas di origini cubane. Sarà il primo presidente degli Usa con un padre cubano? Difficile a dirsi, anche perché c’è già stata la questione del luogo di nascita. Ted Cruz è nato infatti a Calgary, in Canada, perché lì si trovavano i genitori, titolari di una impresa che affiancava, con i calcoli numerici, le attività minerarie.
Per adesso una Corte ha stabilito che Ted Cruz è cittadino americano. E solo americano.
Staremo a vedere.
Massimo Bencivenga |