Governa e comanda la Toscana
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Governa e comanda la Toscana

Enrico Letta č premier, ma la Grande Speranza č Matteo Renzi, politico con un gradimento altissimo. E nel Pdl č di nuovo Verdini a dettare l'agenda

Governa e comanda la Toscana

Ogni smottamento politico va a modificare la Geografia del Potere, non si tratta solo del solito e ormai abusato spoil system, quanto piuttosto un circondarsi di persona conosciute e delle quali ci si fida. E in genere sono le persone che s’incontrano starda facendo, negli anni della formazione o a meeting.

Un po’ di tempo, la Ravetto, disse che nel Governo Letta  "Ci sono tantissimi siciliani e campani", magari non saranno tantissimi, ma tant’è. La stessa parlamentare parlava di poco peso del Nord-Est.

Insomma, la geografia sembra avere un certo peso, nonostante stia quasi del tutto scomparendo dai programmi scolastici; ma la geografia è anche storia, perché ti racconta dei confini, delle lotte e degli usi, e non a caso alle medie sono insegnate dallo stesso professore.

Ma sto divagando, torniamo alla Geografia del Potere. Gli emiliani erano pronti a prendere Roma, un po’ come successe ai tempi di Romano Prodi, più il primo che il secondo.

Gli analisti politici (mi scappa sempre un sorriso quando scrivo queste due parole) immaginavano già Pigi Bersani a Palazzo Chigi, Romano Prodi al Quirinale, Vasco Errani con un ruolo alla Gianni Letta e magari Dario Franceschini a presiedere una delle due Camere. E invece, niente. Il tortellino magico non s’è insediato. Il baricentro della politica dall’asse Lombardo-Piemontese sembra scendere seguendo lungo l’appennino ma sul versante toscano. Toscano è Letta, ma anche il suo principale antagonista interno al Pd, uno che non vuole aspettare il suo turno ma bruciare le tappe: Matteo Renzi. Toscano è anche Denis Verdini, influente forse anche più di prima nel Pdl che non vuole Angelino Alfano.
Il Denis nazionale, a capo dei Falchi del Pdl, è spalleggiato da Altero Matteoli, politico di lungo corso, quelli che si stanno muovendo meglio in questa fase tumultuosa.

Ma non solo politici. Toscano è anche Lorenzo Bini Smaghi, candidato “forte” alla successione di draghi a Bankitalia, Matteo Renzi lo ha confermato come capo della Fondazione Palazzo Strozzi. Consigliere economico molto ascoltato da Letta è Fabrizio Pagani. Un nome che non dirà molto, ma che un curriculum lungo così. Ha già lavorato con Letta in qualità di Consigliere per gli affari internazionali del Ministro dell'Industria e Commercio Estero, quando, dal 1999 al 2001, ministro era l’Enrico. E’ stato anche Capo di Gabinetto del Sottosegretario di Stato, Segretario del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta presso la Presidenza del Consiglio (2006 - 2008 Governo Prodi II) nonchè, dal 2009, Consigliere Politico del Segretario Generale dell'OCSE, Angel Gurría. Arriva a Roma da Parigi, dove insegna a Sciences Po. Un curriculum di tutto rispetto, ma estremamente istituzionale. Saprebbe indicare una soluzione economica più ardita e magari in contrapposizione al paradigma convenzionalmente accettato? La banda dei pisani annovera tra le fila anche Stefano Grassi, molto ascoltato in tema di politiche comunitarie, e il normalista Roberto Cerreto.

Ritornando a prima: il dualismo Letta-Renzi non è affatto risolto, e l’apparatchik del partito è tutto per il pisano; Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana, in merito a Renzi segretario avrebbe detto di preferire come prossimo leader, per una questione ideologica, Cuperlo al sindaco.

Insomma, guelfi e ghibellini in salsa post-moderna.

 

Massimo Bencivenga   

 
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