La scorsa domenica ci sono state le elezioni per eleggere il sindaco di Mosca. Sono curioso di vedere il consenso che riuscirà a strappare Alexei Anatolievich Navalny, il blogger anti-Putin condannato e imprigionato lo scorso Luglio per furto di legname e scarcerato dopo solo un giorno. E dopo furiose proteste.
Si parla di lui come dell’Obama russo. Ci sono delle assonanze? I due sono avvocati. E sono giovani: Navalny ha 37 anni. Ma le analogie sembrano finire qui, perché mentre Obama si è avvalso di un partito “tradizionale”, lui ha cominciato a lavorare per un proprio partito-movimento, anche se l’8 Settembre, dal momento che detto movimento non è stato ammesso, correrà con i colori del partito Parnas. Obama non ha mai subito perquisizioni né intimidazioni. Una folla oceanica lo ha atteso alla stazione di Mosca, dove è arrivato dal carcere di Kirov; difficile non pensare a un altro che arrivò in treno: Lenin.
L’attuale sindaco di Mosca, il tecnocrate siberiano Sergei Sobyanin, 55 anni, uomo del Cremlino e ipso facto di Putin, ha scelto d anticipare di un anno le elezioni. Un salto nel buio? Mica tanto. Un anno di polemiche in meno vi sembrano poche? E meno giorni per organizzarsi per Navalny. Sul blogger le opinioni son contrastanti. Qualcuno lo vede come una mina vagante, altri sperano di umiliarlo politicamente con i numeri e poi pensare a farlo con qualche indagine costruita ad hoc.
Mosca, per Navalny rappresenta un allenamento e una tappa intermedia, dal momento che non ha mai fatto mistero di puntare alle presidenziali del 2018. Il suo slogan elettorale è “Cambia la Russia. Comincia da Mosca”. Yes, we can.
Navalny, al pari del primo Obama ha fatto una campagna elettorale contando e sostenuto dall’entusiasmo dei giovani, i circa 15mila attivisti che compongono la “Komanda Navalnava”, lo staff di Navalny, puntando altresì forte e deciso sui social. Anche dal punto di vista finanziario ha fatto molto leva sulle donazioni volontarie e spontanee.
Il programma? Più speranze e sogni che numeri concreti. Più che addentrarsi nella macchina gestionale ha cercato di fa balenare il sogno di una Mosca migliore, perché può essere migliore ridistribuendo meglio un bilancio di 37,6 miliardi di euro, una somma inferiore solo alla città della Grande Mela. Ma anche questo difensore dei diritti non ha mancato di cedere verso una deriva xenofoba e nazionalista promettendo di combattere il fenomeno dell’immigrazione.
Mentre scrivo ci sono i risultati. E sono incoraggianti solo a metà per Navalny.
Navalny è andato oltre le aspettative prendendo il 27.2%, gli analisti davano una forchetta tra 20-25%. Non ci sarà nessun ballottaggio però, dal momento che Sobyanin ha preso il 51.3%, bastevole a vincere (anche se ci sono proteste su presunti brogli) ma non a evitare una figuraccia. E Putin dovrà tenerne conto.
Ma il dato che più fa riflettere è l’affluenza al 32%. In primis forse bisognerebbe pensare a evitare di validare elezioni con simili percentuali.
Ma per chi avrebbe votato il 70% scarso di moscoviti?
Navalny deve partire da questo dato, deve ancora portare e convincere tanta gente se vorrà duellare alla pari con Putin nel 2018.
C’è tempo, e tante cose possono succedere.
Massimo Bencivenga |