PaolaTurci, la mangiatrice di uomini. Il Festival di Sanremo del 1989 sarà ricordato non solo per il fatto che venne presentato dal poker Gianmarco Tognazzi, Danny Quinn, Rosita Celentano e Paola Dominguin che subito vennero definiti “figli di papà” in virtù del loro exploit non proprio memorabile. Quel Festival sarà ricordato anche perché per la prima, ed unica volta, c’erano in ballo tre categorie: Campioni, Nuovi, Emergenti. I vincitori furono nell’ordine: la coppia Fausto Leali e Anna Oxa, Mietta (con una canzone scritta dal maestro Minghi), Paola Turci. Fu anche il Festival di Jovanotti, di quando ancora non era un raffinato e global rapper, ma un paninaro griffato “troppo giusto”, e di Francesco Salvi, quello che doveva spostare una macchina, ma che è finito poi, roba d’inizio 2009, a scrivere un libro post-moderno.
Paola Turci fu un po’ la sorpresa della manifestazione, ma non si può dire che è stata una delle tante meteore passate per il Teatro dell’Ariston. Ne sono passate parecchie, ma Paola Turci non appartiene alla categoria; a distanza di 20 anni è ancora sulla breccia e alla luce della sua età (va per i 45 anni) ha ancora molti anni e molte canzoni ancora da cantare e da scrivere. Già perché Paola Turci è una cantautrice e non solo una interprete. La sua musica e i suoi testi l’hanno di fatto accostata, secondo alcuni critici, ad un Vasco Rossi o un Ligabue in gonnella. In realtà con i due emiliani Paola Turci ha ben poco da spartire essendo sempre stata una bella ragazza prima, una bella donna adesso. E le brutte cicatrice rimastele sul volto, dopo il pauroso incidente che le fece quasi rischiare la vita nel 1993, non sono riuscite a nascondere la sua sensualità e femminilità un po’ androgina ma non per questo meno conturbante. Il suo ultimo successo è infatti un lavoro dal titolo “La mangiatrice di uomini” scritta da Paola Turci con Francesco Baccini. Già perché un’altra innegabile capacità di Paola Turci, non del tutto scontata, trattandosi di una cantautrice, è la sua propensione a lavorare in team. Paola Turci nel corso degli anni ha lavorato e collaborato, cantando e scrivendo, con artisti del calibro di Max Gazzè, Riccardo Cocciante, Carmen Consoli, Articolo 31, Luca Carboni, Luca Barbareschi, Vasco Rossi solo per citare i migliori. Certo a noi piace ricordare la Turci di “Stato di calma apparente” o di “Questione di sguardi”. Canzoni belle, musicali, motivetti che sono stati anche dei tormentoni.
Massimo Bencivenga |