Sondaggio Obama-Romney nel mese di Agosto. A luglio Obama era in vantaggio, adesso li danno alla pari. Cos’è successo? Niente di che, è stato Obama a farsi erodere il vantaggio più che Romney a recuperare. La partita decisiva, da qui a fine Ottobre, si giocherà sull’economia e sul prestigio internazionale.
Sul fronte economico le cose non vanno granchè bene, le agenzie di rating minacciano un giorno sì e l’altro pure di declassare gli Stati Uniti, ora la cosa avrà pure il peso che avrà, Monti&Co non si scompongono più di tanto dimenticando che sono lì perché qualcuno diceva che detti indicatori inchiodavano Berlusconi.
Dicevo, le agenzie di rating avranno pure il peso che avranno, è però innegabile che un POTUS (President of the United States) che si presenta alla tenzone elettorale declassato non parte benissimo. E le statistiche sembrano remare contro, mai nessun presidente è stato rieletto con una simile percentuale di disoccupati.
Riuscirà in siffatte condizioni Obama a spuntarla? Qualora ciò dovesse succedere accadrà con percentuali ben diverse da quelle di 4 anni fa. Romney, dal canto suo continua a essere additato come uomo organico al sistema finanziario che ha prodotto detta crisi e che nel mentre, intendo prima e durante la stessa, ha dettato legge e si è arricchito. Il sistema e lui. Una certa percentuale lo vede, nonostante tutto dico io, più capace di amministrare. Il candidato presidente mormone Romney ha sciolto la riserva sul vice, in caso di vittoria il vicepresidente sarà il giovane Paul Ryan (Tom Clancy avrebbe già votato per lui, ma adesso che ha scelto come vice uno che si chiama come il suo Jack lo farà ancora più volentieri), uno che è stato l’autore della Roadmap for American Future, e che sull’economia ha idee molte vicine a quelle del Tea Party.
Ma Romney ha subito fatto intendere che sull’economia si seguiranno le sue idee e non quelle di Ryan. E allora perché sceglierlo? Per cercare di convincere la destra profonda e ultraliberalista, che vede Romney troppo moderato, a votare per lui? Mentre scrivo non so com’è finita la questione dei redditi, con Romney messo in imbarazzo per alcuni conti off.shore. C’è poi la questione religiosa, che sinora è stata marginale ma che lo staff di Obama potrebbe tirare fuori.
I mormoni non sono ben visti da protestanti, cattolici, evangelisti e cristiani in generale. Per Obama di sicuro verrà tirata fuori che è musulmano.
Decisiva sarà come al solito la questione mediorientale che, visto ciò che sta succedendo in Siria e Egitto, rischia di pesare ancora di più delle altre volte. Romney in ciò parte avvantaggiato: è dalla parte di Israele tout court.
Adesso sono pari, lo staff di Obama, per confermare il presidente, dovrà tirare fuori qualche coniglio dal cilindro perché a parte il ritiro dall’Iraq e una timida riforma sanitaria, il presidente nero, verde e no lobbies ha fallito su tutta la linea.
Sono in tanti i disillusi, riuscirà Obama a sedurli di nuovo? C’è un sondaggio Obama-Romney che merita una riflessione.
Alla domanda: “Quanto ti senti a tuo agio con un presidente come Romney o come Obama?”. Ebbene, il 26% ha risposto Romney a fronte del 41% con Obama.
Massimo Bencivenga
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