Continua la speculazione del dramma e lo sciacallaggio mediatico, per l'omicidio di Sarah Scazzi. In televisione, sono molte le puntate monotematiche sulle famiglie Scazzi e Misseri. A Porta a Porta è tornato il plastico della casa, al posto della Franzoni ci sono i Misseri, e al posto della villetta di Montroz, la villetta di Avetrana. A Domenica In, invece, hanno mandato in onda una docufiction dove lo zio di Sarah è interpretato da un attore. Gli inviati, invece, davanti alle abitazioni e al garage dove è morta la ragazza, continuano gli interrogatori. Arrivano anche i turisti, con i pullman, in macchina o in moto.
Sono curiosi, vogliono vedere la casa, la tomba, il pozzo dove Sarah è stata nascosta per 42 giorni, prima del suo ritrovamento. E continua la cannibalizzazione della notizia, con gli spettacoli sanguinari che vanno in onda in prima serata.
Dopo Anna Maria Franzoni che, nella casa di Cogne, uccise il figlio di tre anni, ci sono stati altri plastici, altri avvocati, e altri drammi su cui speculare. L'omicidio del piccolo Tommaso, la strage di Erba, dove i coniugi Romano uccisero la moglie e il figlio di Azouz Marzouk, il giallo di Garlasco con l'omicidio di Chiara Poggi (foto) e l'uccisione della studentessa Meredith. Nel libro “Vicini da morire” di Pino Corrias (Mondadori, 246 pagine), si legge che "Il dolore è dolore, anche se ci metti sopra dei soldi non sparisce, fa sempre male".
Secondo il Governatore della Regione Puglia, "Uomini che uccidono le donne e le bambine non sono mostri ma sono nostri, nel senso che sono iscritti nella quotidianità del paese".
Vendola ha aggiunto che "la strumentalizzazione dei corpi delle persone è un fatto peculiare di questo tipo di tv spazzatura.
Mediante la tv è in atto un'operazione culturale che ci ha assuefatti alla banalità del male".
Marco Rimo |