A gennaio indicammo in Mitt Romney lo sfidante ufficiale del Faraone Nero Obama alle presidenziali Usa. A distanza di 4 mesi, possiamo dire che avevamo visto giusto. Sempre in quei mesi eravamo soliti dire che Obama l’avrebbe comunque spuntata. Ne sono, ne siamo ancora convinti. Certo, ci aspettavamo un Gingrich più combattivo e di sicuro non ci aspettavamo l’exploit di Rick Santorum, che da outsider che era si è rivelato essere la vera sorpresa, il volto nuovo dell’Old Party.
Si è ritirato dopo aver logorato un poco Romney e aver aperto anche qualche breccia che potrà essere sfruttata da Obama e dai suoi. Si è ritirato contando, forse, di poter essere il frontman tra altri 4 anni; ma 4 anni in politica possono essere pochi o tanti, bastevoli comunque a far tramontare stelle annunciate, in tal senso basta vedere quello che è successo a Sarah Palin. I sondaggi sono altalenanti, ma se si votasse oggi Obama avrebbe buone probabilità di essere rieletto. La buccia di banana di Obama è l’economia, il paese ha ancora una forte percentuale di disoccupati, di più, nessun presidente è stato rieletto con una simile percentuale di disoccupazione.
Ma Obama può giocarsi la carta della crisi globale.
E può fregiarsi, a torto a ragione di aver portato via i soldati dall’Iraq nonché di aver “giustiziato”, non trovo altre parole, Osama Bin Laden. Per il resto le lobby sono ancora lì, il paese non si è risollevato e il presidente Verde, in senso ecologico, ha avuto la sventura di incappare nella marea nera, ma non è stato altresì molto accomodante nel summit di Copenhagen, dove invece non c’è stata nessuna disgrazia bensì solo il veto delle lobby.
Romney critica le ricette economiche di Obama, ma non offre grandi alternative e viene visto come il wasp che si e arricchito con la finanza. Questo della finanza è un discorso che ho già affrontato. La ricchezza in America è ben vista anche perché c’è una forte morale protestante, ma c’è ricchezza e ricchezza.
C’è la ricchezza di Gates e Jobs, e c’è la ricchezza di Romney.
La prima dà qualcosa, la seconda è più immateriale e semmai toglie qualcosa, e cioè i posti di lavoro.
L’8% dei cattolici dice di non rivoterà Obama, ma una larga fetta dei cristiani di ogni confessione non è affatto entusiasta di vedere alla Casa Bianca un mormone, per quanto moderato come Romney.
Obama, nel complesso, sottrae molto voti al rivale tra le donne, da sempre un po’ bistrattate e messe da parte, quando non all'angolo, ideologicamente e religiosamente, dai repubblicani.
Ma da qui a Novembre tante cose possono ancora succedere.
Se Obama, in questi mesi, riuscirà a convincere l’America su economia e Afghanistan allora gli Stati Uniti dovranno pazientare ancora per vedere un mormone alla Casa Bianca.
Massimo Bencivenga
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