Quante volte abbiamo sentito dire che questa Europa non piace, che va ripensata nelle regole e nelle forme. A maggior ragione in un periodo come quello dell’ultimo lustro, con questa Europa che stenta a ripartire e uscire da una crisi che sembra essere strutturale.
Contro la crisi economica e la deriva euroscettica oggi c’è bisogno di un’altra Europa. Con uno sguardo lungo, che va oltre la scadenza elettorale di maggio 2014 per il rinnovo del Parlamento europeo, questo libro intende offrire – attraverso le voci di alcuni autorevoli protagonisti del dibattito sul futuro dell’Europa – materiale su cui riflettere e una nuova prospettiva in cui rilanciare l’obiettivo di un’Europa diversa: sostenibile, democratica, paritaria, inclusiva, solidale, fuori dalla crisi economica, sociale e generazionale. Un’Europa impegnata nella lotta ai cambiamenti climatici e che promuove le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, che combatte ogni forma di discriminazione delle donne, che riduce le spese militari a favore della spesa sociale, che è più vicina ai cittadini. Un’Europa che riparta dal disegno originario di un’Unione politica solidale, per migliorare davvero le condizioni di vita di tutti noi.
Tutto ciò, e tanto altro, potrete trovalo nel bel saggio.
Un’altra Europa. Sostenibile, democratica, paritaria, solidale A cura di Silvia Zamboni Con Prefazione di Edo Ronchi Edizioni Ambiente, aprile 2014 USCITA: maggio 2014
NUMERO PAGINE: 200
ISBN: 9788866271338
FORMATO: 15x23
STATO: disponibile
18,00 euro
Profondamente scossa nelle sue stesse fondamenta e nei suoi contenuti ideali, l’Unione europea sta conoscendo la più grave crisi di legittimità della sua storia, attraversata com’è da movimenti populisti e neo-nazionalisti che esprimono un’autentica avversione per l’Europa. Lo confermano i risultati elettorali di domenica 25 maggio per il rinnovo del Parlamento europeo che hanno visto il trionfo di Marine Le Pen in Francia, quello del partito euroscettico Ukip nel Regno Unito, il partito Fpoe, fondato da Haider, raddoppiare i consensi in Austria, quello nazionalista di estrema destra Jobbik piazzarsi al secondo posto in Ungheria e addirittura l’elezione di un eurodeputato neonazista in Germania. Anche il trionfo del partito di Tzipras in Grecia, sulla sponda politica opposta, lancia un messaggio chiaro contro le politiche di austerità che hanno stremato il paese culla della democrazia europea. Affluenze nettamente sotto il 50% (in un caso, quello della Slovacchia, addirittura sotto al 20%) sono un dato ricorrente e un altro netto segnale di disinteresse, quando non ostilità, per l’Europa di oggi.
Se, al contrario, il voto italiano restituisce un’immagine di sostanziale stabilità filo-europeista, pur nella consapevolezza che “qualcosa a Bruxelles deve cambiare”, allargando lo sguardo ad altri paesi europei viene spontaneo chiedersi come interpretare, in un panorama europeo così frastagliato, le indicazioni e le richieste di cambiamento espresse con il voto.
Invertire la rotta verso un’Europa desiderabile è però ancora possibile. Pre-condizione a tutto è che si ricominci a pensare in un orizzonte più ampio, cercando la soluzione alla crisi dentro e con l’Europa e in funzione dell’approfondimento del progetto europeo, non del suo affossamento, iscrivendo il nostro futuro in quell’orizzonte.
In questo contesto, con il libro “Un’altra Europa” Silvia Zamboni – attraverso le voci di alcuni tra i più autorevoli protagonisti del dibattito sul futuro dell’Europa e dell’euro: Edo Ronchi, Pier Virgilio Dastoli, Jürgen Habermas, Joyce Mushaben, Gabriela Abels, Pier Giorgio Ardeni, Joseph Stiglitz, Jean-Paul Fitoussi, Mario Pianta, Paolo Gerbaudo, Gianni Silvestrini, Monica Frassoni, Reinhard Bütikofer, Antonio Lumicisi, Sergio Andreis – propone materiale su cui riflettere, superando le più sterili contrapposizioni, e una nuova prospettiva verso cui rilanciare l’obiettivo di un’Europa diversa: ambientalmente sostenibile, democratica, paritaria, inclusiva, solidale, oltre la crisi economica, sociale e generazionale. Un libro che, all’indomani delle elezioni, acquista più che mai attualità, ora che l’Europa va ricostruita tenendo conto dei segnali lanciati dall’elettorato e dell’esperienza e dei risultati ottenuti finora con le politiche di sola austerity.
“C’è bisogno di vera solidarietà, che è ciò che più manca all’Europa. Abbiamo il Patto per la crescita e il Trattato su stabilità, coordinamento e governance. Dove ci stanno portando?”, si domanda Joseph E. Stiglitz nel suo contributo “Un’ agenda per salvare l’Euro”.
Come exit strategy dalla crisi economica e dalla bomba ad orologeria della disoccupazione giovanile, si sottolinea nel libro, ci vuole una crescita all’insegna di un green new deal europeo sciolto dai vincoli recessivi delle politiche di austerity. Solo un green new deal europeo, ovvero un piano di investimenti pubblici - in partnership coi privati e finanziato in parte da eurobond, quale forma accettabile di parziale mutualizzazione del debito pubblico - può rilanciare la prospettiva della crescita economica affrontando contemporaneamente anche la crisi ambientale ed energetica e puntando al rinnovamento delle infrastrutture dell’industria, del trasporto, dell’energia e allo sviluppo delle reti elettriche smart in grado di immagazzinare e restituire on demand l’elettricità prodotta dalle fonti rinnovabili. C’è bisogno di un’Europa paladina dell’ambiente e della lotta globale ai cambiamenti climatici, capofila quindi della transizione energetica verso un mondo de-carbonizzato, una transizione obbligata in termini energetici e ambientali che rappresenta una straordinaria opportunità di modernizzazione tecnologica e di rilancio sostenibile dell’economia e dell’occupazione sui mercati interni e globali. Alla vigilia della Conferenza Onu sul clima 2015 di Parigi, nel fissare i nuovi obiettivi della sua strategia energetica al 2030 l’Europa non può perdere il ruolo di apripista, che ha ricoperto finora, in questa transizione verso un mondo de-carbonizzato. Anche la crisi russo-ucraina e il far west che ha preso il sopravvento in Libia dovrebbero suonare da campanello d’allarme per accelerare il percorso di riduzione della dipendenza dell’Europa dall’import di combustibili fossili.
Ci vuole un’Europa le cui istituzioni siano più vicine ai cittadini e più sottoposte a un autentico controllo democratico. Un’Europa che riprenda in mano il pur complesso disegno originario di un’Unione politica solidale, per migliorare le condizioni di vita degli europei, e non il contrario. L’Unione monetaria da sola ha dimostrato di non funzionare.
Un’Europa battistrada nella diffusione delle politiche di genere per superare ogni forma di discriminazione delle donne e per mettere a profitto della società europea, e non solo, il loro contributo, aprendo la strada, di riflesso, al mainstreaming di genere e alle azioni positive anche nel resto del mondo.
Un’Europa che riduce le spese militari e incrementa la spesa sociale per un rilancio della crescita in termini di sostenibilità sociale e ambientale.
In questo orizzonte di un’Europa diversa e desiderabile c’è da augurare che la Presidenza di turno italiana del Consiglio dell’Unione europea nel secondo semestre 2014, nel solco della tradizione europeista italiana, contribuisca a far uscire la Ue dalla risacca del populismo antieuropeo e dei risorgenti spiriti neonazionalisti e a far ripartire la crescita.
Idee a tal proposito non mancano, come dimostrano le analisi, le riflessioni e le proposte delle autrici e degli autori dei contributi contenuti nel libro.
L’autrice. Silvia Zamboni, laureata in filosofia, è giornalista professionista. Già redattrice de La nuova ecologia, ha collaborato e collabora a varie testate. Su Rai 3 ha condotto il programma Greenpeace. Per Rai Radio 3 ha ideato e condotto i cicli di trasmissioni: Vai col vento (2006), La città in cammino (2007) ed Effetto terra (2008 e 2009) dedicati a buone pratiche di sostenibilità ambientale, Decidere insieme (2010) su esperienze di democrazia partecipativa. È autrice di Ecogalateo (1988), Città contro l’effetto serra (2005, con Karl-Ludwig Schibel), Rivoluzione bici (2009), l’Italia della green economy (2012). Ha curato il libro-intervista Vento a favore di Edo Ronchi e Pietro Colucci (2011) e Un'altra Europa (2014). Ha fatto parte del Consultive Forum on Environment and Sustainable Development della Commissione europea.
More info Monica Sozzi, Ufficio Stampa Edizioni Ambiente
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Massimo Bencivenga |