Il Carnevale Sardo e il mito di Dioniso. Arlecchino invece è il re dei...
sulla notizia

 
Arte e Cultura  »  
Segnala su:     segnala su OKNOtizie    Segnala su Del.icio.us     sagnala su facebook

Il Carnevale Sardo e il mito di Dioniso. Arlecchino invece è il re dei...

Il Carnevale Sardo tra folklore e miti antichi

Il Carnevale Sardo e il mito di Dioniso. Arlecchino invece è il re dei...

Di questi tempi si vedono in giro dei bulletti armati di bombolette. State tranquilli, non sono dei pericolosi terroristi, ma bambini che si divertono nel periodo che chiamiamo Carnevale. Anzi, a volerla dire tutta i bambini che giocano e si mascherano sono sempre meno; sarà anche questo un effetto collaterale di un’Italia che, sempre più sta perdendo, la sua caratteristica allegria, la sua voglia di vivere. Anche quest’anno SullaNotizia si occuperà del Carnevale da un punto di vista “alternativo”. Già l’anno scorso abbiamo investigato la natura “demoniaca” di Arlecchino, associando la maschera multicolore ad una versione edulcorata di Herle King o Arlequin, il capo di quella che viene, di volta in volta, chiamata la Caccia Selvaggia, o Mesnie Ferale, o Caza Salvadega, o Familia Herlechini, o Masnada Infernale.

Nondimeno la celebrazione di giorni con il “mondo alla rovescia” è antichissima: i romani avevano i Saturnalia, guarda caso nel periodo del nostro Carnevale, ma qualcosa del genere avveniva anche nell’Egitto dei Faraoni e in chissà quante altre culture.

 

Ed erano manifestazioni orgiastiche, violente, brutali; talmente brutali che non pochi dogi veneziani misero al bando la festa. Quel mondo caotico, dove i servi diventavano padroni, altro non era che un inno alla necessità di un ordine, con tutti i significati che questo può portare.
Se dici Carnevale in Italia il pensiero corre subitaneo a Venezia, a Viareggio, a Putignano o a Capua solo citare alcuni famosi carnevali.
Esiste però un altro Carnevale interessante: quello Sardo. Il Carnevale Sardo sembrerebbe essere invece un inno alla sempiterna lotta bene-male, letta però in chiave pastorale, agreste; un Carnevale con dei forti connotati, ed intimamente legato, ai riti di fertilità e dionisiaci. Le maschere tradizionali del Carnevale Sardo sono solitamente scure, paurose ed il contorno di pennacchi e campanelli fa correre il pensiero a rituali sciamanici di balli propiziatori, nella fattispecie volti ad ingraziarsi le divinità della fertilità e di scacciare, o impaurire, quelle legate a siccità e carestie.
Non pochi vedono nel Carnevale Sardo una rappresentazione del mito di Dioniso, divinità particolarmente amata, ed evocata, seppur con nomi diversi, in tutte le comunità agropastorali del mediterraneo. La morte del dio, nelle sue rappresentazioni di toro, cervo e cinghiale, viene pianta amaramente da queste maschere tetre, luttuose. Terribili. Ma la rinascita è immediata ed il riferimento è sin troppo chiaro e palese ad una concezione circolare del tempo ed al ciclo delle stagioni.
Temi conduttori del Carnevale Sardo sono:

·         Il Re-Fantoccio, che impersona la vittima sacrificale. Normalmente è posto a morte attraverso il fuoco, viene pianto e conosce una quasi immediata rinascita. E' il fulcro del Carnevale Sardo.

·         Le maschere tragiche. Ogni paese possiede la propria, e seppure queste abbiano conosciuto un periodo di disuso, dovuto ai conflitti mondiali, alla scarsa voglia di festeggiare, ai dettami religiosi e politici, oggi sono state riscoperte e conoscono un periodo di nuova valorizzazione e studio. Non pochi studiosi di folklore, anche europeo, sono attratti ed incuriositi dal Carnevale Sardo.

·         L’elemento equestre. E' presente in alcuni Carnevali isolani quali, ad esempio, quello di Oristano e di Santo Lussurgiu, che mantengono inalterato un antico fascino che ogni anno riescono a trasmettere ai propri visitatori.

Di particolare interesse etnologico è, in Sardegna, il Carnevale Sardo Barbaricino con quel suo porre costantemente l’accento sul ciclo della morte e della rinascita della natura, pieno di rituali arcaici di esorcizzazione e di maschere orride che ripropongono, in chiave grottesca, il rapporto uomo-animale tanto caro e tanto legato all’agricoltura ed alla pastorizia.

Nota per i toponi da biblioteca: Se spulciate un po’ il mito di Dioniso vi troverete delle straordinarie assonanze con i miti di Horus (a volte chiamto Possente Toro), Mitra e Khrisna. Tutte questi miti parlano di semidei, figli di una donna umana, molte volte vergine, e di una divinità, che muoiono e rinascono.
Come Gesù.

                             Massimo Bencivenga

 
ARTE E CULTURA
 
ARTE E CULTURA
TURISMO ACCESSIBILE: COSA C’È DA SAPERE
I VISTI PER ACCEDERE IN AUSTRALIA
LE PROPRIETÀ BENEFICHE DEL FORMAGGIO
FESTEGGIARE IL CAPODANNO: LE MIGLIORI OFFERTE PER UNA LUNGA NOTTE DI DIVERTIMENTO
SIETE A CORTO DI IDEE PER L'ANIMAZIONE DEL MATRIMONIO? PROVATE I PHOTO BOOTH!
AMPLIAMENTI CASA: UNO SGUARDO A COSTI E LEGGI
 
 
contatti

SullaNotizia - Giornale Online