Se il boss dei boss Al Capone fu arrestato e processato per evasione fiscale prima che i giudici riuscissero ad accusarlo per tutto il resto, il boss Ieni al contrario è stato mandato ai domiciliari perchè depresso. Da lunedì passato Giacomo Nuccio Ieni, boss del clan Pillera di anni 52 ha lasciato il regime di carcere duro, il 41 bis nel penitenziario di Parma per trasferirsi a casa sua a Catania, agli arresti domiciliari. I giudici del tribunale di Catania, analizzando la sua cartella clinica, hanno deciso che il boss Ieni non può rimanere in carcere, perché è depresso. Detenuto dal 26 aprile del 2006 in seguito all’arresto nel corso dell’operazione chiamata «Atlantitde», per motivi di sicurezza era stato sottoposto al 41 bis, il regime di carcere duro. Nei giorni scorsi durante un processo, Ieni con le lacrime agli occhi, rivolgendosi ai giudici con i quali era collegato in video conferenza dal centro clinico del carcere di Parma, aveva detto loro di essere fortemente depresso.
Ed essi l’hanno accontentato: dandogli l’opportunità di essere curato dall’affetto dei suoi familiari. Il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri è indignato e scandalizzato: «È vergognoso che la misura del carcere duro sia stata revocata al boss perchè psicologicamente debilitato. Una decisione che ci indigna, crea un pericolosissimo precedente e mina fortemente la credibilità delle istituzioni». Gasparri ha poi aggiunto: «proprio al Senato è stato approvato un articolo al ddl sicurezza, poi confermato alla Camera, che rende più snelle le procedure per il 41 bis. Troppi magistrati hanno revocato il carcere duro ai boss di camorra, mafia e 'ndrangheta. Noi abbiamo posto un argine agli errori dei giudici di sorveglianza, che si sono rivelati deboli e inadeguati nel contrasto al crimine. Gli arresti domiciliari al boss Ieni per una discutibile depressione confermano questa nostra preoccupazione».
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