L’America è pronta per un Presidente Mormone?
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L’America è pronta per un Presidente Mormone?

Mitt Romney, a mio parere, sarà il candidato repubblicano che si opporrà a Barack Obama. Dopo un presidente nero, l'elite Wasp è disposta a votare per un mormone come Romney? Io dico di no

L’America è pronta per un Presidente Mormone?

 

Ricordo che quattro anni fa, di questi tempi, un mio amico, peraltro un fine analista politico, si mostrò molto scettico sul fatto che Obama potesse essere il candidato democratico post Bush.
Lui sosteneva che i Democrats avrebbero vinto a mani basse, complice le scellerate scelte di George W, ma non con Obama, bensì con un puro e duro rappresentante WASP, l’oligarchia White Anglo-Saxon Protestant che da sempre, dai tempi della Mayflower e del Boston Tea Party, rappresenta il nerbo della nazione.
Come ogni fine analista che si rispetti, il mio amico prese la cantonata mentre io, analista a pasta e fagioli, ci presi perché da subito capiì che il nero poteva essere il colore della nuova speranza americana.

 

 

La maratona elettorale americana è iniziata, mentre scrivo non sono ancora al corrente di cosa stia succedendo nel caucus dell’Iowa, dove i candidati repubblicani si stanno dando battaglia.

L’Iowa non è uno Stato strategico, ma siccome apre sempre le danze assume una certa importanza perché in politica come nella vita chi ben comincia è a metà dell’opera.
Ma il risultato va preso con le molle; tanto per dire, nelle primarie del 2008, in Iowa stravinse Mike Huckabee, un ultraconservatore religioso la cui stella tramontò poche settimane dopo; il candidato che alla fine del processo elettorale ottenne la nomination, come ricorderete John McCain, in Iowa raccolse solo il 13% dei consensi. Un altro ultraconservatore religioso Rick Santorum, potrebbe essere il terzo incomodo nella sfida tra Mitt Romney, ex finanziere della Bain Capital ed ex governatore del Massachusetts, e Ron Paul, lui sì la quintessenza dell’uomo Wasp, anche se un tantino atipico dal momento che predica l’abolizione della Federal Reserve e l’interruzione degli aiuti militari a Israele.

Santorum si è presentato con una serie di frasi ad effetto, su Romney ha detto che “Romney si comporta da top manager ma all’America serve un comandante in capo”. E poi “farò ciò che affermo e affermo ciò in cui credo”. Mah. Quello della religione è un tema molto battuto tra i repubblicani; vi ricordate le parole di Michelle Bachmann quando disse che aveva ricevuto da Dio il mandato per rendere incostituzionale il matrimonio tra gay, quando disse altresì che Dio aveva mandato il terremoto a Washington per punire il governo federale, quando parlava dei gay come persone da curare.

Nell’ultima occasione un bambino di 8 anni, Elijah le disse: “My mommy’s gay but she doesn’t need fixing”, ossia “La mia mamma è gay ma non ha bisogno di essere curata“. Sapete Michelle, questo profeta in gonnella, cosa rispose? Bye, Bye. E se ne andò.

In quel momento, ne sono convinto, sono andati in fumo i sogni presidenziali di una donna che, convinta o meno, riteneva di aver avuto un mandato celeste per governare l’America. Ad ogni buon conto, la religione è la centro del dibattito repubblicano, ci sono non poche persone nel partito che vorrebbero cancellare Darwin dalle ore di scienze per insegnare, credo, l’intelligent design.

Romney è mormone, e deve difendersi dagli attacchi interni. Un altro candidato repubblicano, Rick Perry, governatore del Texas, durante un vasto raduno di cristiani evangelici ha fatto dire al pastore Robert Jeffress, della chiesa battista di Dallas, che Rick Perry è portatore di un “attaccamento sincero ai valori biblici”. Detto ciò, subito dopo, Jeffress, prendendo di mira Mitt Romney ha affermato che “la chiesa mormone non è cristiana. E’ una setta”.

Un istituto di statistica che sta valutando l’eleggibilità di un mormone ha fatto sapere che uno zoccolo di almeno il 20% di americani si dichiara ostile all'elezione di un presidente degli Stati Uniti di confessione mormone.
Uno studio pubblicato quest’anno ha rivelato che soltanto il 35% dei cittadini non avrebbe alcun problema a eleggere un candidato di questa confessione. Un dato maggiore rispetto ad un ateo (24%) o un musulmano (21%).

Tra i repubblicani, il 18% di essi afferma che non voterebbe per un candidato mormone.
Mitt Romney, che non può fare a meno dei voti dei cristiani conservatori, evita dunque di fare sfoggio della sua religione e si concentra piuttosto su temi condivisi come l'opposizione all'aborto e al matrimonio omosessuale.

Basterà?

Per me Mitt Romney sarà il candidato per i Repubblicani, ma la spunterà, ancora una volta, Barack Obama. A scanso di equivoci, Romney ha già fatto sapere che, qualora eletto, non darà un dollaro per salvare l’Italia e l’Europa.

Massimo Bencivenga

 

 

 
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