A quanto una Primavera Italiana? Vi mostro una fotografia, una fotografia che comprende, in una foto di gruppo, la corruzione dilagante in Lombardia, Campania, Calabria, Piemonte (solo per citarne alcune, ma nessuna regione è esclusa dalla pratica), le cricche gelatinose, i sistemi vari (tipo quello Finmeccanica), le zone grigie (in particolare quella campana e calabrese), la P3, P4 (un giorno di questi verrà fuori la P5), con il solito contorno di servizi deviati, faccendieri e amanti di grembiulini, squadra e compasso.
E’ questa l’istantanea dell’Italia che si avvicina al 2012? Difficile dire di no, ma questa è una piccolissima, direi quasi infinitesima, parte delle persone che compongono la Lombardia, la Campania, la Calabria, il Piemonte e così via. Sono però persone che contano, sono politici, funzionari statali, professori, uomini di legge, militari e così via. Ce ne possiamo liberare?
La democrazia ha in sé le potenzialità per individuare ed espellere le mele marce, questo diritto/dovere è però sospeso. E ne siamo tutti responsabili.
Perché, quando ci rechiamo nelle urne e, tappandoci il naso votiamo chi non dovremmo, chi sappiamo già che poco senso istituzionale, chi abbiamo il sentore che userà la politica per i suoi affari ed i suoi clientes (adepti) non facciamo che dare mandato a quella persona di comportarsi come pensiamo.
Il resto viene da sé, perché la politica, facendo da collettore, entra in tutto, negli appalti truccati come nelle scelte di politica ambientale, nelle nomine dei primari e dei funzionari come nella gestione di rifiuti ed armamenti.
Una volta Fini ebbe a dire che la politica avrebbe fatto dei passi avanti se avesse fatto dei passi indietro dinanzi a delle persone, pur portatori di tanti voti, non proprio “presentabili”.
Gli elettori hanno lo strumento per punire o premiare, se non lo facciamo è unicamente per colpa nostra.
Questo è quello che possiamo fare noi.
Per il resto mi sembra di vedere avvicinarsi i segnali spia di una tempesta che, da adolescente, non avevo ben compreso: Tangentopoli. Siamo sull’orlo di una nuova Tangentopoli? Da lì partì la cosiddetta Seconda Repubblica, con la Nuova Tangentopoli potrebbe concludersi la stessa.
Ricordo che si aveva paura del golpe dei Magistrati, si sbagliavano tutti.
Mentre tutti erano attenti a togliere potere alla Magistratura il colpo di Stato è avvenuto: lo hanno effettuato le banche.
Massimo Bencivenga
|