La prima puntata della nuova serie tv Intelligence-Servizi & Segreti con protagonista Raoul Bova è stato un successone, la visione ha tenuto migliaia di telespettatori davanti al tubo catodico. Ovviamente la cosa era stata pubblicizzata, ma neanche tanto a dirla tutta, ci sono state delle serie e delle fiction per le quali si è spinto molto di più sull’acceleratore della promozione senza, a volte, un riscontro apprezzabile dal metro unico per il successo: l’audience, lo share, chiamatelo come volete, come vi pare. Tanto avete capito cosa intendo. Gli italiani, e ormai l’hanno capito anche le pietre, sono affetti da “scopofilia acuta”, amano guardare dal buco della serratura, scrutare nel proibito, rimestare il torbido.
Non capiscono granchè di strategie di intelligence e di manipolazioni dell’informazione, basta a titolo esemplificativo l’approccio alle ultime “influenze”, ma ciononostante si è arrivati al punto di vedere complotti anche laddove non ci sono e dove fatti e situazioni possono essere imputati esclusivamente al “Dio Caso” o “Dio Caos”. La storia di Intelligence-Servizi & Segreti stante alla prima puntata, e adesso sicuramente mi attirerò qualche critica, non è un granchè. Il plot, per gli appassionati di Segretissimo, la collana Mondadori di libri di spionaggio è qualcosa di visto e letto molte, molte volte. C’è la moglie di Raoul Bova interpretata da Irene Ferri, straordinariamente simile alla moglie, Chiara Giordano, nella vita dello stesso attore, ha una doppia vita. E’ una psichiatra, ma al tempo stesso un’agente segreto, non di rado gli psichiatri vengono usati come negoziatori in virtù della loro capacità di “leggere il pensiero” come dicono negli States. Steve Pieczenik, il negoziatore mandato dagli States durante il Caso Moro è uno psichiatra che è stato assistente del segretario di Stato americano. Attualmente scrive spy-story da solo o con Tom Clancy. Ergo non c’è molta novità in questo.
Poi la moglie muore a seguito di una sparatoria in cui sembra essere incappata per caso. Raoul Bova, nella serie si chiama Marco Tancredi, è un tecnico del suono con un passato (ma guarda un po’!) da militare. In seguito viene a sapere che l’incidente della moglie è tutt’altro che casuale e che la moglie lavorava con un ex superiore di Tancredi stesso passato nei servizi. Insomma Tancredi fa la parte del babbeo. Comincia ad indagare e d’incanto le sue capacità militari ritornano come se fosse sempre stato un agente segreto. E poi alla fine trova il solito dischetto, una volta si usava una lettera, con l’attacco: “Se stai guardando questo video vuol dire che sono morta…”.
Non molto tempo fa è accaduto all’avvocato guatemalteco Rodrigo Rosenberg, che accusava il capo del governo Alvaro Colom della sua morte.
Solo che, per esigenze di fiction, nel dischetto non c’è il mandante, che dovrà scoprire il marito.
Stronza sino alla fine verrebbe da dire.
Ovviamente, e lo so benissimo, queste sono le regole del thrilling, ma per quanto mi riguarda è l’ennesimo prodotto non troppo originale. A chi si risente un po’ anticipo come andrà a finire, secondo me.
Il colonnello ex superiore di Tancredi è un doppiogiochista che la moglie di Bova aveva scoperto e voleva denunciare. Pertanto è lui il mandante.
Sono aperte le scommesse….
Massimo Bencivenga
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