Venezia esoterica: Massoneria, cabala e...Giacomo Casanova
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Venezia esoterica: Massoneria, cabala e...Giacomo Casanova

Venezia č, insieme a Torino, Roma, Napoli e Firenze, una cittā magica

Continuiamo il nostro giro nelle città magiche ed esoteriche della nostra bella Italia. In un precedente post abbiamo visto, ed eletto, Torino quale “Capitale esoterica d’Italia” in quando città appartenente sia al triangolo di magia bianca (buona) Torino-Lione-Praga e sia al triangolo di magia nera (cattiva) Torino-San Francisco-Londra. Per la seconda piazza se la giocano diversi luoghi.
Difficile scegliere tra Napoli, Roma, Venezia e Firenze. Venezia è intrisa di leggende. Sin dal periodo della sua “nascita”, nessuno conosce con esattezza il periodo e le continue scoperte degli archeosub non aiutano di certo.  Oggi farebbe un po’ ridere l’affermazione secondo la quale Venezia sia la città eletta da Dio, ma nel passato i veneziani non hanno certo trovato questa affermazione scorretta.


Quindi Venezia è stata sempre vista come la città di Dio e come la Gerusalemme celeste (secondo la profezia di Sant' Agostino). Venezia non è stata mai stata costruita. E’ sorta così dalle acque. Compiuta. La Repubblica di Venezia fu protagonista di numerose crociate, all’epoca aveva la forza geopolitica che oggi possiamo associare alla Francia di Sarkozy) dalle quali gli avventurieri ed i mercanti tornavano con lo spirito di quelle terre meravigliose. Quindi ci sono leggende che parlano di Venezia in relazione al Santo Graal ed ai Templari, più specificatamente seguendo il filone che vede il Santo Graal passare per Istanbul e per il “Corno d’Oro”, da dove poi sarebbe passata anche la Corona di Spine di Gesù che Luigi IX di Francia riuscì a sottrarre alla città per portarla in Francia, presso la Sainte Chapelle, qualcuno ritiene, ma siamo sempre nell’ambito delle leggende, che qualora fosse davvero esistito, il Graal nel suo mistico cammino fosse davvero giunto nella città.
La tradizione veneziana del Santo Graal lo vuole nascosto nel trono di San Pietro, ossia il sedile ove si sarebbe davvero seduto l’Apostolo durante i suoi anni ad Antiochia costituito da una stele funeraria musulmana e decorato con i versetti del Corano oggi presente nella chiesa di San Pietro in Castello.
Ma è dal punto di vista magico che Venezia offre il meglio di sé. almeno due palazzi sono ritenuti “stregati”: Ca’ Dario e Ca’ Mocenigo del Vecchia. Il primo (nella foto il retro di Ca' Dario) fu edificato, si ritiene su un antico cimitero templare, dal mercante Giovanni Dario e dedicato ad un non meglio precisato genio del luogo secondo l’iscrizione “Genio urbis Joannes Dario”, una scritta che secondo molti nasconderebbe, anagrammata, enigmatici quanto orribili segreti: “SUB RUINA INSIDIOSA GENERO”, cioè colui che abiterà sotto questa casa andrà in rovina. Scritta così però l’anagramma non è perfetto.
C’è una U in meno ed una O in più. Occorre dire che bene bene la casa a molti non ha portato. Sono diverse le persone che l’hanno posseduta ad essersi suicidati o ad essere andati incontro a rovesci di fortuna clamorosi. Tra questi un ricco mercante turco, diversi manager e nobili italiani, un famoso impresario musicale e, solo per citare gli ultimi due, il tenore Mario Del Monaco e, udite udite, il tycoon della finanza nostrana anni ’80, l’uomo del “Moro di Venezia”: Raul Gardini, morto suicida in circostanze sospette e per motivi ancora da chiarire.

Gli esoteristi si sono sbizzarriti arrivando a parlare di energie negative intorno al palazzo, anzi si spingono a ritenere che l’intera città sia attraversata da una rete di correnti telluriche, positive e negative. Sempre gli stessi sostengono che il Canal Grande sarebbe la rappresentazione di quello che gli esperti del Feng shui chiamano il “grande drago” del sottosuolo, capace di influssi negativi e positivi. Iterando il discorso si può vedere il Canal Grande snodarsi come un serpente o un dragone visualizzando una “Caput Draconis” ed una “Cauda Draconis”.
La Caput Draconis ha valenza positiva; la Cauda Draconis ha ovviamente caratteristiche negative.
Per quanto riguarda invece Ca’ Mocenigo del Vecchia. I Moncenigo, i proprietari, cercarono di carpire a Giordano Bruno le sue conoscenze esoteriche e cabalistiche. Al rifiuto del filosofo nolano essi lo denunciarono come stregone, forse sarebbe più corretto dire “magus” in senso rinascimentale, alle autorità veneziane, la denuncia costrinse Giordano Bruno a riparare verso Roma,  dove verrà giustiziato. La leggenda vuole che quell’edificio sia infestato dal fantasma dell’eretico bruciato a Campo dei Fiori. La pista Giordano Bruno porta necessariamente verso la sapienza ebraica della Cabala (Qabbaláh)  e verso l’alchimia. In virtù degli stretti rapporti con il Medioriente, Venezia è stata da sempre un crogiuolo di culture, il toponimo del quartiere “Giudecca” sembrerebbe proprio segnalarci la presenza dei suoi primi abitanti, i giudei, da sempre maestri di alchimia e studiosi di Cabala.
Moltissime sono così le leggende presenti nell’antico e nuovo ghetto che riguardano gli rabbini e i loro studi di alchimia. La comunità ebraica di Venezia, prima di una delle tante persecuzioni, aveva un ruolo di rilievo nell’economia e nella cultura della città lagunare.

Giordano Bruno per Venezia ci è passato, ma un personaggio come Giacomo Casanova a Venezia è nato e cresciuto. E’ attestato anche il passaggio, per incontrare lo stesso Giacomo Casanova, e per scambiarsi formule e magici rituali per l’elisir di eterna giovinezza, di Cagliostro alias Giuseppe Balsamo. Così come la visita nella città dell’immortale Conte di Saint Germain. Giacomo Casanova, universalmente noto, al punto da diventare sinonimo di seduttore era in realtà anche uno studioso precoce ed acuto, un amante delle arti occulte. Giacomo Casanova fu iniziato alla massoneria a Lione (Lione vi ricorda qualcosa?) nel 1750. Casanova conobbe personalmente il fenomeno del ‘700, Wolfgang Amadeus Mozart. Wolfgang Amadeus Mozart era un altro affiliato alla massoneria e si ispirerà a Giacomo Casanova per il suo “Don Giovanni”.

E’ possibile scorgere, un po’ ovunque a Venezia, conoscenze alchemiche che possiamo far risalire agli arabi, alcuni elementi li troviamo nel quadrante della torre dell’orologio, laddove, tra simboli astronomici e astrologici, sono presenti raffigurazioni di mori. Più sconcertanti ed evidenti sono però le simbologie arabe presenti nelle vicinanze della porta della carta vicino la Basilica di San Marco. Qui sono rappresentati in un angolo i così detti “quattro mori”, i tetrarchi Diocleziano, Galerio, Massimiliano e Costanzo.
In realtà la tradizione lega queste figure all’alchimia come testimoniato da un fregio alla base dello stesso raffigurante due putti e due draghi intrecciati che portano un cartiglio con la scritta in veneziano arcaico “uomo faccia e dica pure ciò che gli passa per la testa e veda ciò che po’ capitargli”.
Sempre sullo stesso lato della Basilica sono presenti due colonne provenienti da Acri ove cultura cristiana e mora si mescolano in una mistica commistione di immagini tra le quali spiccano tre enigmatici criptogrammi per alcuni invocazioni al dio del musulmani Allah.

Massimo Bencivenga

 
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