Vedere Lorenzo Bernardi fare una intervista in questi mondiali di pallavolo (o volley) di Roma 2010 mi ha dato la cifra del tempo che passa, di quando, da 13enne, vidi per la prima volta il tricolore italiano issarsi sul gradino più alto d’Europa interrompendo una striscia di 9 vittorie europee consecutive della nazione che un tempo si chiamava URSS, Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche; correva l’anno di grazia 1989, un anno magico per lo sport italiano (vittoria in Coppa dei Campioni, Supercoppa e Intercontinentale del Milan, del Napoli in Uefa, etc). Da lì in poi fu un crescendo, i titoli e le Word League cominciarono a sommarsi, l’anno dopo, il 1990, il Brasile vide la cresta di Andrea Lucchetta conquistare l’oro iridato.
Noi adolescenti eravamo in grado di snocciolare, come le formazioni di calcio di una volta, il sestetto e le riserve: Paolo Tofoli alzatore con Andrea Zorzi opposto, Andrea Gardini e Andrea Lucchetta centrali, Luca Cantagalli e Lorenzo Bernardi (miglior giocatore del secolo insieme a Karch Kiraly); in panca a scalpitare gente del calibro di Fabio Vullo e Andrea Anastasi, Marco Bracci,
Andrea Giani e Roberto Masciarelli. A questi si aggiunsero nel tempo i vari Michele Pasinato e Andrea Sartoretti, Pasquale Gravina e Claudio Galli, Simone Rosalba e Vigor Bovolenta, Damiano Pippi (una sorta di libero ante litteram) e uno che, come Giani del resto, sarebbe diventato un vero big, e sto parlando di Samuele Papi. Sono questi i moschettieri resero magici gli anni ‘90 (3 vittorie mondiali consecutive) del Volley azzurro, la “schiacciata azzurra” se mi passate il termine che è stata eletta “squadra del secolo”. A quella squadra spiace dirlo mancò solo l’acuto olimpico. E spiace dirlo, ma nessuno degli attuali azzurri avrebbe trovato spazio in quegli anni, solo Alessandro Fei e Luigi Mastrangelo, forse Valerio Vermiglio, ma comunque tutti in panca. Un opposto come Sartoretti o Pasinato, non voglio neanche dire Zorro Zorzi, oggi sarebbe grasso che cola, ed invece abbiamo dovuto adattare Fei, un ottimo centrale, a fare l’opposto.
Che cosa strana eh? Una volta non avevamo una scuola ma ci sono capitati tanti talenti concentrati in pochi hanno che indubbiamente si sono giovati degli insegnamenti di Julio Velasco, uno che sta alla pallavolo come Sacchi sta al calcio, grande allenatore e grande motivatore (ricordate gli occhi della tigre?).
Adesso che non abbiamo grandi talenti ci è rimasta la scuola, che ci ha permesso, anche in questo periodo di magra, di portare a casa qualche europeo e qualche medaglia, nessun oro però, olimpica o mondiale. Così va la vita, a volte ti capita il talento, altre volte no.
In ogni caso Forza Azzurri.
Il nostro pronostico è una bella semifinale.
Forza Azzurri.
Massimo Bencivenga |