Italia Slovacchia 2-3. Siamo fuori dal mondiale, ultimi nel girone
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Italia Slovacchia 2-3. Siamo fuori dal mondiale, ultimi nel girone

Dopo Italia Slovacchia e la cocente delusione per l’eliminazione dal Mondiale sudafricano, lettera aperta al C.T. Marcello Lippi…

Italia Slovacchia 2-3. Siamo fuori dal mondiale, ultimi nel girone

Caro Marcello Lippi,
sono un grande tifoso di calcio dall’età di 5 anni, oggi ne ho 31. Ho sempre seguito la Nazionale Italiana di Calcio soffrendo come altri milioni di italiani davanti alla tv, festeggiando per le imprese degli Azzurri e piangendo alle sconfitte.
Prima di questo mondiale nutrivo moltissimi dubbi sul gruppo che partiva per il Sudafrica: un misto di grandissimi ex calciatori, calciatori dalla poca personalità e ben 6 calciatori reduci da un’annata pietosa come quella juventina, che solo arbitraggi scandalosi hanno salvato dal tracollo totale (basta analizzare i dati forniti dall’Osservatorio della lega sulla classifica senza errori arbitrali).
Quando ho saputo dell’infortunio di Pirlo ho pensato che il nostro Mondiale rischiava di essere seriamente compromesso dall’assenza forzata dell’unico calciatore di grande tecnica che hai convocato per il Sudafrica (Cassano, Balotelli, Miccoli e Totti sono rimasti in Italia).

Da grande professionista quale sei ti sei assunto tutte le responsabilità per questa disfatta e hai fatto bene. Ma non sono troppo d’accordo con te quando parli che il problema era solo nell’approccio psicologico.
I nostri correvano meno degli avversari. E’ un’intera stagione che tutti corrono di più dei calciatori della Juventus o dei vecchietti del Milan. Oggi in campo c’erano Cannavaro, Chiellini, Zambrotta, Gattuso, Pirlo e Iaquinta, che arrivavano sempre dopo i loro diretti avvrersari.
Maggio e Quagliarella, entrati nel secondo tempo della terza partita, a risultato già quasi compromesso, erano evidentemente tra i più in forma. Lo hanno ribadito ogni sera su Raiuno i giornalisti italiani. Come hanno fatto a vederlo loro e non tu che li alleni?
L’Italia non può pretendere di vincere le partite senza nessun calciatore che salti il suo diretto avversario. In questa nazionale hai portato solo 2 calciatori che lo fanno con una certa continuità nelle loro squadre di club, Di Natale e Quagliarella. Il buon Totò però in Nazionale da quando vi gioca non l’ha mai fatto, ma non a questi mondiali, mai. Ricorderete come durante gli scorsi Europei fu una delle delusioni dell’Italia di Donadoni.
L’altro, Quagliarella, ha saltato più volte i diretti avversari in 45 minuti di gioco che tutto il resto dell’Italia in tre partite. Non mi pare che dipenda dall’approccio psicologico se un calciatore sia dotato o meno di personalità e di tecnica individuale.
Oggi Pirlo, camminando in campo, ma facendo viaggiare la palla come nessun altro, ha ribadito che il gioco del calcio non si può giocare solo con i calciatori di forza ma che serve anche la tecnica. Non penso che dipenda solo dall’approccio psicologico, questo.
Maggio, reduce da una stagione straordinaria con i colori del Napoli, era l’unico esterno difensivo che hai ha portato in Sudafrica, caro Lippi, in grado di offendere. Non è un caso che una volta entrato ha subito messo Di Natale in condizione di battere a rete a tu per tu col portiere avversario.
Se Zambrotta è evidente che non sia quello di 4 anni fa, ma almeno nelle prime due uscite è stato comunque uno dei più positivi della spedizione azzurra, Criscito è un terzino che è stato fin troppo elogiato per aver assolto bene al suo “compitino”.  
Oggi sicuramente tra i maggiori responsabili della disfatta azzurra c’è stato Marchetti, con 4 tiri in porta subiti e 3 goal con almeno 2 incertezze, oltre ad una totale inefficienza nel giocare il pallone coi piedi, quando i difensori azzurri alleggerivano verso di lui.
Considerando che il buon Marchetti è giovane, gioca da soli 2 anni in serie A e milita nel Cagliari dove la pressione è poca e le Coppe non si giocano. Non era molto più intelligente affidarsi al più esperto  De Sanctis, già quarto portiere del Mondiale vinto nel 2006, con un’esperienza internazionale maggiore del suo collega e che gioca in una piazza difficile come quella di Napoli?
Ma torniamo a Quagliarella. Avendo lasciato a casa Cassano (per motivi di famiglia?), Balotelli (perché troppo immaturo?), Miccoli (perché indigesto a Moggi?), il buon Fabio, se escludiamo il suo amico Di Natale che grandi giocate le ha sempre fatte solo con le maglie dell’Empoli e dell’Udinese (notoriamente piazze prive di pressioni), era l’unico calciatore in grado di saltare l’uomo e di calciare da fuori area. Oggi ha siglato uno dei più bei goal del Mondiale sudafricano; con la complicità di Iaquinta ha fatto la giocata che ha permesso a Di Natale sulla respinta del portiere di siglare il goal del 2-1. Ha segnato altri 2 goal,uno annullato per fuorigioco millimetrico e l’altro (il goal fantasma), annullato, sembra, ingiustamente. Se sommiamo tutte queste azioni realizzate dal solo Quagliarella nel corso dei 45 minuti giocati, sono molte di più di tutto lo sterile attacco dell’Italia in 3 partite. Non è accettabile che una tale differenza sia attribuibile solo a motivi di carattere psicologico. Da sempre nel calcio sono le giocate dei singoli a decidere le partite!!
Per cui caro Marcello Lippi, come ti abbiamo difeso e osannato 4 anni fa, quando avevi avuto il merito di aver portato ai Mondiali i migliori calciatori italiani del momento, nel pieno della loro carriera, avevi azzeccato gran parte delle mosse durante le partite, oggi sarebbe offensivo per la tua intelligenza non muoverti nessuna critica.
Riassumendo ti attribuiamo i seguenti errori:
1) In un momento in cui il Calcio Italiano offre meno dal punto di vista della qualità dei calciatori hai lasciato Quasi tutti quelli più bravi tecnicamente.
2) Ti sei ostinato a lasciare in campo calciatori del blocco-Juventus, alcune scommesse senza personalità  e i vecchietti del Milan, quando in panca avevi calciatori più dotati dal punto di vista atletico, tecnico e reduci da una stagione migliore.
3)Per 225 minuti hai messo in campo una squadra che non ha osato un dribbling che sia uno. Fino all’ingresso di Quagliarella, che fenomeno non è, ma rispetto agli altri lo sembrava, non abbiamo visto nessun azzurro saltare il diretto avversario, neanche contro la Nuova Zelanda.

 
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