Chi dopo Mario Monti?
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Chi dopo Mario Monti?

Chi succederà al professore? La situazione è molto confusa, non è possibile escludere che Mario Monti possa succedere a se stesso

Chi dopo Mario Monti?

Che succederà, o meglio, chi succederà a Mario Monti? Adesso c’è il professore con la sua banda di professori, ma la sua esperienza politica è giocoforza confinata a non oltre la scadenza naturale della legislatura, ossia al 2013.
Mario Monti sarà al più premier per un altro anno.

E dopo? Siamo in una situazione molto confusa, non se ne distinguono i contorni; una situazione che ricorda da vicino gli anni tumultuosi tra il 1992 ed il 1994, gli anni che da Tangentopoli portarono a Silvio Berlusconi, la persona che andò di traverso ad Occhetto ed alla sua gioiosa macchina da guerra.
Per la verità i prodromi di una Nuova Tangentopoli ci sono, con ancora una volta Milano come possibile epicentro del terremoto politico-giudiziario.

 

I due partiti più grandi che sostengono il governo, il Pdl ed il Pd, il primo con qualche distinguo il secondo in modo più deciso, rischiano di pagare, e tanto, questo appoggio qualora le persone dovessero percepire come “solo punitivo” questo governo. Nel Pdl c’è una fronda, quella dei falchi, che chiede a Berlusconi di staccare la spina, al fine di non veder dilapidato il consenso, già peraltro in discesa. Il Pd è più legato a Mario Monti, ne ha invocata la figura in tempi non sospetti, adesso non può girargli le spalle, ma anche da quelle parti possono arrivare dei colpi di scena mica da ridere, basti pensare a cosa hanno combinato nei governi di Romano Prodi.

La Lega si è sganciata, ma è lacerata da lotte intestine e, per la prima volta, la leadership di Bossi, cerchio magico o non cerchio magico, appare in ombra ed in discussione. L’Italia dei Valori decide, con una certa sagacia, volta per volta.

Ma con che legge elettorale si voterà? La consulta ha affossato le firme del referendum, a parole tutti dicono di voler fare una nuova legge elettorale, ma nessuno prende l’iniziativa e, per adesso, il Governo Monti è teso e proteso verso il recupero della credibilità, del debito, della stima e così via.

Qualora non se ne facesse più nulla avremmo di nuovo un Parlamento di nominati, per loro sarebbe la cosa migliore, per chi azzecca il numero giusto s’intende, ma sarebbe una catastrofe democratica per i cittadini. E poi, è stato ampiamente dimostrato che questa legge, la porcata, non funziona bene, a voler usare un eufemismo.

Nell’incertezza nessuno scopre le carte. Nessuno vuole sbandierare al vento coalizioni e possibili leader. Il Terzo Polo è intenzionato a fare da ago della bilancia, ma, per una ragione o per un’altra, ci sono gruppetti nel Pdl e nel Pd che li vedono come il fumo negli occhi.

Eppure, ora come ora, sono gli unici a volere una nuova legge elettorale che superi questo maggioritario all’italiana che ha paralizzato ogni governo, tenuto in osteggio dalle bizze dei piccoletti.

Non sappiamo con che legge si voterà né chi saranno i papabili leader. Alfano? Berlusconi? Bersani? Passera? Riccardi? Montezemolo? Profumo (il banchiere)? Vendola? Monti?

Alla fine, il professore potrebbe di nuovo fare da collettore, ma forse per lui è già pronto un posto al Quirinale.

Possiamo solo lasciarci con le immortali parole di Mao: “Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente..”. Già, ma per chi?

Massimo Bencivenga 

 
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