Sembra ieri. Eppure ieri era il decimo anniversario dell’11 Settembre. Ricordo tante cose di quel giorno. Ricordo che dormivo, cercavo di ricaricare le pile in quanto a breve avevo un esame, e che mi svegliai in preda ad una strana inquietudine, accesi la tv e vidi Emilio Fede annunciare che un aereo aveva centrato una delle Torri Gemelle di New York; ricordo che vidi in diretta il secondo aereo schiantarsi; ricordo che sentii gli altri due dirottamenti, gli aerei diretti al Pentagono ed alla Casa Bianca, su uno dei due ho dei dubbi personali che non mi toglierò mai; ricordo che quella sera avevo un incontro di beach volley misto (quella sera vinsi, ma poi persi, l’indomani, la semifinale); ricordo le chiacchiere, i complottisti all’opera quella sera, in quel paesello casertano famoso vieppiù per la festa dei Cornuti, uno arrivò a pensare che fosse opera dei russi (ma figuriamoci!); ricordo vividamente quel pomeriggio e quella sera; ricordo anche che il giorno dopo ci fu un minuto di silenzio globale, e che, in silenzio e voltando le spalle a mia madre affinchè non mi vedesse, piansi. Come si fa a non piangere nel pensare a tante vite spezzate senza un apparente perché?
Senza colpe. Amori strappati, vite consumate, relazioni interrotte per sempre senza la consolazione di un ultimo addio o un ultimo bacio.
Poi arrivò la Politica. Bush e Rice, Rumsfeld e Cheney e qualcun altro decisero di andare in Afghanistan, di tirare dietro mezzo mondo, di invadere l’Iraq, di fare falsa propaganda sulle armi chimiche; ricordo i suicidi “molto sospetti” di due scienziati: Bruce Ivins e David Kelly.
Il primo indicato come responsabile degli attacchi all’antrace post 11 Settembre; il secondo avanzò molti dubbi sul dossier presentato dal Governo Blair riguardo la presenza delle armi di distruzione di massa in dotazione all’Iraq.
Quelle armi non sono mai esistite? Quanti giovani italiani sono morti per l’11 Settembre in una campagna che non ci riguarda, e che, anzi, ha contribuito notevolmente ad impoverire il paese e a creare un clima da “dagli al musulmano”?
Questa è l’eredità italiana dell’11 Settembre. Debito e Pregiudizio.
L’Italia d’inizio Millennio era più tollerante verso i musulmani di quella attuale, per dirla tutta c’era anche meno tensione tra nord e sud del paese, ma di questa elettricità statica dobbiamo ringraziare solo i nostri governi.
Ricorderemo per sempre i morti, ricorderò l’equivalente usa dei vigili del fuoco, morti nel tentativo di salvare delle persone, voglio ricordare altresì che non pochi cani morirono poco dopo perché avevano fiutato troppa polvere.
Ricordiamoci il dolore ed il dramma, ma dimentichiamoci della retorica e delle parole vuote dei politici.
Massimo Bencivenga
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