Julian Castro come candidato alla Casa Bianca nel 2016?
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Julian Castro come candidato alla Casa Bianca nel 2016?

La sconfitta alle elezioni di Midterm non è stato solo un referendum sull’operato di Obama, ma anche un warning alle aspirazioni presidenziali di Hillary Clinton.

Julian Castro come candidato alla Casa Bianca nel 2016?

E’ ufficiale, Obama è da qualche ora un Lame Duck President, un Presidente Anatra Zoppa.

Una situazione niente affatto anomala né singolare. In questa situazione, vale a dire un Presidente senza la maggioranza partitica in nessuno dei due rami, si sono ritrovati anche celebri presidenti come Dwight Eisenhower, l’eroe di Guerra che divenne Presidente, Ronald Reagan, il secondo Bill Clinton e, se non vado errato, il primo George Bush figlio.

E tutti questi presidenti riuscirono comunque a non rimanere “impallati”, anzi, in qualche caso, e mi riferisco a Eisenhower, riuscirono anche ad essere incisivi politicamente.

Un Eisenhower Anatra Zoppa riuscì a far passare e approvare, da Repubblicano, il Civil Right Bill, un passo contro la pratiche segregazioniste, senza smantellare, come chiedevano i sostenitori dell’Old Party, l’impianto economico del New Deal, improntato all teorie del Keynes.

Cosa farà Obama? Difficile dirlo. Va detto che può governare con i decreti presidenziali, come ipotizza il Nobel per l’Economia 2008 Paul Krugman, ma in ogni caso tutto deve passare per l’approvazione e l’ufficio del Budget, non più sotto controllo. E non è poco. 

La sconfitta è stata più pesante del previsto.

Cosa ha remato contro Obama? Non certo l’economia, che è ripartita, per quanto e con quali interessi ancora non lo sappiamo né possiamo prevederlo. Di sicuro però, al contrario di ciò che è successo in questi Anni di Crisi in Europa, si può ben dire che la locomotiva è ripartita. Sbuffa e cigola, ma si è mossa. A differenza del macinino europeo.

Non l’economia, dunque.
A muovere gli americani può essere stata la politica estera e di sicurezza di Obama. I fallimenti nell’area magrebina, con una recrudescenza dell’integralismo, le minacce dell’Isis, e quella ben più presente ed emotiva dell’ebola in territorio americano potrebbero aver convinto più d’un americano che, dopotutto, questo presidente nero, nato alle Hawaii, potrebbe non essere il massimo per garantire la sicurezza e il futuro degli americani.

Ma di sicuro hanno perso anche i Clinton, che si sono spesi, e molto, in questa tornata elettorale. Insomma, se Obama piange, di certo Hillary non può essere contenta. Queste erano anche le sue elezioni. E le cose non sono andate come sperava.
E’ un avvertimento per lei e per il suo entourage da qui al 2016.

Cosa devono fare i democratici per cercare di non consegnare il Paese ai Repubblicani nel 2016?

In primis non è scontato che questi due anni facciano da apripista a una vittoria repubblicana nel 2016. “Il messaggio degli elettori è chiaro: vogliono che lavoriamo insieme“, il commento del leader uscente della maggioranza democratica al Senato, Harry Reid. Altri pensano che i pochi, in termini percentuali, elettori giovani, che storicamente votano di meno alle elezioni di midterm, possano di nuovo fare la differenza nel 2016.

C’è stato un calo di affluenza, sempre in termini percentuali, anche tra le minoranze, laddove Obama dovrebbe spadroneggiare, ma laddove di fatto non lo fa dal Novembre 2008.

Già, le minoranze. Se fossi per i democratici cercherei, in luogo di qualche faccia o famiglia già vista (i Clinton) di trovare un nuovo Obama, intendendo qualcuno con la forza emozionante, simbolica e travolgente dell’Obama del 2008.

In realtà hanno in casa un altro Obama: Julian Castro, l’Obama Latino, il riscatto degli ispanici.

Julian Castro, è stato sindaco di San Antonio, ed è attualmente il Segretario della Casa e dello Sviluppo Urbano degli Stati Uniti d'America. Hanno molto in comune, Obama e Castro.
Castro è stato il “keynote speech" (l’uomo del discorso chiave del Congresso per lanciare la candidatura alla Casa Bianca ) di Obama nel 2012, come Barack lo fu per John Kerry nel 2004.

“Mio nonno pasceva pecore in Kenia e io sono senatore degli Stati Uniti d’America. E so che solo in America può succedere ciò”. Disse in quella occasione Obama.

“Mia nonna avrebbe trovato straordinario il fatto che appena due generazioni dopo il suo arrivo a San Antonio, uno dei suoi nipoti sarebbe diventato sindaco della città”. Già, perché Victoria Castro arrivò, orfana e illegalmente, negli Usa all’età di sei anni e si mantenne facendo la donna delle pulizie.

Nel 2008 il 67%degli ispanici votò per Obama, intorno al 60% è stata la percentuale nel 2012.

Julian Castro potrebbe essere un ottimo candidato per la Casa Bianca nel 2016, ergendosi, come novello Obama, a campione e simbolo del melting polt che rappresenta la vera marcia in più dell’America.

Non va infine sottovalutato che gli ispanici sono l’etnia che cresce più rapidamente.

Julian Castro candidato alla Casa Bianca nel 2016 per i Democrats?

Staremo a vedere.

 

Massimo Bencivenga  

 
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