Roberto Baggio e la solitudine di Stefano Borgonovo
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Roberto Baggio e la solitudine di Stefano Borgonovo

Un altro sportivo colpito dalla SLA, la relazione causa ed effetto con sostanze che circolano negli spogliatoi non è provata. Ma se qualcuno sa che parli

Roberto Baggio e la solitudine di Stefano Borgonovo

Ogni tanto gli dei dello sport si divertono alle spalle dei semidei campioni sportivi riportandoli brutalmente alla realtà mortale. Una realtà fatta di somma sofferenza, poche parole e molte lacrime. Gli dei dello sport quando vogliono far piangere usano una sigla: SLA, sclerosi laterale amiotrofica. È incredibile a volte come poche parole possano generare tanta tristezza.  La SLA è una patologia rara, appartenete alla famiglia delle neurodegenerative altresì detta morbo di Lou Gehrig, dal nome del grande campione di baseball che fu la prima vittima accertata della malattia. L’incidenza non è tanta: 1-3 casi ogni 100.000 individui all'anno, e sporadica nella quasi totalità dei casi (le forme familiari sono circa il 5% del totale); pur tuttavia solo nel mondo del calcio alcune stime parlano di 51 giocatori colpiti e di 39 morti su 30mila. La malattia ha colpito anche il grande fisico Stephen Hawking, l’attivista politico Luca Coscioni e, sono solo gli ultimi della lista, anche il capitano coraggioso del Genoa, Gianluca Signorini, e l’attaccante della Fiorentina Stefano Borgonovo. Per Stefano Borgonovo circa un mesetto fa si sono mossi molti ex compagni e allenatori ed è stato straziante vedere omoni come Ruud Gullit in lacrime. A fare da picchetto d’onore al giro del campo di Stefano, accompagnato dalla figlia e spinto sulla carrozzina da Roberto Baggio, c’erano calciatori di ieri e di oggi. E chissà se a qualcuno è passata per la testa “Chi sarà il prossimo?”. La leggenda nera dice che l’incidenza è dovuta a qualche sostanza in giro negli spogliatoi. A onor del vero la correlazione non solo non è provata, ma anche lo stesso interessato l’ha escluso. Ciononostante di volta in volta qualche calciatore se ne vien fuori con storie da dottor Mengele. A tal proposito Carlo Petrini ha scritto interessanti libri. Lui non ha più niente da perdere, neanche un figlio, perché l’ha già perso. Chi sa parli. Anche per il suo bene. Hanno aderito ed erano presenti, tra gli altri: Demetrio Albertini, Carlo Ancelotti, Giancarlo Antognoni, Roberto Baggio, Giacomo Banchelli, Franco Baresi, Sergio Battistini, Roberto Bosco, Marco Branca, Renato Buso, Ernesto Calisti, Stefano Carobbi, Angelo Colombo, Alessandro Costacurta, Antonio Dell'Oglio, Alberto Di Chiara, Roberto Donadoni, Alberigo Evani, Mario Faccenda, Diego Fuser, Filippo Galli, Giovanni Galli, Michele Gelsi, Ruud Gullit, Giuseppe Iachini, Marius Lacatus, Christian Lantignotti, Pietro Maiellaro, Alberto Malusci, Alessandro Mannini, GianMatteo Mareggini, Daniele Massaro, Luca Mattei, Mazinho, Marco Nappi, Massimo Orlando, Andrea Pazzagli, Davide Pellegrini, Giuseppe Pellicanò, Celeste Pin, Stefano Pioli, Roberto Pruzzo, Frank Rijkaard, Arrrigo Sacchi, Stefano Salvatori, Marco Simone, Giovanni Stroppa, Mauro Tassotti, Fatih Terim.

Come sia finita la partita non ha importanza, non in relazione a come potrebbe finire il calcio, o qualcuno di loro, se qualcuno sa e non parla.

Roberto Baggio ha regalato tante volte a Stefano la solitudine che ogni attaccante sogna: quella davanti al portiere. Adesso gli fa compagnia nella solitudine che ogni uomo teme.

 

                                                               Massimo   Bencivenga

 
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