Una sorta di corrispettivo automobilistico dei software informatici open source. I brevetti dovranno essere utilizzati “in buona fede”, riporta il comunicato, ma questo non ne diminuisce l’impatto quasi rivoluzionario. Scaturita dall’idea dell’Amministratore Delegato Elon Musk, questa decisione arriva dopo una lucida analisi della situazione ambientale e del mercato delle automobili.
L’eccentrico AD Musk dice che inizialmente i brevetti erano stati pensati per evitare che i concorrenti potessero copiare e sfruttare le tecnologie della Tesla, che avrebbero poi utilizzato per produrre un numero altissimo di queste auto sfruttando i maggiori mezzi e i più grandi stabilimenti. La verità, continua sempre Musk, è che alle grandi aziende non importa nulla di questo mercato e molte di queste nemmeno hanno un programma per il loro sviluppo, e lo dimostra il fatto che meno dell’1% delle vendite totali sono auto elettriche.
Continuando in questa sua analisi, riconosce che la Tesla non possiede i mezzi per produrre tante auto elettriche in tempo per fermare la crisi energetica, e che sarebbe quindi da irresponsabili negare la possibilità a qualcun’altro di contribuire al rallentamento di quello che sembra un inarrestabile declino.
Neanche a farlo apposta solo pochi giorni fa, la notizia che BMW e Tesla si sono incontrate per una possibile collaborazione era trapelata, a questo punto forse proprio per sfruttare per primi la possibilità di accedere alle tecnologie dell’azienda di Palo Alto. Qualunque sia il motivo, noi tutti facciamo il tifo perché questo tipo di collaborazioni funzionino e senza secondi fini, per portare davvero l’industria dell’auto nel futuro.
Immaginate di entrare in una concessionaria BMW a Milano o in un’altra grande città, e vedere esposte solo auto elettriche ed ecologiche: se lo dite ad alta voce oggi vi prenderanno per sognatori (se siete fortunati), ma se questa fosse solo la prima di una serie di notizie di questo genere le possibilità che questo sogno diventi realtà potrebbero esserci davvero. |