Marco Carta ha qualche santo in paradiso. Dopo aver vinto, senza peraltro meritare pienamente, un’edizione di “Amici”, la scuola di canto e ballo che vede tra i maestri Garrison, Albo Busi (sic!) e Grazia Di Michele, è andato a Sanremo, prima di lui ci era andato anche Denis, un altro prodotto di Amici e ,incredibile a dirsi, ha anche vinto. Ha meritato? Meglio non commentare. Facciamo i cattivi, teniamo sempre ben in mente che “ a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Allora, autore e produttore della canzone è Paolo Carta, il nome non dirà molto ai non addetti, ma tale personaggio è il compagno di Laura Pausini, se a ciò aggiungiamo che Marco Carta è uno dei pupilli di Maria De Filippi e diventa più spiegabile il successo. Per ciò che riguarda la categoria Nuove Proposte ha vinto Rosalba Pippa, in arte
Arisa. 26enne è nata a Genova e vissuto a lungo a Potenza, il sindaco della sua cittadina potentina, Pignola l’aspetta per una grande festa, anche se ora vive a Roma. Ha ottenuto, di diritto, la partecipazione al Festival di Sanremo 2009 essendo una delle due vincitrici di SanremoLab, il concorso promosso dal Comune di Sanremo. Last but not last, anzi forse è l’elemento fondamentale per il successo, la timida ragazza ha frequentato il Cet, l’università della musica, di Mogol, e la sua canzone è stata scritta da un autore della scuola. Siamo di fronte a due “casi” musicali sapientemente costruiti. Ogni tanto Sanremo è stato, e così dovrebbe essere, teatro di sperimentazione musicale, a volte vince una musica diversa, l’ultimo caso del genere è rappresentato da Piccola Orchestra Avion Travel, ma nel caso di Carta o Arisa non c’è nessuna sperimentazione. E’ solo marketing. E nessuno degli artisti se la prende più di tanto, un caso limite in tal senso fu Luigi Tenco, ma oggi ognuno sembra prenderla come un gioco ed una vetrina. Ma Sanremo è una gara. Povia, quello dei bambini e dei piccioni che poi sono i nonni, ha sposato la linea “ambientale” del problema gay anziché quella genetica, in tal modo ha potuto portarlo nel luogo di musica più conservatore e retrivo d’Italia. Alla luce di ciò assume nuova luce il coraggio di Luca Barbarossa che, nel lontano 1987, l’anno della morte di Villa e del trionfo dell’inedito trio Morandi-Tozzi-Ruggeri, osò parlare, con la sua “L’amore rubato”, della violenza sessuale. Un caso molto attuale. Anche la presenza di Maria De Filippi nel teatro dell’Ariston non è del tutta casuale, nei corridoi si vocifera di una sua “voglia” di passare in Rai, il suo contratto è in scadenza e sinora non è stato rinnovato. Da parte sua c’è la volontà. Vedremo. Così come staremo a vedere se Marco Carta e Arisa saranno meteore o supernove nel firmamento delle stelle.
Massimo Bencivenga |