Quanto vale il voto dei gay?
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Quanto vale il voto dei gay?

Obama e il Papa hanno già fatto delle aperture. Le stanno facendo anche i politici italiani. Ma vogliono davvero le unioni gay?

Quanto vale il voto dei gay?

Adesso tutti si ricordano dei gay, perché, diciamolo fuori dai denti, una qualsivoglia legge sulle unioni civili che non vada a contemplare anche una regolamentazione delle unioni di fatto e gay risulterebbe comunque qualcosa di incompiuta e inespressa.

Perché, d’improvviso, tutta questa attenzione alle unioni gay? Con qualcuno che le celebra, civilmente, così, in assenza di una qualsivoglia regolamentazione?
Voglio essere cattivo e pensar male, condizione spesso necessaria per azzeccarci: anche i gay votano.

Quanti voti percentuali può valere una legge (alla tedesca?) sulle unioni gay, e su qualche necessario complemento come le adozioni? Difficile dirlo, adesso.

Ancor più difficile dirlo in assenza di un testo, perché per adesso stiamo parlando di aria fritta. Nondimeno, tutti i tre principali partiti italiani, vale a dire il Pd, Forza Italia e M5S stanno varando delle aperture all’ipotesi di unioni gay.

Fanno sul serio o il loro è un semplice corteggiamento? Insomma le vogliono davvero o per adesso vogliono solo tirare dalla loro la platea per poi, magari, deludere la stessa con una legge molto annacquata?

Sino a qualche anno fa dalle parti di Forza Italia la questione delle unioni gay era un argomento tabù, la famiglia era quella indicata nella Bibbia. Punto.
Va detto però, che ai tempi, c’era ben altro clima tra i maggiorenti di Forza Italia e la Curia Romana.

Il M5S, attraverso la solita consultazione online, è favorevole.

Rimane il Pd. Questo tema, insieme al testamento biologico, è stato sin dall’inizio uno dei punti di maggiore frizione all’interno della “Fusione Fredda” (copyright Arturo Parisi) avvenuta tra la Margherita e i DS, espressioni dell’ex DC e del già PCI.
La questione è rimasta lì, latente e irrisolta, anche se hanno candidato e mandato al Parlamento qualche esponente LGBT.
Adesso che qualcosa si muove non mancano i malpancisti, ma quelli, si sa, non mancano mai.

Ma un certo dissenso c’è anche in Forza Italia, mentre decisamente contrari sono la Lega, anche per via della questione della cittadinanza e dello Ius Soli, e Fratelli d’Italia.

Non voglio entrare nel merito dei numeri, perché quelli del Pd, di Forza Italia e del M5S, se uniti, sono strabordanti, ma sul senso.

Il Papa ha inserito la questione gay nel prossimo sinodo. E già si prevede burrasca, a voler usare un eufemismo.

Obama, il 20 Gennaio del 2013, è stato il primo Presidente degli Stati Uniti d’America a parlare di gay, quando disse: “Ora è compito della nostra generazione a portare avanti quello che questi pionieri hanno iniziato. Il nostro viaggio non è completa fino a quando le nostre mogli, le nostre madri, e figlie possono guadagnarsi da vivere in maniera pari ai loro sforzi. Il nostro viaggio non è completo fino a quando i nostri fratelli e sorelle gay sono trattati come tutti gli altri in base alla legge - perché se siamo veramente uguali, allora sicuramente l'amore che impegnano gli uni agli altri deve essere pure uguale. Il nostro viaggio non è completo fino a quando nessun cittadino è costretto ad aspettare per ore per esercitare il diritto di voto. Il nostro viaggio non è completo fino che non abbiamo trovato un modo migliore per accogliere gli immigrati, che si sforzano di sperare, che ancora vedono l'America come una terra di opportunità, fino a che brillanti giovani studenti e ingegneri siano arruolato nella nostra forza lavoro piuttosto che espulsi dal nostro paese.”

Parla di un viaggio iniziato con i Padri Fondatori e che deve continuare, e di un compito di questa generazione di creare ancora più uguaglianza.

I potenti della Terra hanno già rivolto un pensiero ai gay. Lo faranno anche i potenti dell’Italia?

Staremo a vedere.

 

Massimo Bencivenga 

 
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