Le donne Vega, le chiamano così. Chi chiamano così? Sono dette così le donne che lavorano allo sviluppo di Vega, il vettore spaziale italiano. Quindi stiamo parlando di ricerca aerospaziale, mica cosa da ridere, e loro si chiamano Giovanna Manca, Laura Cospite, Francesca Lillo, Claudia Di Trapani e Sara Corsetti.
E di questi tempi possono essere una istantanea che non potrà che fare del bene all’Italia e la tanto vituperata ricerca italiana che, nonostante tutto, mi sente di dire, ogni tanto ottiene qualche bel risultato.
Dopotutto una volta, neanche tanto tempo fa, gli italiani dicevano la loro nell’ambito dell’aereonautica, basti pensare a Umberto Nobile. Giovanna Manca s’è commossa a lancio avvenuto in quel di Kourou, nella Guyana francese, e insieme a Claudia Di Trapani ha messo sotto stress il vettore, simulazione dopo simulazione.
Francesca Lillo è invece laureata in chimica e all’interno del gruppo si occupa dei propellenti solidi. Sara Corsetti che con i suoi 29 anni è la più giovane del gruppo che si occupa di varie cose, anche della sicurezza dei satelliti ospitati nel vettore. A capo del gruppo c’è Luara Cospite, che del progetto Vega sa tutto in quanto veterana del primo giorno del progetto stesso.
Mi scuso con loro se ho attribuito competenze e mansioni inadeguate, non era questa l’intenzione. Mi premeva invece sottolineare come la giusta combinazioni di cervelli e risorse finanziarie possa far nascere e crescere qualcosa di buono anche da noi in Italia, senza che i cervelli stessi debbano per forza trovare risorse finanziarie solo ed esclusivamente all’estero.
Massimo Bencivenga
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