Anche quest’anno puntuale come una tassa o come il virus stagionale arriva l’atteso, si fa per dire, filmone di natale prodotto da De Laurentis con la regia di Neri Parenti o dei Vanzina. Quest’anno la location per le avventure del mattatore(?) Christian De Sica è il paese dell’allegria, della saudade e del Futbol: il Brazil e, più specificatamente, Rio de Janeiro, la città con la skyline dominata dal Cristo del Corcovado. I critici non loderanno mai un film del genere, o degenere, e analogamente tra gli appassionati di cinema tali spettacoli sono trattati alla stregua di bassa lega. Cose disdicevoli insomma. Un pugno agli occhi e un oltraggio all’intelligenza relegata e subordinata a istinti bassi, troppi bassi. Quello che molti critici e puristi dell’arte si rifiutano, più o meno volutamente, di ammettere e il valore sociologico di tali film.
Massimo Bencivenga |