Domande e apprendimento
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Domande e apprendimento

“Pensare ed apprendere altro non sono se non il processo di porsi domande e trovare le risposte.”

Se dopo aver letto questa frase dirai “è vero” oppure “non è vero” avrai dovuto farti più o meno consciamente una domanda e cioè: “E’ vero?”. Anche se hai invece pensato “devo prima rifletterci”, in realtà stai dicendo “Devo farmi qualche domanda su questo argomento. Devo considerare un momento questo problema”. E, se lo considererai, comincerai a porti domande. Dobbiamo renderci conto che quello che facciamo continuamente è farci delle domande, perciò se vogliamo cambiare la qualità con cui facciamo le cose dobbiamo modificare le domande che ci poniamo abitualmente. Queste domande guidano  la nostra concentrazione e di conseguenza i nostri pensieri e le nostre azioni, quindi la qualità con cui lavoriamo, studiamo o eseguiamo un qualsiasi compito. Inoltre possiamo affermare che il nostro cervello cerca sempre le risposte alle domande che ci poniamo anche se non ce ne rendiamo conto consciamente.
Il concetto fondamentale che vogliamo trasmetterti è che ogni volta che ti poni una domanda  su come fare o come non fare una cosa, già stai stabilendo la qualità delle tuoi risultati. Naturalmente anche nel campo dell’apprendimento vale questo principio.
Dopo aver visto l’importanza delle domande, vediamo quali sono le domande produttive e quali sono quelle che invece ti condannano a raggiungere pessimi risultati.
 

Strutturare un  corso sul metodo di studio, ad esempio,  è il frutto di un processo di domande per capire come ognuno di noi riesce ad apprendere, quali sono le strategie migliori per memorizzare e qual è il miglior modo per trasmettere e insegnare queste tecniche.
Le domande sono il modo primario per imparare praticamente tutto. Anzi, tutto il metodo socratico (cioè quel modo di insegnare che risale al grande filosofo Socrate) consiste appunto nel fatto che il maestro insegna facendo continuamente domande, guidando l’attenzione degli studenti e portandoli a trovare essi stessi le risposte.

 

Domande produttive e non produttive

Le domande hanno questi precisi effetti:
Se uno studente continuasse a chiedersi: “ Perché io non riesco a capire questa formula?” oppure “Perché quel professore mi perseguita?” le risposte che si darà non saranno certo produttive, anzi lo porteranno a provare sensazioni di sconfitta, frustrazione, impotenza, ecc… Queste emozioni naturalmente non lo porteranno certo a migliorare il suo rendimento ma, piuttosto, a peggiorare la sua situazione e a fargli sembrare il problema più grande di quanto effettivamente sia.
Invece, se il nostro studente si ponesse delle domande come ad esempio: “Come posso fare per capire questa formula?” oppure “Cosa posso imparare da questa situazione?”. Secondo te non si sentirebbe in uno stato emozionale più produttivo? Sicuramente si!!!

Una regola generale, per porsi domande produttive, è quella di trasformare le domande non produttive che cominciano con: “Perché…” in domande produttive  che cominciano con: “Come posso…”, “In che modo…”.

 

 

Domande funzionali all’apprendimento dei un testo

Qual è secondo te l’obiettivo principale per uno studente che si pone di fronte ad un testo?
Estrapolare tutte le informazioni di cui ha bisogno.
Esistono delle domande specifiche per studiare che sono formidabili per raggiungere l’obiettivo sopra menzionato.

Chi, che cosa?

Chi è il protagonista?
Cosa vuole trasmettere l’autore?
Cosa c’è di veramente importante in questo paragrafo?

Dove?
In che luogo si svolge questa vicenda?
Dove viene svolta l’azione?
Dove vuole portarci l’autore?

Come?
Come si svolge questa vicenda?
In che modo è scritto il testo?
Come posso relazionare quello che sto studiando con …

Quando?
In che periodo storico si svolge l’azione?
Quando è stato scritto questo libro?
Qual è la cronologia esatta dei fatti?

Perché?
Perché l’autore ha usa questo esempio?
Quali sono le cause che determinano…
Perché il nostro protagonista …

Ovviamente non sono le uniche domande da porsi durante lo studio di un testo. Infatti uno studente potrebbe chiedersi, ad esempio: “Cosa mi potrebbe chiedere il professore all’esame?”, “Cosa è veramente importante che io impari da questo testo?” oppure un professionista che sta studiando un fascicolo di aggiornamento: “Cosa è davvero importante di ciò che sto leggendo per la mia formazione”, “In che cosa potrebbe essermi utile?”

Quindi, esercitata il tuo “muscolo della domanda”  e vedrai che la qualità dei tuoi risultati migliorerà in funzione di quando diventerai bravo a porti le domande giuste. Esercitati non solo quando studi ma anche nella vita di tutti i giorni. Infatti, questa strategia è molto valida in tutte le aree della vita.

 
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