Le Cinque Terre ed un problema di Politica sulla sicurezza
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Le Cinque Terre ed un problema di Politica sulla sicurezza

Quello che è accaduto alle Cinque Terre e a Genova poteva essere evitato? Cosa fa il Governo sul fronte delle calamità?

Le Cinque Terre ed un problema di Politica sulla sicurezza

 

Quello che in questi giorni è accaduto dalla parti delle Cinque Terre prima e a Genova poi, e magari da qualche altra parte ancora (speriamo di no), mi fa sorgere la domanda su come sia possibile che un paese civile possa essere messo in ginocchio da un paio di giorni di pioggia, seppur tanta e violenta.

E’ qualcosa, secondo me, che dovrebbe far riflettere.
Stiamo assistendo ad un clima “impazzito” o i danni sono decuplicati da colpe umane?
Sul clima non possiamo agire.
Possiamo però farlo, per la nostra sicurezza, a livello di normative ed ingegneria civile. Inutile girare intorno al problema, pur non conoscendo appieno i casi liguri, in molti casi passati di alluvioni, smottamenti e così via si è poi giunti alla conclusione che gran parte delle responsabilità vanno nelle caselle dissesto idrogeologico e abusivismo edile.

 


Se sul primo si può intervenire, ma non poi troppo, atteso che ci sono delle conformazioni naturali come dire intrinsecamente pericolose, sul contrasto all’abusivismo si può e deve fare di più.

Bisogna far capire a tutti che la villetta ed il residence con la vista panoramica possono, purtroppo, essere causa di lutti e dolori. Gli ultimi governi si sono distinti per il disinteresse verso la ricerca e per i continui tagli alla sicurezza, intesa in senso generale, dai tagli alla polizia a quelli operati agli ispettorati del lavoro.

Se l’andazzo è questo è chiaro che possono verificarsi casi come quelli recenti, anche se le colpe, varie ed eventuali, non si possono di certo addurre agli ultimi governi. In alcuni casi il “danno” è iniziato qualche decennio fa.

Ciò però, come si può capire, non esula da una maggiore attenzione a determinate dinamiche. Proprio recentemente il settimanale L’Espresso ha riportato alcuni dati relativi a come il Governo ha affrontato il problema sicurezza e calamità nel corso di questa legislatura.

Tra i deputati i più attivi sono risultati, nell’ordine: Elisabetta Zamparutti (PD), Guido Dussin (LN), Carmelo Lo Monte (Misto), Marco Reguzzoni (LN), Rodolfo Giuliano Viola (PD), Tino Iannuzzi (PD), Fabio Evangelisti (IDV), Davide Caparini (LN), Nicodemo Oliviero (PD), Massimo Fiorio (PD).

I senatori più sensibili sono stati invece: Gianpiero D’Alia (UDC), Vincenzo Fasano (PDL), Francesco Bevilacqua (PDL), Felice Belisario (IDV), Marco Filippi (PD), Antonio Rusconi (PD), Federico Bricolo (LN), Maria Antezza (PD), Gianvittore Vaccari (LN), Giuseppe Astore (Misto).

Se si passa ai Ddl diventati poi legge si può leggere un solo decreto, su otto, diventato legge. Una sola risoluzione approvata, su nove; e zero mozioni approvate su otto avanzate. Non va meglio sulle interrogazioni: il governo ha risposto solo a 43 delle 188 interrogazioni presentate in aula. Numeri come si può ben vedere non certo incoraggianti.
Si può e si deve fare di più.

Massimo Bencivenga 

 

 
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