I fatti del 2009. Il 2010 che vorremmo
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I fatti del 2009. Il 2010 che vorremmo

Berlusconi e Noemi, Marrazzo e Brenda, Cosentino e la Camorra, e tanto tanto altro..

I fatti del 2009. Il 2010 che vorremmo

Ed eccoci alla fine del 2009. Un anno che, stando alla geografia delle emozioni, è stato all’insegna della paura. Paura di perdere tanto, molto; un anno a vedere in modo tangibile gli effetti del domino finanziario innescatosi nel 2008, o meglio che ha avuto una prima deflagrazione nel 2008. Gli italiani hanno risolto il conflitto alla loro maniera. Ci siamo lasciati irretire dal “va tutto bene, ne usciremo prima e meglio degli altri” e hanno cominciato lo sport nazionale: ossia guardare dal buco della serratura. E’ stato fatto con Silvio Berlusconi ai tempi del “ciarpame senza pudore” candidato alle europee e all’attenzione dello stesso verso le minorenni.

Apro e chiudo un inciso: Noemi Letizia campeggia a Napoli su enormi cartelloni pubblicizzando una marca di lingerie: NoidìNotte; e già, intimo e notte. E’ stato fatto anche con il caso Marrazzo-Trans. Solo che l’immagine di Brenda campeggia su una lapide. Il 2009 è stato l’anno nel quale la politica e il gossip hanno dato vita ad un abbraccio blasfemo ed eretico. Detto del gossip, com’è andato il resto dell’anno 2009?

 

Politica: Sempre uguale. Sempre Silvio Berlusconi da un lato e sempre Massimo D’Alema, travestito da Pierluigi Bersani, da un altro; in combutta per assicurare un ruolo internazionale a baffino. Personaggi in ascesa? Maurizio Lupi e Matteo Renzi. In disgrazia? Veltroni e parte dell’ex banda Berlusconi, un nome per tutti Giuseppe Pisanu. I nuovi Consigliori del boss sono l’uomo della penna, Vittorio Feltri, e l’uomo della legge, Niccolò Ghedini. La strategia è la solita “o con me o contro di me, e stavolta non faremo prigionieri”; ad essere avvisati sono stati il Capo di Stato, la Corte Costituzionale e il Vaticano con l’attacco a Boffo direttore dell’Avvenire.

Economia: Balle su balle. Il prode ministro Giulio Tremonti non fa in tempo a dire una cosa positiva che organismi internazionali puntano il dito contro i conti italiani fuori controllo e versus un debito sempre in crescita. Ma si sa, i giornali, anche quelli internazionali, sono di sinistra. E anche l’Unione Europea. Lo scudo fiscale è stato sbandierato come un successo, in modo quasi da far passare i furbetti per dei discoli richiamati dal Padre.
Misure per l’occupazione? ZERO! Misure di contrasto alla povertà? ZERO! Sembra quasi che nelle intenzioni del governo una volta passato il 2010 siamo salvi. Chi lo dice a quelli che si ritrovano senza lavoro e con un mutuo sino al 2030?

Politica estera: Buoni rapporti con Stati retti da dittature reali, la Libia, o camuffate, il caso della Moldova e della Russia. Attivati canali diplomatici anche con la Transnistria, piattaforma e luogo d’incontro di ogni traffico illecito, dalle armi agli organi. Rapporti con l’Unione Europea? Freddini. Rapporti con gli Usa? Gelati.

Etica Politica: Da un po’ di tempo a questa parte la parola famiglia è scomparsa dalla bocca degli uomini della maggioranza. Berlusconi non va più molto a braccetto con cardinali e vescovi e il resto della truppa non aiuta. Bondi è separato; la suorina Mariastella Gelmini è in dolce attesa, e fuori dal matrimonio; anche il figlio di Silvio, Piersilvio, pare che attenda, con Silvia Toffanin, un erede, i due non sono sposati. Niente di trascendentale per carità, ma poiché bisogna alle parole far seguire i fatti è stato deciso di evitare la parola famiglia, che in bocca a molti politici, della maggioranza o meno, può sembrare grottescamente fuori sinc.

Politica e malavita: il 2009 è stato anche l’anno delle nuove inchieste intorno alla sinfonia delle bombe ed al caos degli anni 1992-94; anni iniziati con Tangentopoli, l’arresto di Riina e la fine di un modello politico, e culminati con la prima vittoria di Silvio Berlusconi nel Marzo del 1994. In mezzo ci sono le amnesie di Nicola Mancino, adesso a capo della Cassazione e all’epoca ministro dell’Interno, e il ruolo esercitato dai vari Marcello Dell’Utri, Don Vito Ciancimino e dal Generale e Prefetto Mario Mori nella trattativa Stato-Mafia che sembra aver caratterizzato, stando ai documenti ed alle dichiarazione che Massimo, il figlio di Don Vito Ciancimino ex sindaco di Palermo, ha consegnato agli organi inquirenti.

Obiettivi futuri?

Il Governo viaggia a ritmo di fiducia nello svuotamento dello Stato. E’ in atto la parziale privatizzazione della Difesa. Chissà cosa ne penserebbero i missini puri e duri? O come l’impressione che non sarebbero molto d’accordo con il governo e con Ignazio La Russa.
E’ in atto la privatizzazione dell’acqua e di tutta una serie di altri servizi essenziali che dovrebbero essere demandati, nonostante tutte le corbellerie, ad organismi istituzionali retti alla presidenza più che all’atto tecnico da un rappresentante del popolo. E’ in atto la parziale privatizzazione della Protezione Civile.
Cosa significa tutto ciò? Che se le cose andranno bene si arricchiranno i soliti noti, in caso di mala gestione (probabile) a mettere una pezza dovrà essere lo stesso contribuente che già paga ai ricconi le bollette a sobbarcarsi le loro spericolate acrobazie finanziarie atte a far sparire i soldi in paradisi fiscali. Quelli, state tranquilli, ci saranno sempre.

 

 

Cosa ci aspettiamo dal 2010? In primis un maggior rigore e un senso dello Stato che sembra svanito; poi misure concrete per far ripartire, ma davvero e non a parole questa Italia che è sempre più una italietta. Una volta sistemati i conti si può anche pensare a delle riforme che facciano dell’Italia una democrazia adulta; una democrazia capace di avere in corpo gli anticorpi necessari ad evitare storture quali la scomparsa dei fatti che sta cercando di approntare la maggioranza; una democrazia adulta capace di evitare collusioni pericolose come nel Caso-Cosentino e di evitare in futuro le ombre che si stanno allungando su uomini ed istituzioni.
Vorrei un 2010 con un’altra Coppa Del Mondo, con il riconoscimento da parte del mondo intero dell’Italia come di una nazione con una libera circolazione di stampa e di idee.
Vorrei un 2010 colorato di verde e blu, di speranza e tranquillità.
Vorrei anche un 2010 colorato di rosso, ma non dal sangue di qualche politico, vescovo, sindacalista o capitano d’industria, bensì dal rosso passione di un’Italia che fa sistema e vince grazie a passione e creatività.
Vorrei un 2010 di tolleranza, gli stranieri non tolgono il posto agli insegnanti: a quello ci ha pensato il governo.
Vorrei un 2010 che riporti al centro la Parola contro un’afasia nei rapporti e nelle emozioni che rischia di soffocarci.
Vorrei tante altre cose. Vorrei…
Adesso tocca a voi dirmi cosa vorreste e quali sono i vostri di sogni per il 2010…

Massimo Bencivenga

 
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