5 anni, e un giorno, fa Ratzinger divenne Papa, analisi del conclave e di un pontificato..
sulla notizia

 
Cronaca  »  
Segnala su:     segnala su OKNOtizie    Segnala su Del.icio.us     sagnala su facebook

5 anni, e un giorno, fa Ratzinger divenne Papa, analisi del conclave e di un pontificato..

Una rapidissima ed inesaustiva panoramica di Benedetto XVI, con alcuni paragoni illustri e non, buoni e cattivi

5 anni, e un giorno, fa Ratzinger divenne Papa, analisi del conclave e di un pontificato..

Il 19 Aprile del 2005 si verificò una successione particolarmente ardua, è difficile succedere ad una persona salutata tra le lacrime sussurrando: “Santo subito”. Fu la prima volta che seguii un conclave, i pettegolezzi su questo o quel papabile. Sarà la volta di un sudamericano, si leggeva, al fine di compattare un sub continente (il sub non è razzista, ma solo geografico!) che è sì in larghissima parte cattolico, ma con sempre più persone che si avvicinano al fondamentalismo cristiano sul modello di movimenti evangelici quali la Congregatio Legionariorum Christi, i Legionari di Cristo. Il cattolicesimo sudamericano è stretto tra queste due forti tendenze: quella fondamentalista e quella più “animista” che tiene conto, cercando di integrarli, anche altri culti.

Il cardinale Óscar Rodríguez Maradiaga era uno dei papabili in caso di scelta Sudamerica, cardinale che ha avuto un ruolo nel legittimare il golpe nel suo Honduras di  Roberto Micheletti. Così come papabile lo era il cardinale argentino Jorge Maria Bergoglio

.
Cattolicesimo ed altri culti in Sudamerica.
Forse non tutti sanno che ad Haiti si è potuto assistere ad una spettacolare fusione tra il Vodou e il Cristianesimo, un sincretismo sul modello di quello appreso leggendo Dan Brown. Con i loa che diventano i nostri santi e Erzulie che diventa la Madonna. 
 

 

Ma torniamo ai giorni del conclave.
Chi paventava un papa asiatico aveva in mente qualcosa di simile a Wojtila, ossia di un uomo capace di fare da apripista, da testa di ponte per una maggiore penetrazione cattolica in paesi quali la Cina o l’India, un indiano come il cardinale Ivan Dias.

Un africano non venne mai preso seriamente in considerazione, le Profezie di Malachia possono anche essere sibilline, ma meglio non rischiare.

Ovviamente non mancavano i candidati italiani, la maggior parte degli elettori erano italiani, con Carlo Maria Martini uomo di punta.
Un’altra questione all’esame era l’età: puntare su uno giovane, come ai tempi Karol Wojtila o optare per uno più attempato?
Ratzinger, che comunque era indicato tra i papabili, e Martini sono coetanei.
Un Papa più anziano significherebbe, in teoria, meno anni di papato e meno tempo per apportare chissà che riforme. Lo stesso pensarono anche di Angelo Roncalli, che il mondo imparò a conoscere come Giovanni XXIII, lui fu Papa per 5 soli anni eppure…
Come spesso succede chi entra da Papa in Conclave ne esce cardinale.
E così adesso il Gesuita Martini, che avrebbe dovuto rappresentare l’ala progressista, è tornato ai suoi raffinati studi teologici, e sulla sedia gestatoria che fu di Pietro s’insediò il tedesco.

Nel suo primo discorso alla folla disse: “…hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti...”.
Un momento di umiltà che non l’ha più sfiorato in quanto da lì in poi è stato granitico ed ha fatto suo l’infallibilità papale. E poi la scelta del nome.
In tanti salutarono il nuovo Papa come alfiere della cristianità dura e pura, quella che non si piega ai “relativismi” ed alle interpretazioni che non siano quelle di Santa Romana Chiesa Cattolica e Apostolica.
Di certo c’è stata una brusca virata verso un maggior integralismo ed una minor apertura verso le altre dottrine rispetto al Pontificato di Wojtila, che aveva perso quote di mercato, a voler usare un linguaggio che va per la maggiore.

Un anno e qualche mese in più dopo la sua elezione ci fu il fattaccio di Ratisbona.

Lì il teologo non si curò del politico, l’esegeta fece a pugni con il leader.

Possiamo ben dire che in questi 5 anni Ratzinger è stato più un insegnante, burbero e saccente, che un pastore.
Lui è il 265° vescovo di Roma, sul trono che occupa si sono seduti buoni e cattivi, illuminati (Giovanni Paolo I), stregoni (Silvestro II) e affaristi spregiudicati (Innocenzo VIII), qualcuno alla morte è stato osannato, è il caso del Santo subito per Wojtila, mentre a qualcun altro (Sisto IV) toccò alla morte la canzoncina “Sisto, sei morto alfine: su, su, gettate a brani le scellerate membra in pasto ai lupi e ai cani!”.

Su quel trono si è seduto Giovanni XXIII, ma molto prima di lui Alessandro VI nato Roderic de Borja y Borja, italianizzato in Rodrigo Borgia, che si portava nelle stanze del Vaticano anche la giovane amante Giulia Farnese.

Sarà il tempo a collocare il pastore tedesco nella giusta dimensione, ma per adesso, stretto com’è tra l’ortodossia e la sempre montante marea della pedofilia nella Chiesa, potrebbe uscirne bene solo con un atto coraggioso e creativo, attributi che fanno difetto a Ratzinger. Chi vivrà vedrà.

A proposito di attributi, un’altra particolarità del conclave è la verifica tattile, da parte del Camerlengo di Santa Sede, dei testicoli del Papa, in modo da escludere con certezza una donna.
La formula di rito è: “virgam et testiculos habet”.
E la risposta? Deo Gratias, rendiamo grazie a Dio.
Già, perché si favoleggia anche di una donna sul trono di Pietro.

 

 

Leggenda da basso medioevo? O ancestrale paura della donna?

Massimo Bencivenga

 

 
Tag Clouds

Papa

chiesa

cattolica

Ratzinger

pedofilia
vescovi
CRONACA
 
CRONACA
QUANDO UNA TRADUZIONE ERRATA PUÒ COSTARE LA VITA
ALLERGIA: LE CAUSE DA RISCONTRARE ANCHE DALLA PRESENZA DI INSETTI
RIFIUTI, A PARMA ARRIVANO CINQUE NUOVE MINI ECOSTATION
LAUREE BREVI: PORTANO SUBITO LAVORO E GUADAGNI
WALTER NUDO A TALE QUALE SHOW: IL RISCHIO NON PAGA?
CROCCHETTE PER CANI, QUALI SCEGLIERE?
 
 
contatti

SullaNotizia - Giornale Online