La sua malattia è rarissima, colpisce solo 200 persone al mondo, e le scorte del farmaco che gli consentono di vivere si esauriranno ad agosto. E' questa la terribile storia di Stefano, un bambino di due anni di Sinnai, in provincia di Cagliari. La medicina che lo tiene in vita è ormai fuori produzione e così i suoi genitori hanno deciso di lanciare un appello alla casa farmaceutica Pfizer, che ha aperto uno spiraglio.
Affetto da "Aciduria metilmalonica con omocistinuria", secondo quanto riferisce "L'Unione sarda", il piccolo soffre della mancanza di un enzima capace di indirizzare correttamente le proteine, provocando danni soprattutto a livello cerebrale. Per sopravvivere è costretto a seguire una dieta speciale senza proteine e a sottoporsi ad alcune iniezioni giornaliere di vitamine prodotte dalla multinazionale Pfizer. Senza questo farmaco al bambino dovrebbe essere somministrato un prodotto equivalente ma con dosi molto superiori che non potrebbe sopportare.
Così i genitori di Stefano hanno deciso di rivolgersi alle autorità sanitari e alla casa farmaceutica per chiedere aiuto. "Abbiamo trovato grande disponibilità dai dirigenti della Pfizer, che hanno procurato altre fiale che dovrebbero bastare sino ad agosto e stanno ora verificando se sia possibile riprendere la produzione di questa vitamina in uno dei loro stabilimenti sparsi in tutto il mondo", ha spiegato la coppia, che ora spera in un miracolo. Il colosso farmaceutico non ha promesso nulla, ma ha lasciato aperto uno spiraglio, riaccendendo la speranza dei familiari del piccolo Stefano.
Fonte tgcom
Commento: Le ragioni economiche delle società farmaceutiche dovrebbero essere sempre messe in secondo piano quando in gioco c'è una vita umana. La speranza che in questa vicenda la "Pfizer" agisca con il "cuore" e che dia ancora la possibilità di vivere al piccolo Stefano.
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