L’ho già detto, ma voglio ripetermi: con la nomina di Francesco Caio per una volta, almeno a parer mio, si era scelto l’uomo giusto da mettere al posto giusto.
Un’avventura quella di Caio come commissario all’Agenda Digitale che si è bruscamente interrotta lo scorso Febbraio. Come si regolerà adesso il neo-premier Matteo Renzi? Nominerà un altro commissario o porterà l’Agenda Digitale sotto l’egida del governo e della politica nominando al vertice un politico?
La linea di Renzi, a sentire i rumors dei bene informati, sarebbe quella di sondare l’eventualità e l’opportunità di accorpare in un’unica struttura le deleghe alle telecomunicazioni e quelle per l’agenda digitale, con l’affidamento e il coordinamento della stessa affidato un sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che riferirebbe direttamente a Palazzo Chigi.
Quindi niente commissari straordinari, ma un politico.
L’idea in sé ha dei pro e contro.
Il contro è che, in genere, i nostri politici fanno un po’ a cazzotti con la tecnologia, più che capirla, in molti casi, sembrano subirla. Concetto che vale anche per la comunicazione più smart e informale della Rete, con gaffe e marce indietro a go-go.
Il vantaggio è che un politico ha una investitura diversa di un tecnico, per quanto capace e autorevole. Per dirla più schiettamente, un politico può chiedere dei favori, ha qualcosa da dare in cambio. Un tecnico avulso dai meccanismi di palazzo può dare solo consigli, che spesso restano quello che sono, consigli. E pacche sulle spalle.
E sempre a sentire i soliti informati, il premier starebbe pensando, per la figura di sottosegretario con queste deleghe, a Paolo Coppola del Pd, docente di informatica all’Università di Udine.
In parlamento, con ottime competenze in materia, ci sarebbe anche Stefano Quintarelli, che sarebbe un ottimo successore di Francesco Caio, ma che, essendo stato eletto con Scelta Civica, lo vedo un po’ più indietro, politicamente non tecnicamente, nella lista dei candidati di Renzi. Almeno credo.
Comunque, qualora la cosa, ossia l’accorpamento delle deleghe, andasse in porto sarebbe di vitale importanza dimensionare il tutto evitando di creare doppioni con le competenze e i poteri dell’Agcom e del Ministero per lo Sviluppo Economico. In alcuni casi, su servizi e infrastrutture, il rischio di sovrapposizioni, nonché di frizioni su competenze ed eventuali “vuoti”, sembrerebbe a bocce ferme forte e concreto.
Cosa ha fatto Caio in questi mesi? Per vedere cosa ha fatto lascio la parola a qualcuno che ha lavorato insieme a lui, vale a dire al professor Alfonso Fuggetta.
Massimo Bencivenga |