I libri della Biblioteca dei Girolamini all'asta in Baviera. Nei guai Herbert Schauer
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I libri della Biblioteca dei Girolamini all'asta in Baviera. Nei guai Herbert Schauer

Herbert Schauer di Zisska, Schauer & C è nei pasticci. Per la Procura napoletana non poteva non essere a conoscenza della provenienza illecita dei libri.

I libri della Biblioteca dei Girolamini all'asta in Baviera. Nei guai Herbert Schauer

Vi ricordate del sacco dei Girolamini? Vale a dire la sottrazione di libri antichi della biblioteca napoletana dei Girolamini? Bene, l’inchiesta mostre nuove sfaccettare.
La Procura di Napoli ha infatti annunciato che il 2 agosto scorso è stato spiccato il mandato di arresto per Herbert Schauer, capo della Zisska, Schauer & C, una nota casa d’asta, a Monaco di Baviera.

Una svolta inattesa, dal carcere Massimo Marino De Caro, ex direttore della Biblioteca dei Girolamini, ex collaboratore al ministero con Galan prima e Ornaghi poi, dato in buona amicizia anche con il bibliofilo amico di Berlusconi Marcello Dell’Utri, ha deciso di vuotare il sacco e di aiutare gli inquirenti svelando retroscena e meccanismi di quella che si presenta come la più importante inchiesta mai condotta sul mercato internazionale clandestino di beni culturali provenienti dall’Italia.

Marino De Caro ha raccontato le modalità attraverso le quali faceva arrivare  a Monaco i manoscritti, gli incunaboli e i libri del fondo Valletta su cui studiava anche Giovan Battista Vico. Il direttore scelse la casa bavarese nel settembre del 2011 e cominciò a consegnare, attraverso un complice antiquario friulano, i libri in Baviera ricevendo soldi in contanti. Il surplus, ad asta avvenuta sarebbe invece stato versato al De Caro stesso attraverso una triangolazione con una società svizzera.

Tutto molto semplice, no? Il direttore entrava e usciva, per il suo ruolo istituzionale dalle biblioteche di tutta Italia. Ma i libri sono catalogati.

In altre parole, poteva Herbert Schauer capirne la provenienza – diciamo- illecita?

La procura di Napoli pensa che sapesse tutto, ma… business, as usual.

L’antiquario romano Filippo Rotundo, del tutto estraneo all'inchiesta, ha riferito ai pm cosa accadde quando la casa d'aste tedesca Zisska & Schauer mise in vendita una parte dei volumi provenienti dalla biblioteca dei Girolamini: “Non appena ricevuto il catalogo, compresi che quel lotto si riferiva ad una collezione italiana, ma davvero le indicazioni al pubblico erano scarne... Non appena ammesso al viewing fui preso da raccapriccio, essendo evidente che si trattava non di una collezione, ma di un'intera sezione di una biblioteca smembrata. Tale impressione era confermata dalla circostanza che tutti o la gran parte di quei volumi erano sul contro piatto segnati da ex libris marchianamente contraffatti per simulare antiche appartenenze e perdipiù collocati in modo da coprire gli antichi e originali segni. Per dirla tutta, era evidente che quegli ex libris erano fotocopie di originali e che quel blocco proveniva dallo smembramento di una biblioteca l'identità della quale si voleva celare. Il raccapriccio era acuito dalle numerose cancellature, grossolanamente eseguite, su molti di quei volumi. La mia sgomenta impressione era condivisa da tutti gli altri antiquari più noti nel mondo presenti al viewing. Vi era anche Maurizio Bifolco, il quale, scanzonato come suo solito, persino rideva dinanzi a quello scempio. Tutti noi consigliammo di togliere quel lotto dall'asta ormai imminente”.

Ma l’inchiesta in sé ha qualcosa di rivoluzionario, significa infatti che questi reati possono e devono essere perseguiti ovunque: gli antiquari sono avvisati.

Per ciò che concerne i libri in possesso di Marcello Dell’Utri, noto anche come biblofilo, Massimo Marino De Caro, un personaggio singolare ed intrigante essendo oltre che esperto di libri anche un consulente energetico, ha sempre sostenuto che il siciliano non fosse a conoscenza della provenienza dei libri che gli aveva donato.

Ma è stato lo stesso Dell'Utri a restituire alcuni oggetti. Ha fatto infatti ritrovare nella Biblioteca di via Senato a Milano, da lui presieduta, la legatura cinquecentesca Canevari, nonché una edizione de Il Principe di Leon Battista Alberti, l'Artificium Perorandi di Giordano Bruno, il Clavis Artis Lullianae di Johann Heinrich Alsted.

Gli inquirenti e gli esperti avanzano perplessità anche su un raro trattato di Galileo Galilei presente nella Biblioteca Nazionale, sostituendolo con un facsimile. Per gli inquirenti, "l’esemplare del Siderus Nuncius di Galilei oggi presente nella Nazionale altro non è che un falso".

Che dire? Davvero non ci sono parole, sembra un romanzo alla Dan Brown, ma son cose successe.

Vedremo gli sviluppi.  

 

Massimo Bencivenga 

 
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