Trivellare, per un mare nero di petrolio. E il nuovo decreto italiano semplifica...
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Trivellare, per un mare nero di petrolio. E il nuovo decreto italiano semplifica...

L'Italia, già nota per le ecomafie e gli sversamenti abusivi, ha approvato un decreto che

Trivellare, per un mare nero di petrolio. E il nuovo decreto italiano semplifica...

I disastri ambientali non si scoprono solo in seguito a violente esplosioni, come è accaduto il 20 aprile 2010, alla Deepwater Horizon, in Louisiana, dove undici operai della compagnia petrolifera British Petroleum, sono morti a causa dell'esplosione in superficie di una bolla di gas metano.
Alcune volte si potrebbero evitare, soprattutto se il terzo disastro ambientale è già stato anticipato dall'incidente in Alaska nel 1989, della petroliera Exxon Valdez, e dall'incidente in Liguria nel 1991 della petroliera Haven.
Ma le petroliere sono sicure, e le società lo ripetono.
Al Governatore della California, questo non importa, e dopo aver visto la marea nera, ha bloccato le trivellazioni.

 

Intanto il Golfo del Messico è devastato.
Le coste degli Usa sono piene di petrolio, solventi, disperdenti e sostanze chimiche, probabilmente cancerogene e dannose, usate per disperdere la macchia nera.
Un disastro per l'ecosistema del Golfo, per la fauna marina, e per quelle zone già disastrate, nell'agosto del 2005, dall'uragano Katrina.

L'Italia, invece, già famosa per l'ecomafia, lo sversamento abusivo dei rifiuti e le navi dei veleni, ha firmato un decreto che «semplifica le procedure per le attività di ricerca petrolifera svolte d’intesa con le Regioni». Inoltre ha concesso le trivellazioni a tre società.
La Petroceltic Elsa, una società irlandese che effettuerà delle ricerche vicino al parco nazionale del Gargano e alle isole Tremiti.
La società britannica Northern Petroleum, che compirà le sue ricerche petrolifere vicino Bari.
E la società petrolifera Shell, che è stata autorizzata, come ha spiegato lo stesso WWF, dal ministero dello sviluppo economico dell'ex ministro Claudio Scajola, alla «ricerca petrolifera off shore nel golfo di Taranto, proprio mentre il presidente Obama impone il blocco delle trivellazioni petrolifere in mare a seguito del disastro nel golfo del Messico».

La manutenzione delle piattaforme petrolifere, le trivellazioni e lo sversamento del greggio in mare, provocano danni non solo all'ecosistema, ma anche all'economia del paese.
I divieti di pesca vengono continuamente estesi, i pescatori smettono di lavorare, e se lavorano la pesca è inquinata.
Si piega così l'industria del pesce e del turismo, ma non il mercato del petrolio.

Perché non investire nelle energie rinnovabili?

Fra i paesi che stanno investendo in queste energie, c'è ad esempio l'Austria, dove le vecchie cabine telefociche saranno utilizzate per ricaricare i veicoli elettrici.

Anche la Danimarca, che vuole bandire sia il carbone che il petrolio, vuole incrementare le centrali eoliche già funzionanti. In Italia, invece, ci sono le pale eoliche, ma in molte zone manca la rete per distribuire l'energia prodotta, tanto che la pala eolica diventa inutile.

E si continua comunque a puntare al nucleare, nonostante le polemiche sullo smaltimento delle scorie, e sui combustili fossili, trivellano e cercano idrocarburi.


Marco Rimo

 

 
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