Italicum o Pastrocchium? Agli italiani il Porcellum non piace, su questo non ci piove. La Consulta ha rilevato altresì dei profili di incostituzionalità e via dicendo. Insomma, per il Porcellum sembra arrivato il periodo invernale, quando i maiali vengono macellati per far provviste di cibo. Il Porcellum sarà macellato definitivamente? Sostituito da cosa? Renzi sta dando prova di decisionismo, sta cercando di imporre una sua vision di Legge Elettorale, ma questa nuova legge presenta qualche bel paradosso se partiamo dal presupposto che ogni proposta di metodo elettorale deve essere giocoforza un compromesso tra due grandezze che sono tra loro ortogonali, per dirla con linguaggio matematico, che fanno a cazzotti per dirla con slang da osteria: rappresentatività e governabilità. Se vuoi la governabilità devi cedere sulla rappresentatività. E viceversa. La Legge Elettorale proposta da Renzi sembra sbilanciata sul versante della Governabilità.
Il doppio turno è sempre stato un po’ una fissa dei sinistrati, convinti, forse erroneamente o forse no, che il proprio elettorato sia più irreggimentato e che invece quelli di destra mai e poi mai andrebbero a votare due volte. Prima di Renzie han paventato la possibilità i vari D’Alema (1997), i Fassino (2002), i Veltroni (2008) e i Bersani (2011).
Se lo facevano loro andava bene, adesso che l’ha proposto Renzi c’è resistenza. Per via dell’accordo con Berlusconi? Ma non è lo stesso Berlusconi con il quale han sostenuto l’esecutivo Monti e quello Letta? La “creazione”, perché questo sembra, di una nuova Legge Elettorale permette a Letta di non andare a casa prima dell’estate, e logora Renzi, perché non potrà dire che non avrà nulla a che fare con l’esecutivo da qui alla primavera 2015. Chi ha tutto da guadagnare da un altro anno (almeno!) di Governo Letta sono gli inseguitori, a sentire i sondaggi, Berlusconi e Grillo.
La Legge sembra fatta apposta per eliminare i nanetti della politica, vale a dire i partitini che con due o senatori erano in grado di stabilire vita e morte di un esecutivo. Il progetto di Renzi eviterebbe il verificarsi di far diventare importanti (determinanti, anzi) partiti come il Cdu di Buttiglione e l’Udeur di Mastella. Ho citato due partiti che, con due sistemi elettorali diversi, erano comunque decisivi nella formazione e nella tenuta di un esecutivo.
Lo sbarramento al 4,5%, anche in coalizione, impedirebbe l’ingresso in Parlamento. Ma è giusta una cosa del genere? Immaginiamo per un momento che il Pd confermi l'alleanza con Sel, che il Pd eguagli il risultato del 2008 con Veltroni e si attesti al 33%. A questo punto Sel, con magari il 4,2% diventa determinante per superare il 37,0% che darebbe il premio di maggioranza senza passare per il ballottaggio. Ebbene, in questa ipotesi, niente affatto peregrina, Sel, determinante per il successo di coalizione e per ottenere il premio, non riuscirebbe a portare in Parlamento neanche un rappresentante, perché non arriverebbe alla quota del 4,5%. Alla faccia della rappresentatività. Il treno facente capo a Forza Italia potrebbe essere ben più lungo. Immaginiamo una coalizione con: Forza Italia, NCD, Fratelli d’Italia, Udc, Scelta Civica e qualcun altro, magari Lega Nord. Se Forza Italia arriva al 30-32%, una simile coalizione prenderà il premio di maggioranza. In questo caso, dal momento che le altre compagini difficilmente arriveranno al 5%, i parlamentari saranno solo e unicamente quelli di Forza Italia. Casini, Alfano, Monti e Crosetto hanno capito tutto ciò? Da vedere poi l’effetto della norma definita salva-Lega, che potrebbe aiutare anche l’Udc, ammesso che in qualche regioni torni ai livelli di qualche anno fa. In verità riesce difficile non pensare che la norma su base regionale sia stata confezionate per qualcun altro che non sia la Lega Nord. Allora avremmo una maggioranza con forza Italia e Lega Nord. E basta. Vi sembra ben fatta una cosa del genere? Cicchitto e Quagliariello l’han capito che a smarcarsi dal Caimano, e a votare una “cosa” del genere, rischiano fortemente di star fuori?
Dal momento che siamo nel campo delle ipotesi, non ci costa nulla immaginare una coalizione che arrivi al 40,0% con una simile frammentazione: Partito uno 15,0% Partito due 5.0 % Partito tre 4,0 % Partito quattro 4,0% Partito cinque 4,0% Partito sei 4.0% Partito sette 4,0%
Una simile coalizione prenderebbe, per effetto del premio, il 53% dei seggi che andrebbero a personaggi provenienti dai primi due partiti che, insieme, totalizzerebbero solo il 20,0%. Alla faccia del Porcellum.
E immaginiamo anche, paradosso dei paradossi, una coalizione con 10 partiti tutti al 4,0%, che arriverebbero al 40%, ma senza poter portare alcun rappresentante in Parlamento: ZERO seggi per la coalizione più VOTATA. Alla faccia del Porcellum. Ora, direte, si ma questa non è la situazione italiana. E vi dico: “Avete ragione, e allora mi darete ragione quando dico che questa Legge sembra fatta apposta per favorire massimamente Pd e Forza Italia!” Che, insieme, quanto farebbero? Meno del 60%.
Renzi, anche nello staff, sembra dare molta importanza alle quote rosa. Argomento sempre spinoso e che in Campania, dove c’è una legge ad hoc che favorisce il gentil sesso, ha portato nelle amministrazioni donne senza esperienza né ideologia. Il sindaco di Firenze è stato tranchant: 50 e 50, per ogni pantalone una gonnella. E le liste devono essere composte in modo da non ospitare più di due candidati consecutivi dello stesso sesso. C’è anche qui una considerazione da fare, e che stravolge le quote senza urtare la sensibilità rosa: basta collocare gli uomini nelle prime due posizioni, le donne in terza e quarta fila; dopo di che, siccome ogni collegio esprimerà 5 o 6 deputati, siccome le liste migliori al massimo potranno conquistarne un paio, le quote rosa diventeranno nere.
L’ultimo paradosso, quello che manda a puttane anche la Governabilità è rappresentato dal fatto che alla Camera potrebbero andare al ballottaggio Pd e M5S, mentre al Senato Pd e Forza Italia. Poniamo una Camera in mano al M5S e un Senato con Pd. Come ne usciamo? Di certo non con questa bozza di Italicum.
Massimo Bencivenga |