L’acqua alcalina non smette di stupire. Recenti studi mettono in evidenza i benefici effetti dell’acqua alcalina nei confronti, forse sarebbe più corretto dire versus, di una delle cosiddette, quasi un’ironia, “malattie del benessere”, ossia ipertensione, colesterolo e diabete.
La quasi totalità dei pazienti che soffrono di ipertensione o pressione alta soffrono altresì di acidosi.
Quali sono i fattori che rendono l’acqua alcalina una vera toccasana? I pareri sono tutt’altro che unanimi ma, perlopiù, convergono su: Il sangue con ph più alto contiene più ossigeno, e il cuore non deve sforzarsi troppo; la viscosità del sangue con ph alto è bassa, quindi il cuore non ha bisogno di pompare eccessivamente; gli ioni di calcio presenti nell’acqua alcalina sono in grado di sciogliere le placche ed il colesterolo accumulati sulle pareti delle arterie, agevolando così il passaggio del sangue.
E ancora, i globuli rossi, in presenza di acidosi, fanno fatica a passare nei capillari portando, di conseguenza, meno ossigeno; va altresì sottolineato che il sangue iperacido affatica il cuore e ostacola la circolazione, il nostro corpo reagisce a tale ostacolo aumentando la pressione del sangue, e causando in tal modo l'ipertensione. Acidosi che può essere efficacemente contrastata dall’ acqua alcalina in virtù di uno principi basi della chimica. Altri fattori di rischio per l’ipertensione arteriosa sono quelli riconducibili alla dieta, ossia un elevato consumo di sale, un eccesso di grassi che porta a sovrappeso ed obesità ed innescando il circolo vizioso. Un dato rilevante è quello che indica un fattore di rischio ipertensione di 2-2.5 volte inferiore dei vegetariani rispetto ai non vegetariani. Verrebbe da dire che non mangiare carne paga. L’acqua alcalina, che può essere prodotta anche da uno ionizzatore, ha la caratteristica di regolarizzare gradualmente,e spontaneamente, la pressione arteriosa, eliminando in tal modo la dipendenza dai farmaci. Ricordiamo che l’acqua è alcalina quando presenta un valore del Ph > 7. Occhio quindi al Ph quando comprimiamo l’acqua. E occhio anche al “residuo fisso”. Ma del residuo fisso parleremo un’altra volta.
Massimo Bencivenga |