Il metodo di studio O.P.A. è divisa in tre parti, ciascuna delle quali è divisa in altre tre parti.
Osa: rilassamento mentale
obiettivo/scopo/azione
pianificazione
Preparati: domande
mappa pre-studio
anteprima
Applica: II lettura e parole-chiave
verifica e mappe mentali
memorizzazione e cicli di ripasso
OSA
Rilassamento mentale.
Prima di applicare qualunque strategia relativa al metodo di studio, per poter sfruttare al meglio tutte le potenzialità della nostra mente, conviene utilizzare una strategia di rilassamento e concentrazione .
Prima di cominciare ogni sessione di studio, è consigliabile applicare una tecnica di rilassamento mentale come ad esempio, quella che consiste nel visualizzare i colori dell’arcobaleno prima in un verso e poi nell’altro. Questa strategia ti permetterà di accedere nell’arco di un paio di minuti di eliminare qualunque tipo di distrazione e di sfruttare a pieno le tue capacità mentali.
Obiettivo – scopo – azione.
Il secondo passaggio del metodo di studio Opa. Adesso è il momento di cominciare dalla fine. La maggior parte delle persone non raggiunge i risultati a cui aspira, perché a volte non ha nemmeno ben chiaro qual è l’obiettivo, qual è il vero scopo che si cela dietro di esso, e quali sono le azioni necessarie per poterlo perseguire.
L’ O.S.A. è uno strumento straordinario che ti permetterà di utilizzare tutto il tuo potere di anticipazione, ovvero la capacità di vivere in anticipo la realizzazione dell’obiettivo, e di conseguenza del tuo scopo; di raggiungere in questo modo quello “stato di grazia” che ti consentirà facilmente di individuare le azioni necessarie alla realizzazione del tuo scopo. Ma come si compila un O.S.A.? Dividendo il foglio in tre parti: nella prima andrà lo scopo, nella seconda l’obiettivo, nella terza le azioni.
Si parte dall’obiettivo. Quali sono le caratteristiche di un obiettivo?
Un obiettivo deve essere:
1.posto in positivo (come abbiamo già visto in precedenza la mente non percepisce negazioni)
2.ben definito (deve essere misurabile e con una scadenza)
3.raggiungibile e motivante (il rischio che si corre nel porsi un obiettivo è che a volte ci si chieda più di quanto siamo in grado di fare in quel momento, con conseguente frustrazione al mancato successo, e tante volte di meno, con conseguenti vittorie di Pirro).
Esempi di obiettivi posti male:
-voglio laurearmi.
-un esame per la prossima sessione.
-non voglio essere bocciato a questo esame.
Il primo è sì raggiungibile, posto in positivo, ma non è né ben definito né motivante; il secondo è raggiungibile e motivante, posto in positivo ma troppo vago; il terzo è raggiungibile, ma né motivante, né definito, e , soprattutto, posto in negativo
Esempi di obiettivi posti correttamente:
-superare l’esame di Storia contemporanea del 29/9, voto 30/30
-imparare 1200 vocaboli di inglese in 20 giorni a partire da domani
-leggere 900 parole al minuto con una ritenzione del 60% entro la fine del corso di lettura veloce
Ma per quanto motivante possa essere l’obiettivo, non è da lì che attingiamo il carburante necessario per raggiungerlo. In realtà nessuno ambisce a superare un esame per l’esame in sé, quanto piuttosto per tutta la gioia e la soddisfazione che ne conseguono. Il reale motivo per cui facciamo le cose va cercato in profondità, sul piano delle emozioni. Quindi una volta posto l’obiettivo, grazie al potere di anticipazione, bisognerà immaginare, e vivere in modo associato, come ci sentiremo una volta che lo avremo raggiunto. Finita questa visualizzazione immediatamente andremo a scrivere sotto agli “Scopi” tutto quello che abbiamo provato. Tra tutti gli scopi ce ne sarà sicuramente uno in particolare che ti emozionerà più degli altri, si tratta del tuo drive. Ma cos’è un drive?
Il drive è la ragione profonda, che ti spinge, anche nei momenti di difficoltà a superare qualunque ostacolo. Una volta trovato, scrivilo dappertutto, rendilo continuamente presente.
Se ho individuato lo scopo per cui voglio raggiungere l’obiettivo, adesso è il momento di passare a progettare il piano d’azione, tutto ciò che devo fare per conseguire lo scopo, e, di conseguenza, l’obiettivo.
O.S.A. è uno strumento che da utilizzare tutti i giorni prima di cominciare a studiare.
Pianificazione
Terzo passaggio del metodo di studio “OPA”. Prima di cominciare ad organizzare il tempo, bisogna avere un’idea chiara del lavoro che andiamo a svolgere (nel caso dello studio, il numero di libri e di pagine da studiare). Quindi innanzitutto procurarsi tutto ciò di cui si ha bisogno. Poi semplicemente dividere il numero dei giorni per il numero di pagine, eliminando domeniche, giorni di imprevisti, malattia, o svago. Per ciascun giorno, poi, fare lo stesso lavoro prima di cominciare a studiare. La parola d’ordine nell’affrontare il programma di studio è disciplina.
PREPARATI
Una volta un vecchio professore, tenendo un seminario ad un gruppo di studenti, usò una metafora che rimase per sempre impressa nelle loro menti. Entrando in classe, poggiò sulla cattedra di fronte a sé un recipiente di vetro. Chinatosi sotto la cattedra, tirò fuori una decina di pietre di forma irregolare, grandi circa un pugno e, una alla volta le infilò nel recipiente. Quando fu riempito completamente e nessun altra pietra poteva essere aggiunta, chiese alla classe: “secondo voi è pieno?” Tutti risposero di si. Si chinò allora di nuovo sotto il tavolo e tirò fuori un secchiello di ghiaia, la versò agitando leggermente il recipiente, di modo che i sassolini scivolassero negli spazi tra le pietre e poi chiese di nuovo: “adesso il barattolo è pieno?”A questo punto la classe aveva capito. “probabilmente no”, rispose uno.“bene” replicò l’insegnante. Si chinò sotto il tavolo e prese un secchiello di sabbia, la versò nel barattolo riempiendo tutto lo spazio rimasto libero. Di nuovo: “ il barattolo è pieno?’”“no!” rispose in coro la classe .“bene!” riprese l’insegnante. Tirata fuori una brocca d’acqua , la versò nel barattolo riempiendolo fino all’orlo.“Qual è la morale della storia?” chiese a questo punto. Una mano si levo all’istante : ”la morale è che c’è sempre spazio per aggiungere qualcos’altro!” “NO!”, replicò il professore, “Il punto non è questo. La verità che questo semplice esercizio dimostra che se non metti prima le pietre grandi, poi la ghiaia, quindi la sabbia, ed infine l’acqua non riuscirai mai a far entrare tutto questo materiale nel recipiente.”
Perché questa storia?
La nostra mente è un po’ come questo recipiente: per ogni passaggio, dalle domande ai cicli di ripasso, vengono in essa depositate un numero sempre maggiore di informazioni, andando via via a completare la nostra conoscenza degli argomenti, e permettendo alla nostra mente di creare gli opportuni collegamenti.
Ma come nell’esempio precedente lo studio sarà maggiormente efficace se seguirai le nostre indicazioni nell’ordine prestabilito. Dunque cominciamo subito con le pietre grandi.
Domande
Quarto passaggio del metodo di studio. Per ciò che concerne le domande abbiamo già detto abbastanza nel seguente link:
http://sullanotizia.com/rubriche/apprendimento/domande_e_apprendimento/domande_e_apprendimento.asp
Possiamo semplicemente aggiungere che più domande produttive ci porremo, maggiore sarà la qualità dello studio.
Mappa pre-studio
Quinto passaggio del metodo di studio. Prima di affrontare lo studio del testo è bene focalizzare la mente sull’argomento. Una strategia efficace è quella di realizzare le mappa mentali di Tony Buzan(http://sullanotizia.com/rubriche/Apprendimento/mappe_mentali/mappe_mentali.asp)
Nella mappa mentale è importante inserire tutto quello che già conosciamo sull’argomento, alla luce delle risposte alle domande che ci siamo appena posti. Si dovrebbe dedicare a questo esercizio non più di 5 minuti e il suo scopo è migliorare la concentrazione, eliminare le divagazioni ed evidenziare gli aspetti importanti. Il breve tempo da dedicare a tale esercizio, potrà a volte sembrare esiguo rispetto alla quantità di informazioni note. Tuttavia sintetizzare velocemente è un valido esercizio per attivare il sistema d’immagazzinamento e per indirizzare la mente.
Anteprima
Sesto passaggio del metodo di studio. Hai mai fatto caso a come è strutturato un telegiornale od un giornale radio? Riesci pensare a cosa succederebbe se non ci fosse l’overview iniziale? Probabilmente nessuno lo seguirebbe, ed anche chi lo facesse, probabilmente ricorderebbe molto meno di quanto non riesca a fare di solito. Per ciò che riguarda lo studio stesso discorso. Prima di cominciare a studiare un testo ne leggeremo la prefazione e andremo a dare un’occhiata al sommario, facendoci un’idea chiara di come è strutturato. In questa fase di approccio al testo faremo particolare attenzione al titolo di sezioni, capitoli e paragrafi, informazioni che potrebbero tornare utili durante la stesura della mappa. Fatto questo, cominceremo a leggere il testo molto velocemente. L’obiettivo di questa lettura non è la comprensione, né la sottolineatura ma bensì quello di operare una prima scrematura e farsi un’idea generale di ciò che si vuole studiare.
APPLICA
Seconda lettura e parole-chiave
Settimo passaggio del metodo di studio Una volta terminata la parte di preparazione ecco che comincia lo studio vero e proprio.
La seconda lettura, detta critica sarà la classica lettura di studio, laddove non capisco, rileggo. Lo scopo stavolta è comprendere, sottolineare i concetti-chiave, e cerchiare le parole-chiave che possono essere di due tipi, interne o esterne al testo.
Innanzitutto, cos’è un concetto-chiave? Cos’è una parola-chiave?
Un concetto chiave è una proposizione, una frase, da sola in grado di sintetizzare il senso di un intero periodo, o di un paragrafo.
La parola chiave, invece, è una parola che ci permette di richiamare il senso del concetto chiave al quale si riferisce.
Tra i due c’è una differenza sostanziale: mentre il concetto-chiave è oggettivo, la parola-chiave è soggettiva. Infatti laddove una parola interna al testo non ci richiami il concetto, ne sceglieremo una esterna. Le parole selezionate andranno scritte su di un foglio bianco.
Verifica e mappe
Ottavo passaggio del metodo di studio. La fase successiva alla seconda lettura è quella della verifica, anello di congiunzione tra la comprensione, l’organizzazione delle informazioni e la memorizzazione. Una volta terminato un capitolo, chiuso il libro, andremo a verificare col foglio compilato in precedenza, che le parole-chiave scelte rimandino ai concetti, e che, partendo da esse, siamo in grado di ripetere ciò che abbiamo appena letto e capito. Laddove una parola non dovesse rimandare al concetto, ritorneremo sul testo e andremo a sostituirla con un’altra. Completata la verifica potremo procedere alla stesura della mappa.
Memorizzazione e cicli di ripasso
Nono passaggio del metodo di studio Una volta completata la stesura della mappa il più delle volte, le informazioni principali saranno facilmente memorizzate anche solo applicando i principi della fotografia mentale. Ma per chi volesse essere certo di ricordare tutto, per filo e per segno ci sono diversi metodi per memorizzare discorsi, testi e mappe. Tra gli altri citiamo la tecnica dei “loci”e quella delle “stanze”.
Ma come si fa ad essere certi di ricordare queste informazioni anche a distanza di molto tempo? Non bisognerà fare altro che applicare i cicli di ripasso.
Ecco dunque a tua disposizione un vero e proprio metodo di studio, facile da applicare, veloce e estremamente produttivo.