A marzo gli italiani saranno chiamati ad una nuova (ma quando mai non lo è?) chiamata elettorale che li vedrà di nuovo “scendere in campo” per fare una scelta. In che situazione sarà l’Italia nel marzo del 2009? Possiamo, quasi senza tema di smentita sin da ora dire che, in primis ci saremo; il mondo non finì per colpa di un pollo intorno al 2005, e non finirà per colpa di un maiale in questo 2009/10. Ci saranno, e si prevede, checché ne dicano i politici, un acuirsi della situazione, i problemi relativi alla crisi economica o finanziaria, chiamatela come volete, questa distinzione da sofisti nasconde in genere l’incapacità di vedere una, quale che sia, decisione.
La crisi si farà sentire nel 2010 per il semplice motivo che anche le tradizionali locomotive, i distretti produttivi emiliani e veneti, stanno sperimentando la chiusura, la cassa integrazione, la mobilità, l’intero armamentario giuridico della precarietà. Una delle ultime sconfitte del Sistema Italia è la delocalizzazione, termine molto global, della Tenaris. Il management ha deciso la chiusura nonostante l’interessamento, non sappiamo quanto “pressante” della Lega. Verrebbe da dire Business as usual. E questo dovrebbe far riflettere sulle dinamiche che abbiamo permesso di affermarsi negli ultimi 15 anni. Adesso le imprese non falliscono più. Delocalizzano. E gli operai che rimangono restano privi anche dei consueti ammortizzatori sociali sui quali gli operai potevano contare. Rimangono in Italia, senza lavoro, in una forte e negativa congiuntura, con mutui da restituire e 45 anni d’età. Bene. Cioè male. La politica ha permesso alcune cose ed ora è incapace di arginare l’emorragia. Ed adesso i politici stesso chiederanno ancora una volta, per l’ennesima volta, una cambiale in bianco agli elettori. I veneti che rimarranno senza lavoro si sentiranno traditi da una Lega Nord che aveva promesso di difendere i posti in Italia, ma, ripeto, Business as usual. Il prode Tremonti Giulio, il quale non manca di ripetere che lui, e a suo dire solo lui, tutta questa crisi finanziaria ed economica l’aveva prevista, non sta facendo niente per ovviare a questo capitalismo selvaggio. Niente al di là dei proclami intorno alla sua acutezza mentale e finanziaria. Mentre molto va a carte quarantotto i politici pensano unicamente alle alleanze in vista delle regionali. La Lega Nord sta chiedendo tutto il Nord, con buona pace di Bossi prenderà forse solo il Veneto. Esiste, e forte, una questione etica e morale in regioni quali la Calabria, la Puglia, la Lazio e la Campania. Da qualche parte c’è una questione di corruzione e sesso, da qualche altra parte una questione di corruzione e malavita. Tengono banco la storia di Marrazzo con i trans e i pentiti di camorra, cinque, che indicano Nicola Cosentino, sottosegretario all’economia e, unico tra i ministri e i vice, coordinatore regionale del Pdl, come uomo dei clan nelle istituzioni. Il Pdl in Campania ha molto margine, ma presentare un impresentabile, e con la giustizia ad orologeria che ben conosciamo, potrebbe rimettere molto, se non tutto, in discussione. Ecco perché Fini, consigliato e spalleggiato da Italo Bocchino, impone di tanto in tanto degli altolà alle velleità da governatore all’uomo di Casal di Principe. Alla fine però potrebbe spuntarla comunque Nicola Cosentino.
Il centro dell’Italia more solito dovrebbe colorarsi di rosso, ma la sinistra ha abituato se stessa e i suoi elettori ad assistere a degli spettacolari seppuku. In questa situazione di estremo disagio economico per gli elettori e di vergogna mediatica per i politici si svolgeranno le elezioni regionali del 2009. In questa situazione, che si preannuncia drammatica, questi signori chiederanno agli italiani un nuovo voto. Per una nuova stagione. E magari per una nuova Repubblica. Massimo Bencivenga
|