Dalla dissoluzione dell’impero sovietico, dalla nazione “paradiso dei lavoratori”, emersero, nel mare magnum della povertà e dell’indigenza degli autentici giganti: il mondo li ha imparati a conoscere con il nome di oligarchi. Personaggi schifosamente ricchi, a voler usare un linguaggio comunista, e con una fortuna dalle dubbie e poco chiare origini sono stati sin dall’inizio ammantati di un’aurea a metà tra gli avventurieri e i nobili. Il più famoso, il più mediatico, anche grazie alla sua passione calcistica è, off course, il patron del Chelsea Roman Abramovic (foto con Dasha, ex di Marat Safin).
In realtà non tutti hanno avuto l’aurea sorte di Roman. Qualcuno è finito in galera e qualcuno dovrà stare in esilio vita natural durante. In galera è finito Mikhail Khodorkovsky mentre la sua Yukos è stata prima smantellata, anche con il contributo Eni e Enel, e poi annessa, con una spericolata manovra di “scatole vuote”, alla potentissima Gazprom.
Boris Berezovskij invece è persona “non gradita” in Russia, e sappiamo bene come sono soliti regolare i loro rapporti i russi. Ma gli oligarchi sono tanti, questi nuovi “Boiardi” di Stato, si muovono in giro per il mondo con l’arroganza dei ricchi e il passo dei padroni. Possiamo però ben dire che hanno un certo buon gusto. Perché? Perché molto spesso scelgono l’italico bel paese per le loro vacanze e sembrano essere morbosamente attratti dalle nostre ville. Dopotutto per degli imperatori ci vogliono dimore maestose, dimore che un tempo sono state di altri regnanti. Se un tempo era Capri ad attirare i milionari di tutto il mondo, famosa la caustica frase dell’avvocato Agnelli “andavo a Capri quando le contesse si comportavano da puttane; ho smesso quando le puttane hanno cominciato a comportarsi da contesse”, adesso è la Sardegna a turbare e stuzzicare i deliri di onnipotenza degli oligarchi. Uno degli ultimi arrivati, uno che sta facendo incetta di immobili e resort è un tipo che tiene, rispetto agli altri, un basso profilo. Il nome e la carnagione rivelano una qualche contaminazione dei tratti slavi con quelli arabi, ma i soldi sono un passepartout universale. Di Manasir Ziyad, è questo il nome del nuovo oligarca di origini georgiane, dicono che sorvoli la costa smeralda dalla cabina di un elicottero e, da lassù, sia solito individuare le ville e i luoghi dei suoi capricci: in pochi mesi ha comprato tre residenze estive a Punta Nuraghe. E non sembra intenzionato a fermarsi. Sembra che in alcuni affari, pur di chiudere, offra subito il doppio. Sono questi personaggi che fanno al fortuna degli agenti immobiliari. Anche il seguito di questi personaggi è, se mi passate il termine, qualcosa di imperiale. Si racconta, sentite il tono fiabesco, che la scorsa estate Oleg Deripaska, magnate dell’alluminio e uomo più ricco di Russia, si sia portato al seguito, con il ruolo di istruttore di tennis, Evgeny Kafelnikov. Evgeny Kafelnikov per chi non lo sapesse è stato non solo un tennista professionista ma anche vincitore di qualche Slam; un po’ come prendere Ronaldinho come allenatore personale del figlio. La società di Manasir, la Stroygas Consulting, si occupa di impiantare gran parte delle infrastrutture del colosso Gazprom. Un altro pezzo grosso di Gazprom, Alisher Usmanov, ha comprato, per trenta milioni di euro, la villa che è stata dell’industriale Merloni. Che altro dire? Beati loro, chi gli sta accanto e gli immobiliaristi della Sardegna.
Massimo Bencivenga |