Il 2011 volge ormai quasi alle porte lasciando il testimone al temuto 2012, l’anno delle profezie maya. Ma anche il 2011 verrà ricordato, eccome se verrà ricordato. Come verrà ricordato il 2011? A livello geopolitico potrebbe essere ricordato come l’anno della DEMOCRAZIA, oppure come l’anno dei giovani che hanno deciso di dire basta. Sono soprattutto i giovani quelli che hanno detto basta a Gheddafi, a Putin, a Berlusconi (parlo della tornata elettorale), anche se la realtà italiana non ha mai avuto tantissimi punti di contatto con la dittatura hard del colonnello e con la democratura dell’ex spia del KGB.
E’ stato l’anno della morte (ammesso che sia lui sul serio) di Osama Bin Laden, l’uomo più ricercato del mondo. E’ stato il 2011 un anno che ha riservato non poche sorprese e qualche anomalia.
Le sorprese provengono proprio dal fronte dittatori.
Chi avrebbe mai pensato, nello scorso Dicembre, che il colonnello era ormai alla fine della pista? Credo nessuno, eppure da quelle parti hanno avuto la forza, anche aiutati di ribellarsi. La caduta del colonnello dovrebbe far riflettere tutte le persone che amano discettare di geopolitica e che, sempre – e ripeto: sempre – vengono colti in contropiede da queste situazioni. Non penso di aver sentito qualche esperto prevedere La Primavera Araba. Come in tanti erano ormai rassegnati a vedere un Putin al comando della Russia per i prossimi 12 anni, con Putin che aveva costretto Medvedev a portare da 5 a 6 gli anni della Presidenza; un Putin for president sino al 2024. Magari sarà lo stesso così (ne dubito), ma di sicuro se ci arriverà sarà attraverso un altro modo di governare. Anche qui, da dicembre a dicembre. Nel dicembre del 1999, Eltsin rassegnando le dimissioni lo lanciò come presidente ad interim, come previsto dalla Costituzione. Da lì in poi, fu tutto in discesa. Ma il 2011 verrà ricordato anche per due anomalie: Fukushima e Oslo.
A Fukushima, il mondo capì lo stridente ossimoro del nucleare sicuro, ad Oslo il mondo capì che la banalità del Male non ha latitudini. Una centrale nucleare messa in ginocchio dalla natura è lo schiaffo migliore agli uomini ed agli scienziati che favoleggiano di prevedere tutto.
Fukushima è stato il Cigno Nero, per usare l’icona di Taleb, dell’energia nucleare. Un evento di grande impatto, perfettamente prevedibile a posteriori. Anche Anders Behring Breivik può essere considerato un Cigno Nero, un razzista all’interno della civile scandinavia. Una zona piena di immigrati e che, giocoforza, rilancia spinte xenofobe.
Quali altre cose non sapremo prevedere per i prossimi anni? Buone Feste.
Massimo Bencivenga
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