Nella scorsa settimana abbiamo detto che si voterà in tre grandi paesi del mondo, paesi con un grande peso nella bilancia geopolitica: Russia, Francia e Usa.
La prima tornata elettorale sarà il prossimo weekend, in Russia. Vladimir Putin, a vedere i sondaggi, è in una botte di ferro, quasi tutti lo danno vincente al primo turno, e in tanti lo immagino come nuovo padre della Russia da qui al 2024.
Già, perché l’ex maggiore del KGB ha imposto al suo zerbino Medvedev, che probabilmente gli farà da premier, di allungare il mandato da 5 a 6 anni. E pensare che qualcuno in Occidente s’era arrischiato addirittura ad immaginare un Dmitry Medvedev con facoltà autonoma di giudizio. Ed invece che ti fa lo zerbino di Putin al governo? Allunga il mandato e, candidamente, affermò che: “Putin è più popolare di me ed è il politico più autorevole del Paese quindi è inutile farsi concorrenza quando si condividono gli stessi obiettivi.”
Noto però un certo nervosismo. Se a novembre ci furono delle retate per oscurare siti, blog e forum non allineati con il Putin pensiero (con danno anche agli amici italiani che si appoggiavano alla piattaforma livejournal) adesso gli strateghi intorno a Putin hanno tirato fuori il trucco più rancido del mondo, quello usato dai politici in difficoltà: l’attentato sventato. Mi vogliono far furoi perché sono scomodo, siete sicuri di voler votare contro di me e per questi assassini? Il senso di queste farse ordite da politici in difficoltà è questo.
E poi, Putin non manca di sottolineare che dietro ad ogni contestazione ci sono i sobillatori Usa.
E’ successo però che una CATENA UMANA lunga 10 Km ha sfilato, mano nella mano, per dire NO a Putin. Nessuna violenza ma tanti striscioni bianchi, il popolo della primavera Russa è sceso in piazza per protestare contro la possibile elezione di Vladimir Putin alla testa del Cremlino.
Tra loro anche il mitico campione di scacchi Garry Kasparov, oggi attivista politico e avversario di Putin, il quale ha avuto belle parole: “Mi è piaciuto lo spirito dei partecipanti, il loro slogan siamo qui senza essere pagati, perché Putin riesce a riempiere gli stadi solo con i soldi e l’abuso delle risorse amministrative”. Per poi continuare dicendo cose del tipo “Non è una questione matematica, non ci sono formule, non ci sono regole, ma sicuramente la protesta di massa nella capitale può condizionare il processo politico”, ha parlato anche di noi quando ha affermato “In Italia c'era Berlusconi che era amico di Putin, ma lui non era tutta l'Italia, come Putin non è tutta la Russia”.
L’affondo finale è stato su Medvedev, ad una domanda sull’ex presidente ha risposto: “ Ma non stavamo parlando di cose serie? Qualsiasi numero si moltiplichi per zero fa sempre zero. Se farà il premier? Ma potrà fare il premier, il presidente di una biblioteca, non è importante, resterà sempre una carta di Putin”. Per la verità io avevo detto zerbino.
Tornando alle elezioni. Putin, salvo clamorosi colpi di scena sarà il prossimo presidente della Russia; anche solo il ballottaggio però sarebbe una mezza sconfitta per lui ed una grande vittoria per il popolo della CATENA UMANA di Mosca.
Massimo Bencivenga
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