Turismo accessibile: cosa c’è da sapere
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Turismo accessibile: cosa c’è da sapere

Il turismo accessibile è ormai un argomento dibattuto, ma ancora poco conosciuto. Sì, perché sembra che ci sia ancora grande confusione sul tema, soprattutto sul suo reale significato.

Turismo accessibile: cosa c’è da sapere

La definizione di turismo accessibile è semplice e di facile comprensione per tutti. Nello specifico si intende per accessibile un turismo che è indirizzato verso viaggiatori con esigenze speciali: persone con disabilità motorie (croniche o temporanee) sensoriali, intellettive e relazionali. È chiaro, infatti, che sia importate non pensare a un’unica tipologia di esigenza perché ne esistono numerose e diverse tra loro. Insomma, quando si parla di disabilità non si intende soltanto quella fisica, ma anche una lunga serie di altre esigenze che vanno ad abbracciare la più svariata serie di bisogni come la più complessa disabilità motoria, appunto o sensoriale fino ad arrivare a quelle più semplici ma in ogni caso importanti come le persone con particolari esigenze alimentari. Tutti i cittadini devono essere in grado di poter usufruire della propria vacanza dei sogni dove non sono più presenti barriere di alcun tipo. Questo, quanto meno, è l’obiettivo che il mondo si è prefissato, dal quale però molti paesi (tra i quali l’Italia) sono ancora ben lontani.

 

I dati sul turismo accessibile

I dati relativi al turismo accessibile parlano molto chiaro. Le stime riguardanti l’Europa, nello specifico, affermano che siano circa 60 milioni le persone con esigenze speciali, quelle riguardanti l’Italia invece 10 milioni, precisamente il 16,4% delle famiglie italiane, per un giro di affari di 27,8 miliardi di euro. Purtroppo, però considerato che ancora non si può parlare della totalità del turismo accessibile, molte richieste non vengono accolte, quindi restano soltanto un sogno.

Secondo un altro studio Eurostat la domanda potenziale di turismo accessibile è di 127,5 milioni di persone circa, precisamente 46 milioni di persone con una effettiva forma di disabilità riconosciuta e 81 milioni circa di persone anziane, quindi gli over 65). Dati che chiariscono quanto questo tipo di turismo sia un fenomeno ben presente nel mondo, considerando che interessa il 17% della popolazione europea, circa.

Nella categoria di esigenze speciali rientrano anche tutte quelle legate alle malattie croniche e all’anzianità (che interessano gli over 65) persone che hanno bisogno di particolari attenzioni anche se non hanno alcun tipo di patologia o disabilità precisa. L’età è considerata già di per sé un elemento che rientra nei bisogni speciali che il turismo deve tenere presenti e ai quali deve saper rispondere, così come le malattie croniche.

 

Viaggi per tutti

Regioni come la Toscana, la Sicilia e il Veneto sembrano aver accolto con attenzione le richieste di una società sempre in evoluzioni e ricca di esigenze speciali diverse tra loro. Anche altre zone dello Stivale sembrano muoversi nella stessa direzione, considerando importanti tutti i tipi di bisogno, dal più evidente a quello più nascosto che necessita di maggiore sensibilità per essere preso in considerazione. Il turismo deve essere un diritto di tutti e l’Europa si sta muovendo verso questo obiettivo in molti settori, da quello delle strutture ricettive a quello delle spiagge.

 
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