Non solo Hunger Games.
Lo abbiamo detto e ripetuto molte volte. I romanzi, la letteratura di genere e intrattenimento, chiamiamola così, va di filone in filo. Ridotti ormai a rivoli i filoni inaugurati da Dan Brown (Archeo-Thriller? Bible-Thriller?) e da Stieg Larsson (i gialli scandinavi); ridimensionati anche gli emuli di J. K. Rowling (Harry Potter) e Stephenie Meyer (la saga di Bella ed Eduard), nonché quelli di J. R. R. Tolkien (Il Signore degli Anelli) adesso tocca agli Zombie, all’Urban fantasy. E a ciò che i tassonomisti chiamano Young Adult, in variante Chick-Fi, ossia romanzi d’avventura e fantascientifici scritti da giovani donne. E devo dire che la letteratura erotica alla E. L. James (le sfumature bla bla) ha ballato meno di quel che pensavo.
Non solo Suzanne Collins nel filone, Young Adult con variante Chick-Fi, dicevo; stanno spuntando come funghi anche altri autrici.
Tra le tante ci sentiamo di segnalare Veronica Roth, autrice della serie Divergent, nella quale la quindicenne Beatrice Prior si muove in una Chicago dai forti connotati totalitaristici.
Altre autrici da segnalare sono Cassandra Clare, Sarah Rees Brennan, Kristin Cashore, N.K. Jemisin, Phoebe North, Jo Walton, Octavia E. Butler, Chang-Rae Lee.
Le giovani eroine vivono problemi in tutto e per tutto simili ai disagi che provano gli adolescenti in carne e ossa.
Solo che, in più, si trovano, per un motivo o per un altro, a combattere per salvare il mondo, le persone care e la civiltà.
I sociologi vedono nell’attivismo delle eroine uno spaccato della nostra società, con sempre più donne impegnate in una società che tende ad essere, in maniera sottile ma inesorabile, ben più totalitaria di qualche decade fa.
Basti pensare alla stretta sui diritti e sulle libertà individuali prima e dopo l’11 Settembre.
La letteratura, anche quella di genere, ha spesso il pregio di anticipare i cambiamenti sociali.
Le ragazzine smetteranno di farsi le selfie e salveranno il mondo?
Massimo Bencivenga |