Mitt Romney, il mormone candidato alla Presidenza Usa inciampa su un conto alle Cayman
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Mitt Romney, il mormone candidato alla Presidenza Usa inciampa su un conto alle Cayman

La ricchezza di Mitt Romney, ed alcuni suoi atteggiamenti, in questo particolare momento storico-economico, potrebbero rappresentare più uno svantaggio che un vantaggio

Mitt Romney, il mormone candidato alla Presidenza Usa inciampa su un conto alle Cayman

 

Nel giorno in cui Obama festeggia, si fa per dire perché lui pensava a ben altri risultati e gradimenti, il terzo anno di mandato da POTUS (President Of The United States), il suo principale avversario, perlomeno per noi di sullanotizia.com, Mitt Romney scivola su alcune bucce di banana.

La macchina del fango, nella lunga maratona elettorale americana, prima di accanirsi contro il candidato del partito opposto si muove per screditare i candidati dello stesso partito, non di rado sono i concorrenti stessi a passare informazioni alla stampa. Sia come sia, dal momento che Romney era in vantaggio ecco che i giornali si stanno interrogando sui suoi soldi, sulla sua ricchezza e su quanto paga di tasse.

Ed ecco qui che si preannunciano tempi difficili per il mormone che noi riteniamo sarà l’antagonista di Obama. Perché dopo le polemiche per le pratiche da “avvoltoio” adottate quando guidava la compagnia di investimenti Bain, la vis polemica si è spostata sulla sua ricchezza e su alcuni conti aperti alle isole Cayman.

 

 

Negli anni in cui era alla Bain, Romney faceva quel che deve fare un manager, ossia cercava di massimizzare i profitti. Come? Acquistando prevalentemente aziende in crisi, ristrutturandole con la solita cura da cavallo, ossia facendo tagli alle spese e al personale, e vendendole. Generando profitti.

Ora, capite bene che nell’America di oggi, qualcuno potrebbe non vedere di buon occhio questo campione del turbo capitalismo. Romney è mormone, non sbandiera tanto la cosa, non è un estremista, ma è un mormone molto sui generis dal momento che ha un patrimonio stimato di circa 250 milioni di dollari.

Più in particolare l’ex governatore del Massachussets avrebbe 8 milioni di dollari parcheggiati in 12 fondi domiciliati nel Paese caraibico, più una fortuna valutata tra 5 e 25 milioni, che avrebbe sistemato in titoli custoditi sull’isola.
A tutto questo si è aggiunta una denuncia del “Wall Street Journal”, secondo cui Romney avrebbe un Individual Retirement Account molto inusuale. Gli “Ira” sono conti in cui si mettono da parte i soldi per la vecchiaia, senza pagare tasse. Il candidato del Gop (Grand Old Party, così è chiamato il partito repubblicano) avrebbe ammassato su questi fondi una fortuna stimata fra 20 e 101 milioni di dollari, cioè molto più di qualsiasi americano medio, e anche qui c’è il sospetto che gli investimenti siano finiti alle Cayman. E di questi tempi i paradisi fiscali non sono molto ben visti.

Con i suoi stimati 250 milioni di dollari, Romney è uno dei candidati presidenziali più ricchi nella storia degli Stati Uniti. La sua linea difensiva è che quei soldi se li è sudati, ed ha detto che al più presto, ad Aprile, con la dichiarazione, fugherà ogni dubbio. I soldi, tanti e guadagnati sfruttando un sistema che lascia come scorie milioni di persone in povertà potrebbero, nel caso del mormone Romney, rappresentare più un ostacolo che un vantaggio, non più un simbolo positivo ed epico dell’America (il sogno americano) bensì la faccia cruda di quello stesso sogno.

Karl Rove, il grande stratega elettorale delle vittorie di Bush, ha “consigliato” senza mezzi termini a Romney di fare chiarezza su questa questione dei soldi nei paradisi fiscali.

A complicare il tutto ci sono poi state alcune sparate fuori luogo, come quando durante un dibattito televisivo ha invitato Perry a fare una scommessa da 10.000 dollari. Non proprio la cosa che un cittadino che arriva a fatica a fine mese vuole sentire in bocca ad un futuro presidente.

Perry si è ritirato ed ha detto che appoggerà Newt Gingrich; l’ex speaker ha vinto il dibattito nella Carolina del Sud, certo bisognerà aspettare le votazioni, ma il vecchio leone potrebbe graffiare la sicumera di Mitt Romney che, dal canto suo, non ha preso molto bene il riconteggio dell’Iowa e l’assegnazione della vittoria del caucus assegnata a Rick Santorum, l’ultraconservatore e religioso candidato con antenati italiani.

Allora, vittoria di Santorum in Iowa, di Romney nel New Hampshire e chissà di chi nella Carolina del Sud. Tornerà in corsa Newt Gingrich?

Fermo restando che per noi il candidato che sfiderà Obama sarà un mormone di nome Mitt Romney.

 

Massimo Bencivenga

 

 
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