L'influenza suina e la pandemia sono bufale mediatiche.
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L'influenza suina e la pandemia sono bufale mediatiche.

L'influenza suina e la strategia del terrore e della paura sono funzionali agli interessi delle multinazionali.

L'influenza suina e la pandemia sono bufale mediatiche.

Siamo in pieno autunno e puntuali, una volta si diceva come le tasse, ma in Italia, la cosa non rende bene, si presentano i malanni stagionali e la febbre stagionale. L’abbiamo chiamata in tutti i modi: cinese, giapponese, australiana, asiatica. In seguito siamo passati agli animali. Influenza dei polli nel 2005 e influenza suina, dal ben poco attraente nome AH1N1, nel 2009. In un post precedente ho già messo in evidenza di come l’influenza dei polli in Italia fece una sola vittima: un camionista che si suicidò in quanto rimase momentaneamente, ma lui non lo poteva sapere, senza lavoro. Adesso qualche vittima in più questa influenza suina la sta facendo, ma nella totalità dei casi sinora accertati, e già bisognerebbe aprire una lunga ed articolata parentesi, si tratta di persone sui quali decessi l’influenza ha un concorso, ma non ne è la causa. A dirla breve erano persone con un quadro clinico già “difficile”.
Bechtel, Fluor, Parsons e Blackwater. Società che hanno fatto man bassa dei soldi inviati in Iraq per la ricostruzione.
Società nelle quali Dick Cheney ha molti interessi. Di qualcuna è stato anche Chairman, ossia presidente. E questi sono fatti. Una produzione massiccia dei vaccini è partita in assenza della minaccia già un anno fa. Ed anche questo è un fatto.
In Australia l’inverno è finito e, in assenza di vaccino, sono morte meno persone che non negli anni precedenti. Questo è un fatto un po’ meno fatto. Accanto al dato statistico che prendiamo per buono va messo anche la possibilità che faccia molte più vittime l’anno prossimo. Ma per adesso l’influenza suina AH1N1, in quel continente, è stata meno virulenta di altre. In Italia il viceministro Ferruccio Fazio ha prima anche lui allarmato la popolazione per poi rientrare nei ranghi. Ferruccio Fazio ha giustamente pensato che, una volta raggiunto l’obiettivo ultimo, ossia la vendita dei vaccini, era meglio prevenire il panico e le prevedibili orde di persone al pronto soccorso per uno starnuto. E lui ha deciso di non vaccinarsi. Ferruccio Fazio ha 65 anni. Anche questi sono fatti.
Il gioco è semplice. Ci sono delle rimanenze di medicinali da smaltire. Si crea un allarme, si vendono i vaccini e qualcuno, come Donald Rumsfeld,  ingrossa il conto in banca. E’ questa l’influenza suina.

Gli amanti del complotto parlano di strategia per ridurre la popolazione, di politica del terrore, di cospirazioni.
In attesa che le tante prove circostanziali intorno a questa influenza suina AH1N1 possano fornire un quadro coerente, con mandanti e motivazioni, ci dobbiamo solo attenere ai fatti in una qualche misura accertati.
E’ un fatto che la prima isteria intorno all’influenza A avvenne negli Usa nel 1976, allorquando morì, all'interno di una base dell'esercito americano nel New Jersey, Fort Dix,un soldato e altri 4-5 si ammalarono. Tanto bastò per far cavalcare, all’allora presidente Ford, l’onda della paura e costringere la popolazione ad una vaccinazione quasi coatta.
E’ un fatto che il Capo di Gabinetto del presidente Ford ed il Vice-Capo di Gabinetto fossero due giovani falchi rampanti di nome Donald Rumsfeld e Dick Cheney. Donald Rumsfeld e Dick Cheney, tenete ben in mente questi nomi. Donald Rumsfeld era anche Segretario alla Difesa nel ’76. Come vicepresidente Ronald Reagan scelse George Bush senior e Donald Rumsfeld passò nell’industria farmaceutica bruciando le tappe e diventando presidente della D. Searle & Company, la casa che ha brevettato l’Aspartame, il dolcificante che alcuni studi reputano cancerogeno, e per la pillola contraccettiva Enovid.
E’ un fatto che lo stesso Donald Rumsfeld ha azioni della Gilead Sciences, società proprietaria delle royalties sul Tamiflu. Un medicinale pensato per altre malattie e sostanzialmente efficace contro niente, ma spacciato per un antivirale. Nel 2000 il rampollo di casa Bush chiamò nel governo, come segretario alla difesa, Donald Rumsfeld.
E da quel momento in poi c’è stata un’impennata della parola “Pandemia” e della strategia della paura. La Sars nel 2003, l’influenza dei polli nel 2005, l’influenza suina AH1N1 nel 2009. Questi allarmi, di queste paventate, e mai realizzate, pandemie, sono stati funzionali alle tasche di biechi personaggi come Donald Rumsfeld &Co. A trarre soldi dalle paroline “Pandemia” e “Influenza suina AH1N1” non è però solo l’ineffabile Donald Rumsfeld.
Nell’attuale consiglio di Amministrazione della Gilead Sciences sono presenti un ex segretario di Stato con Ronald Reagan (George Shultz), il cofondatore della Intel (Gordon Moore) e la 5a presidentessa del Council for Foreign Relations (Carla Anderson Hills).
Mentre in questo inizio millennio Donald Rumsfeld si riempiva le tasche di soldi con i virus, il suo sodale Dick Cheney si arricchiva con la guerra in Iraq attraverso le società Halliburton, Lockheed,

Ma forse i maiali sono ben altri.
                                             Massimo Bencivenga   

 

 
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