Il Governo Letta (Enrico) ha appena ottenuto la fiducia. Difficile non rivedere una riedizione del “governo strano” del dottor Monti. Ma la situazione è molto diversa.
Berlusconi sin da subito, a differenza di quanto fece con Monti, sta cominciando a mostrare i muscoli, la sensazione generale è che stia cominciando a testare la forza di Letta in vista delle vere battaglie che lo aspettano tanto sul piano personale quanto su quello di capo di un gruppo di imprese.
“Se non c'è la cancellazione dell'Imu, non ci stiamo”, ha tuonato Berlsuconi che, arrivando in Senato, ha detto ai giornalisti di essere “fiducioso”, sia sull'abrogazione per il futuro che sulla restituzione dell'Imu: “Non sosterremmo un governo che non attua queste misure né lo sosterremmo dall’esterno. Abbiamo preso un impegno con gli elettori e vogliamo mantenerlo”. A ribadire il concetto c’è la pletora dei fedelissimi: da Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, alla senatrice Anna Maria Bernini, tutti concordi nel ritenere l’eliminazione della tassa una condizione “imprescindibile”, sulla quale “non si può tornare indietro”.
A fugare ogni dubbio residuo ci pensa il ministro dell'Interno Angelino Alfano: “Sull’Imu non c’è mai stato alcun dubbio da chiarire. C’è un fatto oggettivo: a giugno i cittadini non pagheranno". E a chi domanda se non tema che l'importo dovuto a dicembre possa raddoppiare, Alfano ha replicato secco: “No, affatto”.
La battaglia è appena iniziata, la guerra di logoramento anche. Il Governo Letta starà in piedi sin quando Silvio vorrà; quando capirà di avere il Paese dalla sua farà cadere il Governo e si andrà alle urne. Sempre con il Porcellum. Nessuno vincerà e nuovo giro nuovo corsa sempre con Berlusconi a dettare. A meno con si cambi la legge elettorale, che a parole tutti vogliono cambiare ma che, da sette anni a questa parte, nessuno ha mai provato sul serio a cambiare.
Massimo Bencivenga
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