ROMA Se nella pubblica amministrazione il merito resta ancora un sogno, ci si accontenti almeno della +virtuosit`;. Grazie a questa parolina magica sar` distribuito a circa 550 mila dipendenti pubblici un aumento fino all1,5 per cento del monte salari. Naturalmente oltre a quello del 4,85 per cento, uguale per tutti, stabilito dallultimo contratto nazionale e che coster` alle casse dello Stato 887 milioni di euro. Unica condizione per avere laumentino supplementare h che lamministrazione di appartenenza sia considerata +virtuosa ;. E come si valuta questa virty?
Non sulla base di una particolare produttivit` del lavoro, ni sullefficienza degli uffici, e neppure sulla qualit` dei servizi resi ai cittadini. Semplicemente, si pur essere considerati +virtuosi ; se si rispetta un determinato tetto di spesa per il personale in rapporto alle entrate o alle uscite. Punto e basta.
Va subito precisato che non si tratta di una cosa nuova. Il principio era stato gi` introdotto con il precedente contratto degli enti locali, stipulato quando cera il precedente governo di Silvio Berlusconi. Soltanto che ora i soldi destinati a quel regalino sono aumentati ancora, raggiungendo la ragguardevole somma di 175 milioni di euro. E regalino, se h vero quello che hanno scritto i giudici della Corte dei conti, h proprio il termine esatto. Perchi, hanno rilevato i magistrati contabili, +dalla relazione tecnica dellAran risulta che l83,2% degli enti locali raggiunge la condizione di virtuosit`, mentre il 100% delle Regioni e delle citt` metropolitane (i comuni piy grandi, ndr) raggiungono per intero il cosiddetto parametro di virtuosit` per esse stabilito. Come appare evidente, questo parametro appare facilmente raggiungibile dalla quasi totalit` degli enti;.
Non che questo possa essere considerato stupefacente, in un Paese nel quale gli incentivi economici ai dipendenti pubblici vengono corrisposti prevalentemente sulla base di un criterio disarmante: la sola presenza sul luogo di lavoro. Ma il fatto che sia definito +virtuoso; lovvio rispetto di un tetto di spesa fissato per legge, e che il mancato rispetto di quel limite dia luogo non a una sanzione, ma soltanto a un mancato premio, devessere apparso tanto macroscopico al Tesoro da indurre il ragioniere generale dello Stato Mario Canzio a segnalare come +la condizione di virtuosit` degli enti; fosse +ancorata a un unico e insufficiente parametro;. Ma piy di quello non ha potuto fare. Cosl al presidente della sezione della Corte dei conti che ha esaminato la faccenda, Rosario Elio Baldanza, non h rimasto, qualche settimana fa, che bocciare il contratto. Rilasciando una +certificazione non positiva ;. Con questa motivazione: +La corresponsione di rilevanti risorse aggiuntive, fino all1,5% del monte salari, risulta correlata a parametri non indicativi di una effettiva virtuosit` gestionale, in mancanza di una finalizzazione delle risorse stesse a miglioramenti di produttivit` individuale e dei servizi;.
Ciliegina sulla torta: quando si h fatto il contratto, lo Stato non conosceva nemmeno il numero esatto dei dipendenti degli enti locali a cui si doveva pagare laumento. La Ragioneria generale aveva infatti una cifra, e lAran, lagenzia governativa incaricata di negoziare materialmente il contratto con i sindacati (e al cui vertice paradosso vuole che siedano sindacalisti del calibro dellex segretario confederale della Uil Giancarlo Fontanelli, e personalit` almeno molto vicine al sindacato come il direttore della pubblicazione della Cgil Quaderni di Rassegna sindacale, Domenico Carrieri), ne aveva una diversa. Tremila persone in piy. Ma stai a guardare il capello?