Da un po’ di tempo il Vaticano sembra aver perso gran parte della sua granitica solidità e coesione, nonché capacità di tenere la bocca chiusa.
Sono abbastanza sicuro che, se anche da qui alla fine dell’anno non si verificasse più nessun “incidente”, il 2012 potrebbe essere comunque considerato un anno tellurico per Santa Romana Chiesa Cattolica e Apostolica.
Prima le esternazioni di Carlo Maria Viganò, poi la questione IOR, con Ettore Gotti Tedeschi allontanato in malo modo, senza neanche i soliti auguri e i salamelecchi, in ultimo la fuga di notizie.
E Bertone che dice che Dan Brown ha rovinato i giornalisti, che vedono intrighi vaticani ovunque. Sarà, l’impressione generale però è che il potere del Segretario di Stato non sia più lo stesso di qualche tempo fa, che sia in atto un riposizionamento di poteri e che anche i fedelissimi comincino a prendere le distanze da Bertone.
Sembrano lontani gli anni in cui SdB, ossia Salesiani don Bosco, veniva interpretato anche come Siamo di Bertone, salesiano a sua volta.
Benedetto XVI, per un verso parla di “critiche ingiuste” verso Bertone, riponendo nello stesso piena fiducia. E per un altro verso, direte? Per un altro verso, il pastore tedesco, per rimettere un po’ di ordine in una curia vaticana che sembra andare alla deriva, ha dato incarico non già a Bertone stesso, bensì ad un collegio di saggi, adesso vanno di moda, composto da Ruini, Ouellet, Tomko, Pell, Tauran.
Questo consesso, tra le righe, dice due cose. In primis trattasi di persone che con Bertone non si prendono tanto; e poi trattasi di uno smacco abbastanza evidente al potere quasi assoluto esercitato, sin dai tempi di Paolo VI, dalla segreteria vaticana su alcune questioni spinose.
Insomma, tra le righe, si può leggere che il potere di Tarcisio Bertone è, ad oggi, ai minimi termini da quando è in carica.
Massimo Bencivenga
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