Il Web tra Angeli e demoni e la torre di Babele
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Il Web tra Angeli e demoni e la torre di Babele

Dan Brown e Tim Berners-Lee, Wikinomics, il Cern e la rivoluzione digitale

Il Web tra Angeli e demoni e la torre di Babele

In molti lo hanno imparato leggendo il controverso libro di Dan Brown “Angeli e demoni”, (possibile che una tecnologia valida non sia nata in America?), i nerd e gli appassionati di tecnologia l’hanno sempre saputo. Cosa? Che il web è nato al Cern di Ginevra, un laboratorio che da sempre si occupa di indagare la fisica nucleare. In quello che sembra un lontano 13 marzo di 20 anni fa un ingegnere di nome Timothy John (Tim) Berners-Lee presentò un progetto per scambiarsi informazioni, una piattaforma comune a tutti i fisici, i chimici e gli ingegneri che lavoravano al laboratorio. Ecco un tipico esempio di come una tecnologia viene sviluppata in un contesto completamente diverso da quello per il quale era stato pensato. Adesso ci scambiamo informazioni, file, bit, giochi, modifichiamo e mixiamo, ibridiamo e mescoliamo suoni e colori e vita.

Da quel giorno la babele scientifica ha trovato un’unica, universale lingua, e molte cose non sono più state precluse al genere umano.

 

 

                                                            

 

 

Occorre fare una precisazione. Il web è nato al Cern, mentre Internet è un progetto di fine anni sessanta, sviluppato dal Darpa e nato con lo scopo di tenere in collegamento alcuni punti nevralgici del paese: La Casa Bianca, varie università, basi militari, rifugi, centri di controllo e spionaggio, ospedali, istituti per la guerra chimica, basi nucleari e così via. Tutte questi nodi della rete o della griglia dovevano essere sì connessi, ma anche capaci di interagire e continuare a funzionare anche qualora uno degli obiettivi fosse stato colpito e reso inutile. E pensare che il diretto superiore di Bernes-Lee, l’uomo cui fu sottoposto il progetto, lo reputò “vago, ma interessante”. Erano altri tempi, e con le scommesse audaci è sempre così, non viene subito recepita la potenzialità. Nel tempo la Sacra Trimurti composta da Internet, Web e Google e il tanto decantato web 2.0 hanno radicalmente cambiato la vita delle persone, ne hanno ridefinito tempi e modi di interazione, una rivoluzione di cui siamo i pionieri ma della quale, nondimeno, ne siamo artefici senza comprenderne appieno le reali potenzialità che sembrano davvero notevoli. Ogni giorno ci sorprendiamo per un nuovo sito, una nuova applicazione mentre l’editoria, la pubblicità, il marketing, la logistica e così via subiscono una rivoluzione epocale nei modi e nei tempi. Ripeto non ci rendiamo conto ancora della rivoluzione digitale che stiamo aiutando a implementare. La rete, e quindi il web, ci fornisce risposte per ogni domanda; telefoniamo gratis; le aziende hanno a disposizione competenze, conoscenze e creatività in outsourcing, la Gold Corp, primaria azienda mineraria è uscita da un situazione difficile chiedendo aiuto al popolo della rete; i ricercatori e gli studiosi possono offrire o vendere le loro scoperte su Innocentive o piattaforme simili; gli studenti di Urbino possono vedere cosa i loro colleghi studiamo ad Harvard; i consumatori possono giovarsi di un’enorme esperienza prima di comprare un prodotto; la Procter&Gamble era con l’acqua alla gola, ma attraverso la rete è riuscita a risollevarsi; e così hanno fatto anche Boeing e Bmw.  E tanti altri. Per tutto questo dobbiamo ringraziare l’ing. Tim Berners-Lee. Grazie.

 

 

 

 

 

 

 

 
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